In generale, come sappiamo, la gotta è un disturbo tipicamente maschile.
Tuttavia, durante la menopausa, cresce moltissimo la possibilità che anche la donna venga colpita dalla gotta: questa patologia è caratterizzata da una concentrazione di acido urico alto nel sangue periferico che precipita determinando la formazione di cristalli che si depositano a livello delle articolazioni e, soprattutto, sull’alluce.
Vediamo nei dettagli come comportarci nel caso in caso in cui l’acido urico sia alle stelle e quale dieta per l’uricemia seguire.
Acido urico alto: non solo gotta
A livello pratico, la gotta si presenta con lo sviluppo acuto di monoartrite, ovvero un processo infiammatorio che interessa solo un’articolazione, l’alluce, determinando dolore e flogosi soprattutto nelle ore notturne, quando, poiché la temperatura corporea si abbassa, l’acido urico in eccesso forma dei precipitati.
Laddove si ha una condizione prolungata di iperuricemia, ovvero i livelli di acido urico nel sangue sono superiori a 6 mg/dl, si possono formare noduli tipici detti tofi.
Ma non tutti sanno che mantenere l’uricemia al di sotto di 5,5 mg/dl aiuta a tenere sotto controllo la stato di salute di vasi sanguigni e cuore.
In altre parole, l’iperuricemia rappresenta un possibile fattore di rischio per le patologie cardiovascolari paragonabile a condizioni più note quali:
- Ipertensione
- Ipercolesterolemia
- Diabete
Secondo le stime, l’iperuricemia è corresponsabile di circa il 40% di tutti gli infarti registrati annualmente in Italia.
Più in particolare, svariate ricerche scientifiche hanno mostrato come l’iperuricemia incrementi fino al 26% il rischio di mortalità legata a disturbi cardiovascolari e del 22% l’eventualità di un ictus.
Inoltre, triplica il rischio di insorgenza di diabete e predispone allo sviluppo di disturbi a livello renale e relativi alla pressione arteriosa.
La misura dell’uricemia, ovvero la concentrazione ematica di acido urico, si realizza mediante un test emato-chimico: tutti dovrebbero sottoporvisi, dato che le stime suggeriscono la presenza di 13 milioni di italiani con un tasso di uricemia troppo alto e la cui esistenza è sconosciuta ai più.
L’alimentazione può essere un valido alleato per chi soffre di gotta: la dieta per l’uricemia
Se si ha un livello di uricemia troppo elevato, è possibile seguire un regime alimentare adeguato volto alla riduzione della concentrazione ematica di acido urico e necessario per ridurre il rischio di attacchi di gotta ricorrenti e rallentare la progressione dei danni alle articolazioni dovuti alla presenza di cristalli di urato.
È importante evidenziare che seguire un regime alimentare mirato alla riduzione dei livelli di acido urico nel sangue non rappresenti una cura per la iperuricemia ma sia estremamente utile nel ridurre gli attacchi ricorrenti di gotta e nel rallentare la progressione del danno articolare.
È possibile affermare che i principi generali di una dieta mirata a tenere sotto controllo l’uricemia coincidano con le raccomandazioni tipiche di qualunque dieta sana ed equilibrata.
In altre parole, se la concentrazione di acido urico nel sangue è ai limiti, è necessario in primo luogo perdere peso. L’eventuale sovrappeso e il rischio di insorgenza della gotta sono infatti strettamente correlati.
Dunque, gli uomini, ma anche le donne in menopausa, dovrebbero seguire pochi e semplici consigli per ridurre l’uricemia e la possibilità di sviluppare gotta e artrite.
Eccone alcuni per la dieta per la gotta:
- In primo luogo, è consigliabile bere moltissimo, anche più di due litri di acqua al giorno, per favorire l’idratazione. Bisogna poi prestar attenzione all’assunzione di farmaci dall’azione diuretica che possono determinare disidratazione.
- È opportuno preferire i carboidrati complessi rispetto a quelli semplici: in altre parole, in caso di gotta, è consigliabile consumare frutta, verdura e cereali integrali rispetto a pane bianco, dolci, caramelle e bevande zuccherate.
- È necessario ridurre l’apporto di grassi saturi derivanti dal consumo di carni rosse (soprattutto fegato, reni e interiora di animali poiché ricchi in purine), pollame grasso e latticini ad elevato contenuto di grassi.
- Allo stesso modo, è opportuno limitare il consumo di pesci grassi contenenti purine in elevate quantità (acciughe, aringhe, sardine, cozze, capesante, trote, sgombri e tonni).
- Per ciò che concerne le proteine, bisogna limitare il consumo giornaliero di carne magra, pesce e pollame prediligendo prodotti caseari a basso contenuto di grassi, quali yogurt magro o latte scremato.
In altre parole, in caso di iperuricemia, è necessario limitare il consumo di cibi che determinano un innalzamento della quantità di acido urico nel sangue poiché ricchi in purine, ovvero quelle molecole presenti in ogni cellula vivente (comprese quelle del nostro organismo).
Tra gli alimenti da evitare nella dieta per l’uricemia, indichiamo dunque:
- Pesce azzurro
- Carne
- Crostacei
- Interiora e frattaglie
- Pollame
- Salumi
- Sughi di carne
Fino a ieri, si pensava che anche il consumo di verdure ad alto contenuto di purine dovesse essere limitato, per evitare il rischio di insorgenza di gotta.
Tra questi, ricordiamo:
- Legumi (fagioli e lenticchie)
- Asparagi
- Spinaci
- Cavolfiori
- Piselli
- Funghi
Tuttavia, moderni studi suggeriscono come il consumo di queste verdure non sia da limitare in modo eccessivo. Come sempre, è bene non esagerare, senza però bandirle completamente dal proprio regime alimentare.
Infine, in caso di gotta, è assolutamente vietato l’uso di alcool e, soprattutto, di birra e di superalcolici.
Vi è però una buona notizia: se si è già stati colpiti dalla malattia, mangiare ciliegie ridurrebbe del 35% il rischio di essere vittime di attacchi acuti di gotta. Ecco pronta, dunque, la dieta per l’uricemia!