Dall’inizio del 2016, sui pacchetti di sigarette e tabacco sono stampate delle foto che rappresentano o ci fanno vedere direttamente gli effetti negativi del fumo.
Per alcuni sono immagini traumatizzanti, certo. Ma l’obiettivo è quello di mettere il fumatore di fronte all’oggettività del fatto: il fumo danneggia gravemente la salute. Come sappiamo, non si tratta solo di rughe. In tanti, però, ancora negano la correlazione fumo-tumori. Cerchiamo di capirne di più in merito ai danni del fumo.
I danni del fumo
Il fumo produce danni estetici: gengive bianche, denti gialli e pelle invecchiata. È decisamente più grave il fatto che esso sia un fattore di rischio per lo sviluppo di moltissime patologie.
Il fumo, infatti, è associato alla riduzione della fertilità, alla comparsa di malattie cardiovascolari e dell’apparato respiratorio, oltre che allo sviluppo del cancro.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che il consumo di tabacco uccide circa sei milioni di persone all’anno, molte delle quali affette da cancro. Non solo: quando si pensa al legame tra cancro e fumo, viene automatico pensare ai tumori polmonari, poiché sono effettivamente responsabili della maggior parte dei decessi correlati all’uso del tabacco.
Ma il fumo di sigaretta, in realtà, è responsabile dello sviluppo di molti tipi diversi di tumore. L’associazione tra l’uso regolare di tabacco e cancro è nota per almeno 15 tipi diversi di tumore, tra cui i tumori della laringe, delle cavità orale e nasale, dell’esofago, della vescica, del fegato, dello stomaco, del rene e del colon.
1 sigaretta = 70 sostanze cancerogene
Il motivo è che nel tabacco si trova una mistura di circa 7000 sostanze, di cui almeno una settantina note per essere sostanze cancerogene.
Queste sostanze causano danni al DNA, sia in modo diretto che in modo indiretto. Indipendentemente dal fatto che il danno sia causato direttamente o indirettamente, però, il risultato è sempre una mutazione nella sequenza del DNA.
E le mutazioni sul DNA sono responsabili dell’alterazione dei processi cellulari che garantiscono il mantenimento dell’equilibrio delle cellule e del tessuto che esse compongono. Una volta che una cellula perde l’equilibrio e si trasforma in senso tumorale, la si può considerare “impazzita”: inizia a proliferare in modo indiscriminato e non risponde più a nessun controllo.
Le mutazioni genetiche causate dal fumo
Oggi abbiamo a disposizione delle tecnologie di biologia molecolare che ci consentono di individuare e quantificare le mutazioni. Dei risultati interessanti sono stati pubblicati nel 2016, sulla rivista Science, da parte del dr. Ludmil B. Alexandrov e i suoi colleghi.
Lo studio ha coinvolto più di 5000 pazienti, sia fumatori che non fumatori, e sono stati considerati tutti i tipi di cancro associati al fumo.
Nello studio sono state investigate le mutazioni presenti in tutti i pazienti e il loro tasso annuo sulla base di un consumo medio di 20 sigarette al giorno. Le mutazioni riscontrate sono state classificate in gruppi, per un totale di 20 gruppi. Si può pensare ad ogni gruppo come un’impronta molecolare caratteristica del tumore.
Dallo studio è emerso che il fumo è responsabile dell’insorgenza di 5 gruppi di mutazione in particolare, e che in alcuni tumori l’associazione è con un solo gruppo di mutazioni, mentre in altri tumori è con più gruppi.
In futuro, questo consentirà di capire meglio attraverso quale meccanismo biologico il fumo agisce per innescare il processo di tumorigenesi. Intanto, ciò che è chiaro è che il fumo aumenta il rischio di sviluppo di diversi tumori, anche in tessuti non direttamente esposti al fumo, a causa dell’aumento del tasso totale di mutazione.
Tanto per dare un’idea: 20 sigarette al giorno per un anno sono in grado di provocare 150 mutazioni appartenenti al gruppo di mutazioni tipiche degli adenocarcinomi del polmone e 50 mutazioni appartenenti ai gruppi di mutazioni tipiche di tutti gli altri tumori.
Chi smette di fumare in dieci anni riduce del 100% il rischio di tumore
Lo studio citato è stato il primo a fare letteralmente i conti con delle mutazioni, ma è da lungo tempo che è noto che il fumo di sigaretta predispone allo sviluppo del cancro. In particolare, più si fuma o si è esposti al fumo – perché, sì, anche il fumo passivo produce danni – e più è alto il rischio.
E con “più si fuma” non si intende solo il numero di sigarette al giorno, ma anche per quanto tempo si fuma nel corso della vita. Chi inizia da giovane, anche se fuma meno di 20 sigarette al giorno, ha comunque un rischio elevato di sviluppare alcune patologie (tra cui il cancro). Un buon modo per ridurre il rischio di ammalarsi è smettere di fumare… e addio polmone del fumatore!
Lo sapete che smettendo di fumare il rischio di neoplasia si riduce progressivamente nell’arco di 10-15 anni, fino ad uguagliare quello di chi non ha mai toccato una sigaretta in vita sua? Un tempo lungo, sì, ma chi ben comincia è a metà dell’opera!