Un gruppo di studiosi statunitensi, israeliani, neozelandesi e inglesi, ha preso in esame giovani adulti sulla soglia dei 40 anni per osservare come il processo di invecchiamento si presenti in modo diverso da soggetto a soggetto.
Si è notato come in alcuni individui, da un punto di vista biologico, si accumulassero anche 3 anni per ogni anno solare trascorso. Pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, questa ricerca ha voluto dimostrare come l’invecchiamento cronologico possa presentarsi in modo diverso rispetto a quello biologico.
Lo studio
Il professor Dan Belsky, della Duke University Centers of Aging, ha spiegato come è stato condotto lo studio. “Si fanno molte ricerche sull’invecchiamento, ma raramente queste sono condotte su persone giovani in procinto di passare i 40 anni. Sfruttando i dati raccolti nel famoso studio Dunedin, sono stati presi in esame centinaia di soggetti nati nel 1972 e nel 1973 nella stessa città. Questi sono stati seguiti dalla nascita fino ad oggi con misurazioni e prelievi fatti all’età di 18, 26, 32 e 38 anni”.
Gli esami hanno monitorato vari aspetti:
- sistema metabolico ed immunitario
- funzioni di reni, polmoni e fegato
- colesterolo HDL
- fitness cardio-respiratorio
- lunghezza dei telomeri, le parti dei cromosomi che si accorciano con il passare degli anni
Altre analisi hanno coinvolto la salute di capillari, denti, e capacità fisica e psicologica. I risultati di questo monitoraggio sono stati sorprendenti, infatti, nonostante tutti i soggetti esaminati avessero un’età anagrafica di 38 anni, alcuni ne dimostravano una biologica di 30 e altri una di 60. I soggetti che hanno dimostrato di avere un’età maggiore hanno manifestato problemi nello svolgimento di varie attività, come il salire le scale, ma anche minori performance nei test psicologici.
Invecchiamento precoce
L’invecchiamento biologico precoce, prosegue il dottor Belsky, si riflette anche su quello estetico. Le foto dei soggetti presi in esame sono state mostrate ad un gruppo di studenti universitari, i quali hanno giudicato come più anziani proprio quelli che si erano dimostrati avere una maggiore età biologica.
Lo studioso afferma come il processo di invecchiamento inizi già a partire dai 26 anni, e subisca forti influenze da fattori ambientali e stile di vita. Belsky conclude sostenendo che lo studio portato avanti da lui e da i suoi colleghi ha mostrato la strada da percorrere per rendere più lento il processo di senescenza, andando ad agire su questi ultimi due fattori.