Quando nella vita di una donna termina definitivamente il ciclo mestruale arriva la menopausa.
Il primo a risentire del cambiamento ormonale è il cervello, in particolare l’ipotalamo, andando a scatenare una serie di reazioni fisiologiche e psicologiche che nel complesso possono aggravare sensibilmente la stabilità psicofisica della donna.
La menopausa e gli squilibri ormonali
La menopausa è un periodo fisiologico della vita di ogni donna, certamente complesso a livello sociale e psicologico, in cui l’età fertile volge al termine.
In linea generale, la menopausa è una condizione che insorge intorno ai 50 anni ma, se arriva prima dei 40 anni, allora si parla di menopausa precoce. Questa compare a causa di anomalie genetiche, malattie autoimmuni o disturbi metabolici: dal punto di vista ormonale, è del tutto simile alla menopausa naturale, tuttavia, talvolta le ovaie possono iniziare a funzionare per un breve periodo e rilasciare un ovulo, rendendo possibile la gravidanza.
Durante il climaterio (serie di eventi che accompagnano la menopausa), le mestruazioni possono interrompersi per diversi mesi per poi tornare. Poiché la funzione endocrina della donna consta nella produzione di ormoni femminili (estrogeni), questi, durante la menopausa, subiscono un crollo dei livelli, perché le ovaie divengono sempre più piccole e atrofiche e cessano di portare a termine la maturazione dei follicoli e, quindi, si ha l’assenza del ciclo mestruale.
I primi sintomi della menopausa: come riconoscerli?
I sintomi della menopausa sono diversi e ad ampio spettro. L’ipotalamo è il primo a risentirne: esso governa la pressione sanguigna, la temperatura corporea, il ritmo cardiaco e del sonno.
Non a caso, infatti, le vampate si associano anche a tachicardie notturne, insonnia e pressione alta. Quest’ultima, in concomitanza dell’abbassamento dei livelli di estrogeni, è uno dei fattori di rischio nell’insorgenza di infarti nelle donne.
Se questi sintomi persistono, ne soffre anche il lobo limbico del cervello: si hanno così sbalzi d’umore, a volte fino alla depressione. Ne soffrono circa un terzo delle donne e questo è dovuto in parte all’effetto di vampate e insonnia, che svolgono un ruolo cruciale nella qualità del sonno e del conseguente aumento della stanchezza.
La terza area a soffrire è la corteccia cognitiva, con conseguente difficoltà a ricordare i nomi e a concentrarsi.
Un altro sintomo poco conosciuto, ma molto importante, è l’osteoporosi causata dalla diminuzione degli estrogeni che portano a un minore riassorbimento intestinale e renale di calcio, e a un aumento di osteoclasti che diminuiscono la massa ossea.
Prevenire le complicanza della menopausa: ecco come
Per combattere tutti questi sintomi è innanzitutto utile avere uno stile di vita sano, ma anche curare la qualità del sonno, che permette di rigenerare l’area neurovegetativa del cervello, fare movimento fisico regolare (si riducono del 30% le infiammazioni), ridurre l’apporto di calorie, poiché il metabolismo rallenta, fare attenzione all’alcol e limitare lo stress con lo yoga o pilates.
Sul fronte terapeutico, invece, ci si può affidare alla terapia ormonale sostitutiva (TOS): è un trattamento a base di ormoni (solo estrogeni o in associazione a progestinici) per trattare sintomi caratteristici della menopausa.
È adatta a tutte le donne sintomatiche, ma deve essere personalizzata, poiché il medico deve valutare la storia clinica e le predisposizioni familiari.
La TOS interviene direttamente sui sintomi, ma dimezza anche il rischio di malattie cardiovascolari, protegge dall’osteoporosi e riduce il rischio di cancro al colon, senza aumentare il rischio di cancro al seno.