Pazienti sottoposti a emodialisi riferiscono, spesso, una bassa qualità di vita nei settori ambiente e relazioni sociali. Altri aspetti che rendono difficile la quotidianità sono ansia, insonnia e depressione grave.
Sebbene i risultati di alcune indagini risultino discordanti, in generale, possiamo dire che meno problemi sembrano essere riferiti da pazienti sottoposti a dialisi peritoneale.
In entrambi i gruppi è stata segnalata depressione elevata, probabilmente più associata alla frustrazione dovuta alla condizione, piuttosto che alla dialisi in sé. È, infatti, frequente riscontrare depressione nei pazienti che soffrono di malattie croniche, tra cui soggetti con malattia renale allo stadio terminale.
Nel caso dei pazienti dializzati, la depressione potrebbe essere collegata al trattamento, poiché richiede collegamento continuo con la macchina e i pazienti presentano gravi restrizioni sul loro livello di indipendenza.
In generale, pazienti con malattia renale allo stadio terminale devono affrontare molte avversità, come:
- sintomi fisici fastidiosi;
- speciali programmi alimentari;
- trasformazioni a livello fisico;
- cambiamenti degli obiettivi personali, sociali e professionali;
- adattamento della vita a una malattia cronica.
Gli effetti delle malattie croniche sulla qualità della vita
Le malattie croniche e invalidanti determinano gravi effetti sulla qualità della vita dei pazienti e possono influenzare gli aspetti sociali, finanziari e psicologici.
Per quanto riguarda la differenza di qualità della vita, dal punto di vista psico-sociale, tra pazienti sottoposti a emodialisi e pazienti sottoposti a dialisi peritoneale, sembrerebbe che i secondi riescano ad avere una migliore qualità nella quotidianità. Tuttavia, dal punto di vista fisico, sembra che i pazienti emodializzati stiano meglio.
In termini di salute mentale, i pazienti in emodialisi hanno riportato più ansia, insonnia e maggiori sintomi depressivi. Per quanto la salute fisica, entrambi i gruppi sembrano seguire modelli comparabili.
In generale, non ci sono prove a sostegno del fatto che i pazienti in trattamento di emodialisi siano in una posizione più compromessa rispetto ai pazienti sottoposti a dialisi peritoneale. I rapporti sociali e le percezioni dell’ambiente sono troppo diversi per ottenere risultati coerenti. Probabilmente, i vari studi sul comportamento sociale e sulle percezioni, per quanto soggettive, andrebbero approfonditi e fatti su campioni di pazienti molto più grandi.
L’importanza del sostegno psicologico
Sia nei pazienti dializzati, sia nei pazienti con altre patologie croniche e invalidanti, sarebbe opportuna l’integrazione tra terapie farmacologiche e psicoterapia. Sembra inscindibile l’intervento coordinato di specialisti che si occupino contemporaneamente della salute fisica e di quella mentale, tuttavia, sono quasi inesistenti strutture che si occupano a 360 gradi del paziente.
Un soggetto sano che di colpo viene catapultato nella realtà di un paziente con un disturbo cronico sviluppa percezioni e reazioni soggettive e spesso deleterie, delle quali nessuno si occupa. Il sostegno psicologico è di fondamentale importanza per rendere il paziente consapevole e far sì che accetti la sua nuova realtà.
Abituare il paziente, sin dall’esordio della malattia, a dialogare, esprimere i propri sentimenti, le impressioni e le paure, sono atteggiamenti costruttivi nei confronti di una condizione nuova e duratura.
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