Il cuore pompa il sangue che scorre all’interno del vasi sanguigni. La pressione sanguigna è la forza con cui il sangue spinge contro le pareti dei vasi. L’ipertensione è un aumento della pressione esercitata dal sangue.
I fattori che possono aumentare questa forza includono un aumento del volume del sangue a causa di liquidi in eccesso nei vasi sanguigni, che sono stretti, irrigiditi, o intasati.
La pressione si misura in millimetri di mercurio (mmHg). I valori numerici vengono indicati con due numeri separati da una barra e seguiti da millimetri di mercurio. Il primo valore indica la pressione massima, o sistolica, che rappresenta la pressione esercitata dal cuore sui vasi sanguigni; il secondo numero indica la minima, o diastolica, che rappresenta il rilassamento dei vasi sanguigni tra un battito e l’altro. Parametri pressori ottimali sono 120/80 (da leggere: 120 su 80).
Una massima a 130 potrebbe indicare una pre-ipertensione e va, quindi, monitorata nel tempo. La pressione alta è una pressione sistolica di 140 o superiore o una pressione diastolica che supera anche 90.
Qual è il ruolo dei reni sulla pressione arteriosa?
I reni sono due, si trovano ai lati della parte superiore dell’addome, su entrambi i lati della colonna vertebrale. Ogni rene ha la dimensione di un’arancia, ma a forma di fagiolo. Il rene è riccamente vascolarizzato da una fitta rete di capillari sanguigni, che si raggruppano a gomitolo per formare strutture chiamate glomeruli.
Ogni glomerulo è come un filtro. La struttura del glomerulo permette a prodotti di scarto e acqua presenti nel sangue di passare in un piccolo canale, chiamato tubulo. Il liquido che rimane al termine di ogni tubulo è chiamato urina. Dai tubuli renali, l’urina viene convogliata nell’ uretere e, da qui, alla vescica.
L’ipertensione è da tempo riconosciuta come una delle cause e/o delle conseguenze dell’IRC, questo perché i reni hanno un sistema ormonale di controllo sulla pressione sanguigna. Attraverso gli ormoni renina-angiotensina, infatti, regolano la vasodilatazione e la vasocostrizione, meccanismi utili, rispettivamente, all’abbassamento e all’innalzamento pressorio.
Se, da un lato, il rene contribuisce all’innalzamento pressorio, nello stesso tempo, l’elevata pressione sanguigna danneggia i reni.
In che modo l’alta pressione sanguigna può influenzare i reni?
La pressione alta può danneggiare i vasi sanguigni nei reni, riducendo la loro capacità di funzionare correttamente. Quando la forza del flusso sanguigno è alta, i vasi sanguigni si estendono in modo che il sangue possa scorrere più facilmente. Questa estensione provoca cicatrici e indebolisce i vasi sanguigni in tutto il corpo, compresi quelli presenti nei reni.
Se i vasi sanguigni dei reni sono danneggiati, la funzionalità renale può risultare ridotta contribuendo all’accumulo di rifiuti e liquidi nel corpo. I fluidi extra nei vasi sanguigni possono, a loro volta, aumentare la pressione sanguigna ancor più, creando un ciclo pericoloso.
La pressione alta è la seconda causa di insufficienza renale, dopo il diabete.
Quali sono i sintomi d’ipertensione e malattie renali?
La maggior parte delle persone con pressione sanguigna alta non hanno sintomi. In rari casi, la pressione alta può causare mal di testa e aura (disturbi visivi, visione disturbata da flash luminosi).
Le malattie renali, inoltre, non hanno sintomi nelle fasi iniziali. I pazienti possono presentare gonfiore (edema), che si verifica quando i reni non possono liberarsi di liquidi in eccesso e del sale. L’edema può verificarsi nelle gambe, ai piedi, o alle caviglie, meno spesso nelle mani o nel viso. Una volta che la funzione renale diminuisce ulteriormente, i sintomi possono includere:
- perdita di appetito
- nausea
- vomito
- sonnolenza o sensazione di stanchezza
- difficoltà di concentrazione
- problemi di sonno
- aumento o diminuzione della minzione
E ancora:
- prurito generalizzato o intorpidimento
- pelle secca
- mal di testa
- perdita di peso
- crampi muscolari
- fiato corto
- dolore al petto
Come vengono diagnosticate le malattie renali e l’ipertensione?
La pressione sanguigna si misura con uno strumento detto “sfigmomanometro”. Monitorarla vuol dire misurarla almeno tre volte al giorno per controllare eventuali oscillazioni e saper, poi, riferire al proprio medico quale è stato l’andamento. Molti pazienti hanno dei misuratori della pressione elettronici, da polso o da mettere al braccio. E’ utile tenere un diario della pressione.
La malattia renale è diagnosticata attraverso esami delle urine e del sangue. Gli esami di routine utilizzati per monitorare la funzionalità renale includono:
- Creatininemia (livello di creatinina nel sangue)
- Tasso di filtrazione glomerulare (stima del volume di sangue che viene filtrato a livello dei glomeruli in un certo periodo di tempo)
- Azotemia
- Esame delle urine
- Proteinuria delle 24 ore
Come si può prevenire o rallentare la progressione della malattia renale dovuta ad alta pressione sanguigna?
Il modo migliore per rallentare o prevenire le malattie renali da pressione alta è quello di prendere misure per abbassare la pressione sanguigna. Questi passaggi includono una combinazione di farmaci e uno stile di vita adeguato, come ad esempio:
- mangiare sano
- fare attività fisica
- mantenimento di un peso sano
- smettere di fumare
- gestione dello stress
- mantenere la pressione sanguigna al di sotto di 140/90
I farmaci che abbassano la pressione sanguigna possono anche rallentare in modo significativo la progressione della malattia renale.
Due tipi di farmaci per la pressione del sangue per abbassare enzimi inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina (ARB), si sono dimostrati efficaci nel rallentare la progressione della malattia renale. Molte persone necessitano di due o più farmaci per controllare la pressione sanguigna.
Oltre agli ACE inibitori o agli ARB, possono essere prescritti i diuretici, beta-bloccanti e calcio-antagonisti. In ogni caso, è opportuno rivolgersi al proprio medico.