Un recente studio ha fornito un’ulteriore conferma del fatto che gli occhi riflettono la nostra condizione di salute generale, aggiungendo anche una nuova malattia che può essere identificata dall’esame dei cosiddetti “specchi dell’anima”.
Piccoli cambiamenti nei vasi sanguigni presenti all’interno degli occhi intorno ai sessant’anni possono, infatti, far prevedere una significativa perdita di memoria entro i due decenni successivi, come suggerisce lo studio pubblicato sulla rivista medica Neurology.
È risaputo che le patologie del sistema vascolare e circolatorio aumentino il rischio di disallineamento cognitivo durante l’invecchiamento. Il sistema circolatorio include le vene, le arterie, i piccoli vasi sanguigni e i capillari che trasportano il sangue da e verso il cuore.
«Non possiamo osservare i vasi sanguigni più piccoli presenti nel cervello attraverso le normali tecniche di imaging cerebrale, come la risonanza magnetica» – ha affermato la principale autrice dello studio, la dr.ssa Jennifer A. Deal, assistente ricercatrice presso il Dipartimento di Epidemiologia del John Hopkins Bloomberg School of Public Health.
Dal momento che i vasi sanguigni presenti nell’occhio e nel cervello sono simili, Deal e il suo team di ricercatori hanno ipotizzato che, attraverso l’osservazione dei vasi sanguigni degli occhi, è possibile descrivere cosa sta accadendo nel cervello del soggetto.
Cerchiamo di capirne di più.
Retinopatia e memoria: lo strano legame
Lo studio ha avuto inizio con ben 12.000 uomini e donne di età media sui 57 anni, precedentemente testati per le capacità di memoria e di pensiero. I partecipanti hanno poi eseguito una nuova sessione di test, all’incirca sei anni dopo la prima, e infine una terza sessione ben vent’anni dopo il test iniziale.
Dopo circa tre anni dall’inizio dello studio, i ricercatori hanno utilizzato una videocamera speciale per scattare fotografie delle retine di ogni partecipante, ovvero di quel fondamentale strato di tessuto sulla parte posteriore dell’occhio, attraverso il quale i segnali luminosi provenienti dall’esterno vengono convertiti in impulsi elettrici verso il cervello, permettendoci di vedere.
Deal ha spiegato che queste fotografie hanno fornito «un’istantanea di cosa stava accadendo nella microvascolarità dell’occhio (e riteniamo anche del cervello) in quel preciso momento, e che, partendo da quella prima misurazione, è possibile determinare se il paziente mostra segnali indicativi di retinopatia, ovvero di danni ai vasi sanguigni della retina».
Sebbene la maggior parte dei partecipanti (95%) non abbia mostrato segni di danno ai vasi sanguigni della retina, 365 soggetti, ovvero il 3%, ha mostrato una lieve retinopatia. Altre 256 persone, ovvero il 2% del campione, era affetto da retinopatia moderata o grave.
Analizzando i dati, il team ha dedotto che i partecipanti affetti da retinopatia moderata o grave erano più inclini a realizzare punteggi significativamente più bassi nei test della memoria rispetto ai partecipanti sani. Questi soggetti, infatti, hanno visto i loro punteggi medi ridotti di ben 1,22 punti di deviazione standard in 20 anni, mentre i soggetti con retine sane hanno visto un declino di appena 0,91 punti di deviazione standard nello stesso arco temporale considerato.
«Nonostante i nostri risultati fossero più evidenti nei soggetti affetti da diabete, abbiamo anche scoperto una forte e significativa correlazione fra cambiamenti nella retina e declino cognitivo in persone non affette da diabete» – ha affermato Deal.
Come sono collegati occhi e cervello?
La dr.ssa Rachel Bishop del National Eye Institute ha dichiarato che i risultati di questo studio «non sono affatto una sorpresa».
«Se i vasi sanguigni all’interno della retina non sono in salute, ci sono tutte le ragioni per ritenere che anche i vasi sanguigni nel cervello non siano in salute – ha affermato Bishop – Il giusto apporto di vasi sanguigni è essenziale per mantenere tutte le funzioni di qualsiasi organo, quindi, se i vasi sanguigni non sono più in grado di svolgere il loro compito, non c’è modo per cui il cervello possa funzionare allo stesso modo di un cervello con una buona funzionalità dei vasi».
Dopotutto, ha dichiarato, la lista di patologie che possono essere identificate in base alle condizioni di salute degli occhi è lunga, e tuttora in crescita. Il dr. Justin Bazan, optometrico e consulente medico dell’organizzazione no-profit The Vision Council, concorda sul fatto che sia di vitale importanza studiare i vasi sanguigni presenti negli occhi in ottica di cura e prevenzione.
«Questi presentano veramente una correlazione diretta con altre patologie sistemiche dell’organismo» – ha dichiarato. «Acquisendo sempre più informazioni sui cambiamenti che avvengono in presenza di una patologia saremo sempre più in grado di predire eventi cardiovascolari, come ad esempio un infarto e persino predire cambiamenti che avvengono in condizioni patologiche, come la malattia di Alzheimer».
