La pressione arteriosa può elevarsi al di sopra del limite di normalità per diversi motivi.
Allorquando non sia possibile individuare una causa – singola e specifica – per tale elevazione, il clinico parla genericamente di ipertensione idiopatica oppure essenziale. In realtà, nella grande maggioranza dei casi ci si trova di fronte a tipi diversi di ipertensione arteriosa idiopatica – riconducibili però tutti allo stesso risultato finale – e a sue cause almeno intuibili: eccessivo consumo di sale, sedentarietà, fumo di sigaretta, etc.
L’assenza di una causa specifica, pertanto, non vuol dire che il clinico (e il paziente) ignorino il ruolo determinante dello stile di vita nel provocare la progressiva elevazione del regime tensivo.
Quando la causa dell’ipertensione è nota
In altre condizioni, l’ipertensione arteriosa è legata a una causa nota, ad esempio endocrina. Pensiamo a:
- Ipertiroidismo
- Iperaldosteronismo
- Ipercortisolismo
E’, pertanto, sempre cruciale ricercare queste cause – presenti in circa il 10% degli ipertesi, con particolare riferimento e incremento percentuale agli estremi delle età considerate: pediatrica e geriatrica – perché la loro rimozione è spesso curativa in modo definitivo.
Pressione alta: e se fosse colpa dei reni?
Oltre alle cause endocrine, altri fattori comuni che determinano l’ipertensione arteriosa sono legati al rene e alla sua cronicamente insufficiente funzione. In aggiunta, lo stesso rene può determinare ipertensione indipendentemente dalla sua funzione, conservata o ridotta.
Solitamente, in questi casi l’ipertensione arteriosa è spesso conseguente a una patologia congenita o acquisita dei grandi e/o piccoli vasi arteriosi renali, ma anche alla comparsa di un danno renale, soprattutto interstiziale e più spesso monolaterale, successivo a infezioni delle vie urinarie che abbiano avuto modo di risalire dalla vescica fino al bacinetto renale.
Questo tipo di malattia renale – cui consegue un tipo di ipertensione che è definibile “nefroparenchimale” – è più comune nella donna, causa la conformazione delle basse vie escretrici, che rende più facile l’insorgenza di infezioni. Per questo, eventuali anomalie delle medesime vie escretrici vanno prontamente diagnosticate dal pediatra, mentre una eventuale infezione delle vie urinarie va prevenuta e curata con attenzione: per quanto non comunemente, la “risalita” dei germi fino al bacinetto e al rene può avere conseguenze croniche importanti, come l’insorgenza di ipertensione arteriosa e/o la perdita/riduzione nella funzione del rene affetto.
A cura del Prof. Claudio Ferri – Presidente della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa – Professore Ordinario in Medicina Interna – Direttore UOC di Medicina Interna e Nefrologia – Ospedale San Salvatore di Coppito (AQ).