Possiamo dire finalmente addio al dolore causato dall’urto del mignolino contro lo spigolo del letto mentre, in piena notte e al buio, ci aggiriamo per casa. Il motivo? Hanno inventato un collirio per vedere al buio. L’effetto è temporaneo e l’aspetto dell’occhio potrebbe apparire un poco inquietante, poiché esso diventa completamente nero. Ma, almeno, potremmo vedere in condizioni di oscurità.
Obiettivo? Ampliare i sensi umani
Il collirio è stato sviluppato negli USA da un gruppo di scienziati indipendenti, che possiamo definire biohacker.
Il progetto di questi scienziati, in realtà, è molto più concreto di quanto si possa pensare. Il loro obiettivo è di abbattere alcune barriere esistenti nel mondo scientifico, proponendo ricerche ripetibili senza la necessità di equipaggiarsi di strumenti costosi, per favorire la collaborazione tra ricercatori e la libera circolazione delle idee attraverso la pubblicazione dei risultati in forma aperta e gratuita. Le loro ricerche si sono focalizzate sull’ampliamento delle funzioni sensoriali umane, e sono partiti dalla vista.
Il collirio che permette di vedere al buio contiene un pigmento fotosensibilizzante chiamato clorina E6, presente negli occhi di alcuni pesci che vivono in profondità. La clorina E6 amplifica la sensibilità ai segnali luminosi di scarsa intensità e, una volta che ha raggiunto la retina, agisce in poco meno di un’ora, necessita di un tempo di adattamento di circa due ore, e l’effetto dura per diverse ore.
In un primo momento, gli scienziati hanno condotto l’esperimento solo su uno dei ricercatori, che si è offerto come volontario per testare il collirio. Pertanto, siamo lontani dall’accesso (più o meno libero) a questo prodotto. Innanzitutto la sperimentazione dovrà essere condotta su un numero maggiore di individui e dovranno essere ben valutate le dosi massime tollerate e gli effetti collaterali a breve, medio e lungo termine.
I risultati ottenuti
Ma quali risultati hanno ottenuto dall’esperimento questi biohacker? Uno dei risultati più eclatanti è stato sicuramente l’aumento della sensibilità visiva al buio.
Infatti, lo scienziato a cui è stata iniettata la clorina E6 è stato in grado di riconoscere al buio numeri, lettere, simboli e forme su oggetti fissi distanti 10 metri e persone in movimento in un boschetto fino a una distanza di 50 metri in condizioni di buio totale, senza la registrazione di effetti collaterali.
Tuttavia, dal momento che la clorina E6 aumenta la sensibilità alla luce, una volta iniettata è stato necessario utilizzare occhiali da sole e altri dispositivi specifici per ridurre la quantità di luce in arrivo sulla retina ed evitare seri danni alla struttura cellulare oculare.
Ci si potrebbe chiedere per quale motivo condurre un esperimento simile. Un motivo è sicuramente l’ampliamento delle conoscenze e delle possibilità che la scienza potrebbe offrire per migliorare alcuni aspetti della vita umana. Una seconda ragione, ovviamente, risiede delle potenziali applicazioni del prodotto sviluppato. Ad ora l’esperimento ha dimostrato che è possibile ampliare la funzione visiva e che le applicazioni del collirio potrebbero essere abbastanza ampie, soprattutto in ambito medico e militare.