Le temperature molto elevate, causate dal rapido cambiamento climatico a cui stiamo assistendo negli ultimi anni, stanno togliendo – in media – circa 44 ore di sonno all’anno a ciascuno di noi.
Diversi studi hanno sottolineato che, le notti bollenti delle ultime sette estati – le più caldi in assoluto di sempre – hanno peggiorato la qualità del sonno dell’intera popolazione (con il rischio di compromettere la salute psicofisica).
Ma vediamo, insieme, come il caldo estivo incide sulla qualità del sonno.
Quale relazione c’è tra caldo estivo e insonnia?
Il cambiamento climatico e, di conseguenza, le temperature notturne estreme, stanno generando un boom di insonnia globale.
Andare a dormire con il termometro che supera i 30°C significa perdere circa 14 minuti di sonno per notte (mediamente 44 ore l'anno).
Gli esperti prevedono che, entro il 2099, le alte temperature potrebbero addirittura rubare circa 60 ore di sonno l’anno a persona.
Di conseguenza, tutti i minuti di insonnia (con il caldo estivo) non verranno mai recuperati.
Secondo alcune ricerche, le caldissime notti estive peggiorano la qualità del sonno e possono causare, ad esempio:
- disturbi psicofisici;
- prestazioni cognitive ridotte;
- obesità;
- depressione;
- scarsa produttività;
- malattie cardiovascolari.
Gli abitanti dei paesi a basso reddito sono quelli che dormono peggio e soffrono maggiormente di insonnia (ovvero, dove difficilmente ci si può rinfrescare con l'aria condizionata).
La soglia di un quarto d’ora di ritardo nell’addormentarsi sembra essere trascurabile, ma non lo è affatto.
Questo per due motivi principali:
- anche un breve intervallo di tempo, quando si parla di riposo, può impattare su aspetti rilevanti della nostra vita;
- la soglia critica di latenza (di 30 minuti) oltre la quale si parla di patologia, non è così lontana.
Con l’insonnia, causata dalle notti estive, i soggetti più a rischio sembrano essere due:
- gli anziani, per i quali un solo grado in più nella temperatura minima raddoppia gli effetti negativi che si vedono nelle altre fasce di età. Inoltre, più si avanza con l’età, più si ha una risposta termoregolatoria meno funzionale;
- le donne, per via della maggiore quantità di grasso sottocutaneo che ostacola la perdita di calore del corpo.
Gli studi a riguardo
Tutti questi dati e riscontri sono stati raccolti da uno studio condotto dai ricercatori dell'Università di Copenaghen sull’insonnia dovuta al cambiamento climatico e alle notti estive.
Gli scienziati hanno seguito diversi pazienti, controllando la durata e la qualità del riposo notturno di 47.000 soggetti.
Incrociando questi numeri con i dati meteorologici locali, hanno scoperto che, nelle notti più calde, le persone dormivano meno poiché si addormentavano più tardi e si svegliavano prima.
Quando, invece, la temperatura superava i 30°C, gli individui riposavano circa 14 minuti in meno a notte (ovvero, in media, le 44 ore di insonnia di cui parlavamo prima).
I ricercatori, inoltre, hanno registrato che la carenza di riposo a causa delle bollenti notti estive era del 25% maggiore per le donne e del 50% per gli adulti oltre i 65.
In conclusione, abbiamo visto come il riscaldamento globale causerà una perdita di sonno globale e, quindi, anche notevoli problemi di salute – oltre a siccità, incendi, laghi e fiumi prosciugati, migrazioni climatiche di animali.
Purtroppo, il nostro pianeta ha sempre più sete e noi restiamo a guardare.