Una ricerca pubblicata su Lancet Public Health, da ricercatori dell’European Commission Joint Research Centre (JRC) e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, illustra uno scenario preoccupante per il futuro: nelle regioni mediterranee il rischio di mortalità dovuta al caldo si alzerà drasticamente nei prossimi decenni, soprattutto per gli anziani.
Scopriamone di più.
Lo studio
I ricercatori dell’European Commission Joint Research Centre (JRC) e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia affermano come, da qui al 2100, vi sarà un significativo aumento delle temperature, dovuto all’effetto serra, che diventerà sempre più letale.
Le temperature troppo calde, così come quelle troppo fredde, possono essere letali – soprattutto per la fascia d’età più avanzata o per i soggetti con disturbi pregressi.
Ad oggi, infatti, si stima che almeno un terzo dei decessi dovuti al caldo è attribuibile al cambiamento climatico, un innalzamento della condizione termica che andrà sempre più a esasperare le differenze di condizioni atmosferiche regionali in grado di aumentare il rischio di morte.
All’interno dello studio, è stato osservata la mortalità corrente e futura per caldo eccessivo in 30 diverse nazioni e 1.368 regioni considerando i quattro diversi scenari del riscaldamento globale: +1,5 gradi, +2, +3 e +4 rispetto al livello pre-industriale.
Il dato che ne emerge è il rapido aumento del rischio di decesso per le temperature smodate nelle regioni mediterranee (come Italia e Spagna); i dati rivelano che in Europa, negli ultimi 20 anni, si sono registrate oltre 360.000 morti dovute al freddo e oltre 43.000 dovute al caldo, con un rapporto di 8,3 a 1.
Nella ricerca si sottolinea come questo rapporto tenderà a scendere a 2,6 a 1 entro il 2100, con la prosecuzione delle politiche ambientali odierne.
Gli scenari
Secondo le nuove stime, si avranno circa 55.000 morti annue in più dovute sia al caldo che all’invecchiamento della popolazione europea (cosa che rende più vulnerabili alle alte temperature).
Durante l’estate del 2022, la più calda di sempre per l’Europa, si è avuto un importante aumento di morti causate dal caldo: oltre 60.000.
Nelle morti per caldo in Europa, dal punto di vista statistico, quasi la metà delle vittime fanno parte della fascia d’età over 85, mentre quella che va dai 75 agli 84 ne conta più di un quarto.
Si arriverà, dunque, a contare circa il 90% dei morti per il caldo negli individui oltre gli 85 anni (anche solo per un aumento minimo di 1,5 gradi), per via dell’età media in salita e della scarsa natalità nel continente europeo.
Il rischio di morti legate al caldo è ben sei volte più alto nelle regioni mediterranee rispetto alle regioni nordiche.
Negli ultimi vent’anni, in Italia, si sono registrate mediamente 41.340 morti all’anno a causa del freddo e 10.433 a causa del caldo. Nel più ottimistico degli scenari, con un aumento di 1,5 gradi, si stima che le morti annuali dovute al freddo scenderebbero a 40.418, mentre quelle causate dal caldo salirebbero a 14.081.
Con un incremento di 2 gradi, le vittime del freddo si ridurrebbero a 38.075, mentre quelle del caldo crescerebbero a 18.255. Se la temperatura aumentasse di 3 gradi, i decessi legati al freddo scenderebbero ulteriormente a 33.522, ma quelli dovuti al caldo raggiungerebbero 28.285.
Nello scenario peggiore, con un aumento di 4 gradi rispetto ai livelli preindustriali, si prevedono 29.192 morti per il freddo e ben 45.683 per il caldo. È evidente, dunque, che la diminuzione dei decessi causati dal freddo non sarebbe sufficiente a bilanciare l’aumento di quelli dovuti al caldo.
Uno dei coautori dello studio, David Garcia-Leon, ricercatore presso il JRC di Siviglia afferma che “c’è un bisogno critico di sviluppare politiche più mirate per proteggere le regioni e i cittadini messi più a rischio dalle temperature estreme”.