Insomma, i medici specializzati nella cura degli occhi possono dire loro molto di più anche sulla condizione di salute generale.
Diabete, ipertensione, colesterolo alto sono svelati dagli occhi
«Il diabete può essere osservato negli occhi» – ha dichiarato Bazan. I primi sintomi nei soggetti affetti da diabete includono fluttuazioni nella vista.
«Possono sperimentare periodi in cui il loro livello di zucchero nel sangue è fuori controllo, evento che causa cambiamenti importanti nelle lenti presenti all’interno dell’occhio, causando, in ultima analisi, problemi alla vista» – ha spiegato. Più specificamente, una persona con diabete può soffrire di visione sfuocata per un certo periodo, dopodiché può ritornare normale. Talvolta, questi cambiamenti possono essere attribuiti a condizioni di invecchiamento generale ma, in realtà, possono anche consistere in una patologia sistemica non controllata come il diabete.
Anche l’ipertensione è facilmente riscontrabile da una analisi dell’occhio. I vasi sanguigni danneggiati, infatti, causano piccole emorragie e rotture, entrambe visibile durante un normale esame della vista.
Non solo diabete e ipertensione. «Anche il colesterolo alto è una delle condizioni più facili da individuare durante un esame perché si presenta sulla parte anteriore dell’occhio, su quella struttura di colore chiaro che prende il nome di cornea» – ha affermato Bazan. Talvolta, le condizioni cardiache provocate dall’instaurarsi di una placca di adesione sui vasi sanguigni (all’origine del colesterolo alto) sono tali da destare preoccupazione durante un semplice esame agli occhi.
Infatti, quando la placca si instaura lungo la parete della carotide vi è la possibilità che vi sia una migrazione della placca stessa fino all’occhio, dove bloccano l’arteria, portando a prevedibili cambiamenti nella struttura vascolare della parte posteriore dell’occhio. La correlazione, certo, non è così netta ma da questa constatazione si può procedere ad esami volti a una diagnosi più accurata che attesti la presenza di colesterolo alto.
Sclerosi multipla, malattie trasmesse sessualmente, patologie della tiroide e cancro: come si manifestano attraverso gli occhi
La sclerosi multipla spesso viene diagnosticata nel momento in cui il soggetto sperimenta una perdita improvvisa della vista. Osservando l’occhio di un paziente affetto da sclerosi, il medico noterebbe un cambiamento nel colore e nell’aspetto del nervo ottico. Questa prima osservazione potrebbe infatti portare ad una diagnosi più accurata di sclerosi multipla.
Anche le malattie sessualmente trasmissibili fanno la loro comparsa con evidenze negli occhi. «Il mio primo paziente alla scuola di optometria aveva la congiuntivite – ha spiegato Bazan – Tuttavia, la sua condizione non si mostrava trattabile con le normali gocce per gli occhi. Questa congiuntivite non risolta e resistente alle normali terapie si rivelò un importante segnale di un problema più grande – in questo caso, un’infezione di clamidia trasmessa sessualmente – che venne identificata solo attraverso ulteriori esami».
Anche varie tipologie di infezione da Herpes virus possono causare congiuntivite. «Ho anche avuto modo di osservare la sifilide”, ha dichiarato Bazan, spiegando che questa specifica malattia trasmissibile sessualmente causa “cambiamenti nel colore della pupilla, che può divenire di colore argilla o grigio». Anche l’HIV, a causa del suo impatto sui globuli bianchi nel sangue, causa cambiamenti ben visibili nella retina.
Anche le malattie della tiroide presentano vari modi in cui si manifesta negli occhi. Dal momento che la tiroide controlla la produzione degli ormoni responsabili, in parte, della produzione delle lacrime, molti pazienti affetti da malattia alla tiroide presentano la sindrome degli occhi secchi. Inoltre, le patologie tiroidee possono causare un allargamento e indurimento dei muscoli extraoculari, ovvero i piccoli muscoli che controllano il movimento dell’occhio – «Quindi, se vi è mai capitato di vedere qualcuno con occhi sporgenti, quella sporgenza è probabilmente dovuta alla malattia di Graves, direttamente collegata a disordini nella funzionalità della tiroide».
«In presenza di una situazione di infiammazione sistemica, questa si manifesta quasi sempre nell’occhio sotto forma di uveite» – ha dichiarato Bazan. L’uveite, che si presenta con occhi arrossati e gonfi, si instaurerebbe in concomitanza di malattia come il lupus eritematoso sistemico o altre sindromi autoimmuni.
Infine, il cancro, inclusi il cancro al seno, la leucemia e i linfomi, possono segnalare la loro presenza attraverso gli occhi, anche se la maggior parte delle persone individua la loro comparsa solitamente prima che lo faccia il loro oculista.
Insomma, il punto fondamentale è comprendere che andare dall’oculista una volta all’anno non significa svolgere un semplice esame routine. Significa molto di più: per lo stato di salute generale e per tutto l’organismo.