Il mio bambino cresce regolarmente?

Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Ultimo aggiornamento – 07 Settembre, 2017

crescita dei bambini: cosa è bene sapere

La crescita del bambino può destare qualche preoccupazione, soprattutto nel caso del primo figlio. Spesso, infatti, ci si chiede se il proprio bambino cresce e sviluppa le proprie abilità cognitive in modo normale, perché è chiaro a tutti i genitori che la crescita riflette il suo stato di salute generale.

La crescita dei bambini: cosa è bene sapere?

La prima cosa da chiarire è che la crescita dei bambini in termini di lunghezza (o altezza) e peso dipende dal sesso, dall’epoca dello sviluppo e dai fattori genetici. Quindi, ogni fascia d’età ha un proprio ritmo di crescita (o velocità di crescita), leggermente diverso per maschietti e femminucce, su cui però influisce la costituzione genetica.

A proposito di genetica, l’indicatore dell’altezza prevista una volta completato lo sviluppo è chiamato potenziale genetico. Quest’ultimo è calcolabile attraverso delle formule, diverse per maschi e femmine. Per i maschi, la formula è (altezza padre + altezza madre + 13)/2; per le femmine è (altezza padre + altezza madre – 13)/2. Ovviamente la formula restituisce come risultato un valore unico, ma l’intervallo dell’altezza prevista da adulto si ottiene aggiungendo ±8,5 cm al valore ottenuto, applicando la formula.

Molto probabilmente chi ha già avuto un figlio ha una certa familiarità con le tabelle di crescita (familiarità che sarà immediatamente acquisita dai neogenitori!) e sa che uno dei periodi in cui si osserva la maggiore crescita è il primo anno di vita, durante il quale il bambino triplica il proprio peso e cresce di circa 25-30 cm. In questa fase, sono state riscontrate alcune differenze nella velocità di crescita tra in neonati allattati al seno e non, in favore dei primi: essi hanno una tendenza a crescere più rapidamente nei primi sei mesi.

Per controllare la crescita del bambino, il pediatra misura la lunghezza, la circonferenza cranica e il peso e verifica che siano in linea con le tabelle di crescita. In questo modo, il medico acquisisce degli elementi utili per capire se possono esserci dei problemi più o meno seri. Per esempio, importanti alterazioni del peso possono far sospettare delle patologie acute, mentre lo sviluppo in altezza è influenzato maggiormente da patologie croniche.

La crescita cognitiva del bambino

Dal punto di vista cognitivo, nel primo anno di età il bambino diventa capace di stabilire autonomamente un contatto con le altre persone, di emettere dei suoni con cui riesce a farsi capire, di rimanere in piedi appoggiato a muri o mobili, di osservare ciò che lo circonda e di prendere confidenza con alcuni oggetti grazie all’utilizzo delle mani, degli occhi e della bocca.

Dopo una rapida crescita, nel periodo compreso fra 1 e 3 anni il bambino cresce meno rapidamente. Durante le visite dal pediatra, saranno sempre misurati i parametri peso, lunghezza (altezza dopo i 2 anni) e circonferenza cranica. Compiuti i due anni diventa importante anche il calcolo dell’indice di massa corporea (o BMI), che consente di definire se il bambino è normopeso. Solitamente la lunghezza o altezza tra 1 e 3 anni è compresa tra i 75 cm e i 95 cm circa. Nel corso del secondo anno di vita il bambino cresce di 12 cm, mentre durante il terzo anno cresce di 8 cm.

Dai 4 ai 9 anni altezza e peso aumentano in modo costante. Ogni anno il bambino cresce di circa 5-7 cm fino alla pubertà.

Con la pubertà, i maschi crescono in altezza mediamente di 28 cm e le femmine di circa 25 cm.

Anche per quanto riguarda la pubertà, un’informazione importante proviene dai genitori: sapere quando è avvenuto il loro sviluppo puberale consente di fare una previsione per il bambino e di allontanare preoccupazioni che potrebbero essere infondate.

Nel corso delle visite pediatriche, l’attenzione del medico è posta anche sulle proporzioni corporee poiché la bassa statura unita a una certa sproporzione delle varie regioni anatomiche è indicativa di problemi scheletrici. Nello specifico, il sospetto è che il bambino sia affetto da displasie scheletriche, una categoria diagnostica in cui rientrano diverse patologie, tra cui l’acondroplasia, l’ipocondroplasia e l’osteogenesi imperfetta.

Problemi nella crescita sono sospettati quando la statura del bambino è inferiore al terzo percentile delle tabelle di crescita, non è coerente con il potenziale genetico calcolato e la velocità di crescita è notevolmente ridotta. Gli accertamenti richiesti dal pediatra consentiranno di capire se il ritardo della crescita è dovuto a cause primarie, come sindromi genetiche e displasie scheletriche, o a cause secondarie.

Tra le cause secondarie vi sono la malnutrizione, le malattie cardiache, epatiche, polmonari, la celiachia, il deficit di ormone della crescita, altri disordini endocrini e metabolici. Una volta determinata la causa, il pediatra indicherà il miglior trattamento disponibile per risolvere il problema e, se necessario, indirizzerà paziente e genitori ad uno specialista endocrinologo.

Esiste, tuttavia, la possibilità che non sia identificata una causa. Parliamo in questo caso di bassa statura idiopatica, un caso in cui è particolarmente importante seguire il bambino non solo dal punto di vista medico ma anche psicologico. Il bambino, infatti, potrebbe vivere male l’essere di bassa statura e sviluppare disagio psicologico e sociale, condizione che deve essere assolutamente evitata.

Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche
Scritto da Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Da sempre interessata alla divulgazione scientifica e con un'implacabile sete di conoscenza che vorrei condividere, sono Biologa, laureata in Biotecnologie Mediche e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche. Svolgo sia attività libero professionale di Biologo Nutrizionista sia attività di ricerca, presso l’Università "La Sapienza" di Roma.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Contenuti correlati