Insonnia e suicidio: qual è la relazione?

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 16 Ottobre, 2016

insonnia e suicidio

Le prove scientifiche che un adeguato numero di ore di sonno sono necessarie per la salute, sia mentale che fisica, sono sempre maggiori.

I disturbi del sonno favoriscono la depressione e, da ciò che è emerso da un recente studio, sembrerebbe che l’insonnia possa aumentare il rischio di pensieri suicidi e dei tentativi di suicidio.

Che cos’è l’insonnia?

Si dice “insonnia” l’incapacità di dormire. E’ un disturbo complesso, che si può classificare in:

Insonnia transitoria: dura da pochi giorni ed è legata a eventi stressanti.

Insonnia a breve termine: dura qualche settimana e, anche in questo caso, la causa sono eventi stressanti per il corpo e per la mente.

Insonnia cronica: può durare anni ed è legata principalmente a nevrosi, depressione oppure disturbi ossessivo-compulsivi.

Relazione tra insonnia e pensieri suicidi

In uno studio congiunto, alcuni ricercatori dell’Università del Michigan e dell’Università di Varsavia hanno condotto un sondaggio su un campione di oltre 5000 persone.

Un individuo su 200 ha riferito di aver tentato il suicidio e, circa il 3% degli individui sottoposti al test, ha riferito di aver avuto pensieri suicidi. Un terzo dei soggetti che hanno palesato un comportamento suicida avevano problemi di insonnia.

È stato dedotto, dunque, che il rischio di pensieri suicidi aumenta nelle persone che presentano disturbi del sonno.

Il rischio di pensieri suicidi aumenta maggiormente nel caso in cui i disturbi del sonno sono legati ad altri problemi di carattere psichico, come la depressione, i disturbi di ansia, l’abuso di sostanze stupefacenti.

Se nella maggior parte dei casi si riscontrano pensieri e comportamenti suicidi, nei soggetti che presentano insonnia associata a depressione, in alcuni casi sono stati osservati gli stessi pensieri suicidi in soggetti che soffrono di insonnia ma che non sono depressi.

Che cosa spinge le persone con insonnia, ma senza un disturbo depressivo, ad avere tendenze suicide?

A questa domanda gli autori della ricerca rispondono che l’insonnia può avere un effetto negativo sulle capacità di giudizio e sul controllo degli impulsi, e provoca un grave senso di stanchezza e di disperazione.

Quali sono le cause dell’insonnia?

Nonostante possa essere dovuta a molteplici fattori, individuare le cause dell’insonnia è fondamentale per comprendere il problema e aiutare la persona affetta a risolverlo. Le cause dell’insonnia possono essere suddivise in tre ampie categorie:

  • Insonnie situazionali
  • Insonnie non situazionali primarie
  • Insonnie non situazionali secondarie

Le insonnie situazionali sono dovute a eventi interni o esterni all’individuo al contesto in cui vive. Per esempio, insonnie dovute a fattori di disturbo come rumori proveniente dall’ambiente, temperature non adeguate, un letto scomodo, dolore fisico, assunzione di farmaci che alterano l’equilibrio sonno/veglia o di sostanze stupefacenti, stress.

Le insonnie non situazionali primarie possono essere:

  • Insonnie psicofisiologiche, che spesso derivano da insonnie situazionali, una volta cessato il fattore di disturbo situazionale questi soggetti continuano ad essere afflitti dall’insonnia. A volte, anche il timore di trascorrere un’altra notte insonne fa aumentare la tensione che a sua volta impedisce di rilassarsi e dormire.
  • Insonnie dovute a cattive abitudini, cattiva alimentazione, “siesta” pomeridiana, stare davanti al computer o giocare con i videogiochi prima di addormentarsi

Le insonnie non situazionali secondarie possono essere:

  • Insonnie associate a malattie psichiatriche
  • Insonnie associate a malattie neurologiche
  • Insonnie associate a malattie internistiche (per esempio insonnie associate a patologie cardiovascolari, scompensi pressori, compromissioni croniche del flusso dell’aria o reflusso gastro-esofageo)

Riconoscere la propria insonnia è il primo passo da fare per ritrovare la salute anche a letto: non sottovalutate il problema e parlatene al vostro medico, saprà lui cosa è meglio fare in questi casi.

 

 

Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Tania Catalano | Biologa
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