Recentemente The Guardian ha pubblicato una notizia secondo la quale il latte e la carne biologici sono molto più ricchi di benefici rispetto a quelli prodotti convenzionalmente. Questa notizia sarebbe giunta dagli ultimi controlli effettuati sui due alimenti; lo studio sul latte è stato in particolar modo il più ampio.
Ciò che ha attirato l’attenzione è la netta differenza tra le due tipologie di prodotto, per quanto riguarda i livelli nutrizionali. Il latte biologico contiene molti più acidi grassi omega-3, che migliorano la salute del cuore, e una gran quantità di ferro e di vitamina E, ma riporta anche bassi livelli di iodio e selenio. Il primo serve all’organismo per produrre gli ormoni della tiroide, mentre il secondo lo aiuta a proteggersi contro i danni alle cellule.
Per quanto riguarda, invece, la quantità di grassi, sembrerebbe che sia quello biologico che quello industriale apportino la stessa quantità.
Comunque è importante sapere che si tratta di caratteristiche di cui non si conoscono le reali conseguenze: servirebbero, cioè, ulteriori studi per comprendere se queste differenze comportino dei miglioramenti nell’organismo a lungo andare. Generalmente, la gente preferisce i prodotti biologici per ragioni connesse al benessere dell’ambiente e degli animali.
Lo studio
Ma rendiamo più chiara la situazione: l’iniziativa è partita da un gran numero di università e di istituti di ricerca sparsi per l’Europa, tra cui la Newcastle University, il Norwegian Institute for Biochemistry Research e la Warawas University of Life Sciences. La ricerca è stata poi finanziata dalla Comunità Europea e dalla Sheepdrove Trust, un’organizzazione benefica che sostiene le ricerche sull’agricoltura biologica.
Sono stati diversi i pensieri sorti dopo i primi risultati; il Daily Telegraph ha sostenuto che lo studio abbia “scatenato un diverbio tra i nutrizionisti” alcuni dei quali l’hanno ritenuta una “verità elastica”. Il Mail Online non è stato molto critico a riguardo, sostenendo di aver notato grandi differenze tra il cibo biologico e quello convenzionale, definendolo come uno “studio di riferimento”. Infine The Guardian e The Indipendent hanno offerto un punto di vista molto più neutrale, proponendo citazioni sia dei ricercatori che dei critici della ricerca.
L’analisi comparativa
Si tratta di un’analisi sistematica e di una meta-analisi di diversi studi in cui sono stati comparati i contenuti nutrizionali del latte fresco biologico e di quello convenzionale. In generale, si sono presi in considerazione sia il latte di capra, di pecora e di bufala, ma la meta-analisi si è maggiormente concentrata su quello di mucca.
Le tecniche utilizzate sono quelle standard. Nonostante ciò, tutti i risultati hanno riportato un alto rischio di errore a causa degli insufficienti dettagli sui possibili fattori di confusione. Ecco perché l’affidabilità di questi risultati è diminuita.
In principio, i ricercatori hanno consultato degli studi pubblicati nel 1992 e nel 2014; accumulando le informazioni ottenute, hanno cercato di trovare una media, osservando con attenzione i livelli nutrizionali nel latte di mucca biologico e non biologico. I risultati hanno riportato delle percentuali diverse tra i due tipi di latte.
In seguito, hanno provato a comprendere cosa determinasse questa differenza nei livelli nutrizionali. Per far ciò, si sono serviti delle informazioni ricavate da un’indagine su una grande fattoria europea, per identificare le procedure connesse alla composizione del latte biologico e del latte convenzionale.
Infine, si sono occupati di controllare quali ulteriori fattori avessero potuto influenzare i loro risultati, tra cui ad esempio le differenze geografiche che possono condizionare la qualità delle sostanze nutritive nell’erba.
I risultati
I risultati hanno riportato una grande quantità di acidi grassi nel latte biologico, i quali sono responsabile di una migliore salute del cuore. I livelli di grassi saturi e insaturi sono pressoché uguali nelle due tipologie di latte analizzate, ma il latte biologico contiene molti più grassi polinsaturi.
Per quanto riguarda vitamine e minerali, invece, i ricercatori hanno trovato un’alta concentrazione di vitamina E e ferro, ma livelli inferiori di iodio e selenio. Ricordiamo, comunque, che il latte non è una delle principali fonti di ferro o vitamina E nella nostra dieta.
A quanto pare, questi risultati cambiano molto in base alla zona geografica e al paese di provenienza. Ciò è determinato fondamentalmente dal cibo che nutrisce le mucche.
Secondo i ricercatori, questi dati dimostrerebbero che, passando alla produzione biologica si otterrebbe un gran miglioramento nella composizione dei grassi del latte. Nonostante ciò, hanno comunque ammesso che non sono presenti degli studi che sostengono che il consumo di prodotti biologici abbia un impatto preponderante nella salute dell’uomo o degli animali.
Semplicemente, con il loro studio, hanno dimostrato che, chi desidera assumere più omega 3 dovrebbe scegliere principalmente il latte biologico. A quanto pare, bere mezzo litro di questa tipologia apporta un aumento di omega 3 del 16 %, contro l’11 % del latte prodotto industriale.
Quando un prodotto si dice biologico?
Parliamo di prodotti biologici quando è dimostrata l’assenza nel prodotto finale di sostanze estranee o addirittura pericolose, come:
- coloranti artificiali
- aromatizzanti
- ingredienti sintetici
- OGM
“L’agricoltura biologica comprende tutti i sistemi agricoli che promuovono la produzione di alimenti in modo socialmente ed economicamente sano”, questo quanto afferma la IFOAM, l’International Federation of Organic Agricolture Moviment.