Sempre più conosciuta, la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è uno dei disturbi più frequenti che affligge le donne in età fertile e, purtroppo, è una delle principali cause di infertilità. Recenti studi hanno messo in relazione la sindrome dell’ovaio policistico con la flora batterica intestinale: pare che le donne che soffrono di questa sindrome abbiano una minore diversità batterica, ovvero un’alterazione del microbioma intestinale in termini di qualità e quantità dei batteri presenti. Cerchiamo di capirne di più.
Il microbioma intestinale, quel legame con l’ovaio policistico
Quando parliamo di microbioma intestinale, ci riferiamo alla popolazione batterica che vive fisiologicamente nel nostro intestino. Si tratta di miliardi di batteri, che possono raggiungere a pensare oltre un chilo e mezzo! E le sue funzioni sono davvero fondamentali. La flora intestinale, infatti:
- Funge da barriera contro gli organismi patogeni
- Regola l’assorbimento dei nutrienti
- Produce vitamine, energia e difese immunitarie
Il microbioma intestinale è così importante da essere stato definito un vero e proprio organo. Eventuali alterazioni della flora intestinale, che determinano uno stato di disbiosi, sono state correlate a varie condizioni, tra cui obesità, fegato grasso, allergie, malattie autoimmuni e – appunto – sindrome dell’ovaio policistico.
Il legame messo in evidenza tra sindrome dell’ovaio policistico e microbioma intestinale risulta un campo di estremo interesse per tutta la medicina perché, a differenza di alcuni fattori che non sono modificabili e che incidono sull’insorgenza di malattie – come l’età e la genetica – modificare il microbioma è, invece, possibile. Almeno in teoria, considerando che alcune ricerche suggeriscono un contributo genetico anche alla determinazione del microbioma.
La sindrome dell’ovaio policistico: tanti i fattori di rischio, tra cui i batteri intestinali
La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è una condizione patologica che colpisce il sistema endocrino. Le ovaie possono infatti presentarsi ipertrofiche e contenere sacche piene di liquido, ossia piccoli ammassi di follicoli (cisti liquide) in ciascun ovaio. In particolare, la PCOS causa cicli mestruali irregolari, amenorrea, caduta di capelli, acne, irsutismo, irritabilità e obesità. Se le cause non sono ancora del tutto note, ben si conosce il rischio di complicanze a lungo termine come:
- Diabete di tipo 2
- Malattie cardiovascolari
- Ipertensione arteriosa
- Sindrome metabolica
- Steatosi epatica (fegato grasso)
- Infertilità
- Apnea notturna
- Depressione e ansia
- Sanguinamento uterino anomalo
- Carcinoma dell’endometrio (dovuto ad alti e continui livelli di estrogeni)
- Diabete gestazionale o pressione alta in gravidanza
Tra i fattori che possono giocare un ruolo nell’insorgenza della PCOS troviamo, invece:
- Eccesso di insulina. L’insulina è l’ormone prodotto nel pancreas che permette alle cellule di utilizzare lo zucchero (glucosio) – fonte di energia primaria del nostro corpo. In presenza di insulino-resistenza, la possibilità di utilizzare l’insulina in modo efficace è compromessa, e il pancreas deve secernere più insulina per dare il glucosio alle cellule. Questo eccesso potrebbe anche influenzare le ovaie aumentando la produzione di androgeni, che possono anche interferire con la capacità delle ovaie di ovulare.
- Basso livello di infiammazione. I globuli bianchi producono sostanze per combattere le infezioni con una risposta, conosciuta come infiammazione. Sembra che le donne con la PCOS abbiano un livello di infiammazione ridotto e questo potrebbe stimolare le ovaie policistiche nella produzione di androgeni.
- Ereditarietà. Pare che alcuni geni siano coinvolti nell’ereditarietà di questa condizione. Se la madre o la sorella sono affette da PCOS, si potrebbe avere una maggiore probabilità di ammalarsi.
- Alterazioni della flora intestinale (disbiosi intestinale)
Una disbiosi intestinale può causare l’ovaio policistico? Sì, sembra proprio così
Sembra che le donne con sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) tendano ad avere una flora intestinale meno diversificata rispetto alle donne che non soffrono di questa condizione. È questo quanto scoperto dai ricercatori dell’Università della California San Diego School of Medicine che, in collaborazione con i colleghi dell’Università di Scienze Mediche di Poznan in Polonia e l’Università statale di San Diego. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.
«I risultati indicano che le donne con PCOS tendono ad avere popolazioni batteriche intestinale meno diversificate, una tendenza che sembra legata a livelli elevati di testosterone» – ha commentato la dr.ssa Varykina Thackray, autrice dello studio e professoressa associata presso il Dipartimento di Medicina della Riproduzione alla scuola di medicina UC San Diego.
In particolare, i ricercatori hanno esaminato tamponi fecali di 73 donne con diagnosi di PCOS. I loro campioni sono stati confrontati con i tamponi di 48 donne che non soffrivano di tale sindrome e 42 donne, con ovaio policistico, ma che non avevano le peculiarità tipiche della PCOS.
Lo studio ha riscontrato che le donne con la sindrome dell’ovaio politeistico presentavano il minor numero di batteri intestinali rispetto agli altri gruppi esaminati.
«Il nostro studio suggerisce che il testosterone e altri ormoni androgeni possono aiutare a modellare il microbioma intestinale, e questi cambiamenti possono influenzare lo sviluppo della PCOS e l’impatto che ha sulla qualità della vita delle donne – ha spiegato la dr.ssa Thackray – Se il testosterone guida la composizione microbica dell’intestino, un passo successivo sarebbe quello di determinare se il trattamento della PCOS con bloccanti del testosterone o contraccettivi orali possa determinare il recupero del microbioma intestinale»– ha concluso la Thackray.
La sindrome dell’ovaio policistico è uno dei disturbi più frequenti nelle donne in età fertile ed è una delle principali cause di infertilità e di altre gravi condizioni patologiche. Diagnosi precoce e l’eventuale trattamento appropriato possono fare la differenza!