Come l’ansia altera la percezione della realtà

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 09 Novembre, 2016

ansia: come altera la percezione

Secondo un recente studio del Weizmann Institute of Science in Israele, il cervello delle persone ansiose potrebbe avere una percezione completamente diversa rispetto a quello delle persone immuni da tale disturbo mentale.

Le persone affette da disturbo d’ansia potrebbero già sentirsi in qualche modo degli outsider rispetto alla popolazione mediamente più tranquilla e distaccata. Tuttavia, le ricerche ne hanno identificato il vero motivo.

L’eccessiva generalizzazione non appartiene naturalmente né agli umani, né agli animali, che al contrario tendono a rispondere bene in situazioni di estremo stress e di potenziale pericolo con i meccanismi di sopravvivenza innati.

Il comportamento estremamente coinvolto potrebbe essere causato dall’incapacità di differenziare fra uno stimolo di stress e uno neutrale.

Come risponde una persona ansiosa?

La risposta di una persona ansiosa a qualcosa di innocente, come un misterioso dolcetto regalato sulla scrivania dell’ufficio, potrebbe essere di stress e preoccupazione. In questo caso, il dolcetto potrebbe essere visto come una grave minaccia, facendo cadere il cervello in una spirale di pensieri paranoici, come: perché qualcuno ha messo lì il dolcetto? Qualcuno sta cercando di avvelenarmi?

Per contro, una persona non ansiosa mangerebbe il dolcetto senza pensieri stressanti di nessun genere, o addirittura con uno stimolo piacevole.

L’autore dello studio sullo stress, condotto nel 2015, ha dichiarato: “L’eccessiva generalizzazione della paura a stimoli o situazioni di pericolo è un peso della vita di tutti i giorni e una caratteristica del disturbo da stress post-traumatico“.

In cosa consiste l’incapacità percettiva di differenziare?

Negli studi più recenti, i ricercatori sono giunti a una conclusione molto simile, dopo aver osservato i partecipanti all’esperimento mentre facevano distinzioni tra diversi suoni. In questo modo, sono giunti alla conclusione che le persone ansiose sono affette dall’incapacità percettiva di differenziare.

Come sono state condotte le ricerche?

A un gruppo di partecipanti affetti da disturbo d’ansia è stato chiesto di differenziare il suono associato a:

  • perdita di denaro
  • guadagno di denaro
  • nessuna conseguenza

Successivamente, è stato loro chiesto di ascoltare 15 suoni differenti e di capire se li avessero già sentiti durante l’ascolto precedente. Se avessero risposto correttamente, sarebbero stati ricompensati in denaro.

Quali sono stati i risultati dello studio sull’ansia?

Gli studi hanno dimostrato che le persone ansiose erano più inclini ad associare un nuovo suono con un suono precedente, che avesse innescato una risposta emozionale.

Di conseguenza, chi soffriva di disturbo d’ansia, associava più suoni rispetto ai soggetti più tranquilli e distaccati.

Durante l’esperimento, inoltre, la risonanza magnetica ha evidenziato due differenti risposte dell’amigdala agli stimoli sottoposti a persone ansiose e a persone non ansiose.

Bisogna ricordare che l’amigdala, coinvolta nella regolazione dell’ansia, nel comportamento emozionale e nella motivazione, in passato è stata associata agli attacchi di panico e ai disturbi dell’ansia.

In cosa consiste la plasticità del cervello?

I ricercatori hanno definito i cambiamenti dei cervelli ansiosi come “plastici”, in riferimento alla flessibilità cerebrale nel crescere, aumentare o diminuire le reti neurali in base allo stile di vita e alla mentalità.

Rony Paz, del Weizmann Institute, autore dello studio, ha dichiarato: “Abbiamo dimostrato che nei pazienti con l’ansia, l’esperienza emozionale induce plasticità nei circuiti cerebrali, che perdura anche dopo la fine dell’esperienza stessa. Questi cambiamenti plastici insorgono nei circuiti primari, che in seguito mediano la risposta a nuovi stimoli, causando l’incapacità di distinguere tra stimolo dell’esperienza originaria e nuovo stimolo. Pertanto, i pazienti ansiosi rispondono in maniera emozionale ai nuovi stimoli, provocando uno stato di ansia anche nelle situazioni più irrilevanti“. Ciò significa che le persone affette da disturbo d’ansia non possono controllare questa risposta.

L’ansia si può curare?

Fortunatamente, l’ansia può essere curata in diversi modi:

Secondo degli studi, l’esercizio può effettivamente aiutare a migliorare la qualità della vita delle persone affette da disturbo d’ansia.

Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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