Capita spesso che, una volta richiesto e ricevuto il verbale di invalidità civile, si riscontrino delle difficoltà nella sua stessa lettura: qual è l’esito accertato dalla Commissione? E, soprattutto, a cosa fanno riferimento quei codici (ICD 9 oppure ICD 9 omissis) contenuti al suo interno? Cerchiamo di fare chiarezza.
Verbale di invalidità civile: una guida per la sua lettura
Prima di capire come interpretare e cosa sono i codici ICD 9 e ICD 9 omissis, è importante cercare di comprendere quali sono le informazioni principali contenute in un verbale di invalidità civile, per poterlo così interpretare al meglio.
Innanzitutto, è bene sottolineare che tale documento risulta strutturato in tre diverse parti:
- Dati del richiedente invalidità e motivazioni – In questa prima sezione, troverete tutti i dati necessari per individuare il richiedente invalidità civile: tra questi, troverete lo stato civile, l’età e l’indirizzo di residenza. Saranno inoltre indicati i motivi per cui è stata presentata la domanda, così come la data di seduta e la tipologia di visita: domiciliare o ambulatoriale.
- Giudizio diagnostico della Commissione – Nella seconda parte del verbale di invalidità civile vengono segnalate le patologie rilevate a seguito della documentazione prodotta oppure accertate mediante l’esame oggettivo della Commissione. Per ogni patologia riscontrata, la Commissione indicherà il relativo codice internazionale (ICD), così come le principali disabilità accertate nonché le relative cause e concause. Ed è proprio in questa sezione che troverete quei codici (ICD 9 / ICD 9 omissis / ICD-9-CM) di così difficile interpretazione che, più avanti, cercheremo di interpretare.
- Giudizio finale – La terza e ultima sezione contiene il giudizio finale espresso dalla Commissione, che vi permetterà di conoscere con chiarezza lo status accertato, da cui deriva ogni eventuale diritto.
Ricordiamo che il verbale dell’invalidità civile è necessario per verificare se sussistono le variabili di “gravità” e di “occupabilità”, necessarie per il riconoscimento della condizione di handicap ai sensi della legge 104/1992 (per avere diritto, tra le altre cose, ai permessi lavorativi) o il riconoscimento della condizione di disabile ai sensi della legge 68/1999 (per aver diritto all’inserimento lavorativo mirato).
Quindi, se il cittadino ha presentato una domanda di richiesta di accertamento dell’invalidità civile, dell’handicap e della disabilità, gli esiti riguardano tre diverse sfere: quella delle provvidenze economiche, quella dei permessi lavorativi e quella del collocamento mirato.
Patologie accertate: diagnosi ICD 9 e ICD 9 omissis
Come già anticipato, all’interno del vostro verbale di invalidità civile, troverete un codice che, per i non esperti, è di difficile interpretazione e che va a indicare la tipologia di malattia accertata, sulla base della Classificazione internazionale delle malattie.
Si tratta, in particolare, del codice di diagnosi ICD 9 (o ICD-9-CM) che descrive – con caratteri numerici o alfa-numerici – i termini medici in cui sono espressi le diagnosi di malattia o di traumatismo, gli altri problemi di salute, le cause di traumatismo e le procedure diagnostiche e terapeutiche.
Se accanto alla dicitura ICD 9 doveste trovare il termine omissis, nessun allarmismo. Questo viene semplicemente inserito per mantenere il riserbo sul proprio stato di salute. Infatti, il verbale si presenta sempre in duplice copia: insieme alla documentazione “depurata” (dove comparirà la dicitura ICD-9 omissis) da presentare a terzi per usi amministrativi, vi è sempre anche il verbale integrale, che riporta tutti i dati sanitari, compreso il codice ICD 9 in questione.
In particolare, è bene sottolineare che l’ICD (Classificazione internazionale delle malattie) – adottata in Italia dal 1924 per redigere le statistiche sulla mortalità e dal 1948 per rilevare le cause di morbosità – rappresenta un sistema di classificazione che organizza le malattie e i traumatismi in diversi gruppi, sulla base di criteri ben definiti. La sigla ICD è accompagnata dal numero 9, che fa riferimento alla nona revisione della stessa classificazione (ICD 9).
Dal 1979, un Comitato ad hoc ha sviluppato e provvede ad aggiornare annualmente una versione modificata e ampliata, con l’introduzione degli interventi e delle procedure diagnostiche e terapeutiche, del sistema di classificazione: la ICD-9-CM International Classification of Diseases, 9th revision, Clinical Modification. Da allora, nell’ottobre di ciascun anno, il National Center for Health Statistics (NCHS) pubblica aggiornamenti dell’ICD-9-CM.
Seppur non immediatamente intuitivo, ecco finalmente svelato il “mistero” del codice ICD 9 e ICD 9 omissis!