La caffeina è una molecola stimolante che può dare molta energia e fare sentire più carichi. Non tutti, però, reagiscono allo stesso modo alla caffeina: alcune persone si sentono stanche dopo una sola tazza. Altre, invece, possono berne diverse al giorno e non provare alcun effetto. In realtà, non è il caffè il vero responsabile della sonnolenza. Piuttosto, il modo in cui influisce sull’organismo.
Cosa produce in noi la caffeina
La caffeina è un alcaloide naturale presente nelle piante di caffè, cacao, tè, cola, guaranà e mate e nelle bevande da esse ottenute. La grande popolarità delle bevande contenenti caffeina (caffè e tè) rende questa sostanza stupefacente, dall’effetto stimolante, la sostanza psicoattiva più diffusa e la più consumata nel mondo.
È uno stimolante del sistema nervoso centrale e influisce competitivamente alla regolazione dei livelli di adrenalina e noradrenalina, causandone l’aumento. La caffeina stimola quindi indirettamente il sistema nervoso simpatico e porta a un aumento del battito cardiaco e dell’afflusso di sangue ai muscoli. Diminuisce, però, l’apporto di sangue alla pelle e agli organi interni, così come il rilascio di glucosio nel sangue.
Il consumo di grosse quantità di caffeina porta al caffeinismo che causa nervosismo, agitazione, insonnia. Chi esagera davvero arriva all’intossicazione di caffeina, che genera – tra le altre cose – tremori.
Il caffè stanca, soprattutto in alcuni casi
L’adenosina è una sostanza del sistema nervoso centrale che regola il ciclo sonno-veglia: quando si è svegli, i livelli di adenosina aumentano provocando la sonnolenza dovuta alla soppressione dell’attività delle cellule nel prosencefalo basale. Dopo essersi addormentati, invece, i livelli di adenosina diminuiscono.
La caffeina, oltre ai processi descritti precedentemente, blocca anche i recettori dell’adenosina ma non ne impedisce la produzione o la capacità di formare ulteriori recettori.
Ciò comporta che, esauriti gli effetti della caffeina, la presenza di un accumulo di adenosina libera indurrà la stanchezza. Inoltre, non dimentichiamolo, la caffeina ha un effetto diuretico. Ciò porta a una perdita di liquidi, dunque a una possibile disidratazione con conseguente stanchezza.
Anche l’aggiunta di zucchero – sottoforma di panna e sciroppi soprattutto – può causare stanchezza nei 90 minuti successivi. Il perché è abbastanza chiaro. Gli zuccheri vengono elaborati molto più velocemente rispetto alla caffeina e, dopo un picco glicemico e un alto livello di energia, l’organismo termina le sostanze da consumare.
Anche un uso prolungato e continuativo di caffeina ha indicato, secondo uno studio, che si giunge a un punto di tolleranza con una diminuzione degli effetti poiché la molecola viene assorbita e metabolizzata.
Per ridurre l’effetto stanchezza, bisogna evitare bevande a base di caffè sotto forma di sciroppi e creme zuccherate. Stesso discorso per l’uso di dolcificanti aggiunti. Limitare, però, non equivale ad abbandonare: il caffè non va demonizzato. Anzi!