Ictus: cosa è e come prevenirlo

Simona Fenzi | Blogger

Ultimo aggiornamento – 02 Novembre, 2016

ictus: cosa fare per prevenirlo

L’ictus, come ci dice Larry B. Goldstein, professore di neurologia presso la Stroke Duke a Durham, è un qualcosa che tende a ripresentarsi in chi ne è già stato colpito. Tra le cause che lo provocano ci sono la fibrillazione atriale, l’aritmia cardiaca, l’aterosclerosi o l’arteriosclerosi. Altri fattori di rischio sono la pressione alta (ipertensione), il diabete e il colesterolo alto. È la principale causa di morte, insieme all’infarto.

Cos’è l’ictus?

Con il nome di ictus, colpo apoplettico o attacco cerebrale si intende quella situazione che fa sì che il sangue non riesca a irrorare nel modo corretto il cervello, provocandone la morte delle cellule. Si può parlare di due tipi di ictus, quello per mancanza di afflusso di sangue e quello causato da un’emorragia.

Quali sono le cause dell’ictus?

Le cause che portano al presentarsi di un ictus sono varie. Può infatti essere originato da un trombo che si stacca e inizia a muoversi nei vasi sanguigni. Un’altra causa è la presenza di un embolo. Chi ha sofferto di un infarto, da non confondersi con la pericardite, è maggiormente a rischio di ictus, come anche chi soffre di vene varicose, di vasculite e di trombosi.

Quando si invecchia si diventa più suscettibili al presentarsi di un ictus, come lo si è anche quando è presente un caso in famiglia, di un parente stretto, che è stato colpito da questa patologia. Di solito, il presentarsi di un ictus è preceduto da brevi fenomeni simili, ma dalla durata di pochi minuti, un po’ come l’angina pectoris precorre il presentarsi di un infarto.

Quali sono i sintomi dell’ictus?

Quando si verifica un ictus si manifesta un’incapacità di muoversi normalmente o di percezione di un lato del corpo. Anche le parole non vengono comprese nel modo corretto e la visione si riduce, venendo a mancare parte del campo visivo. Nel caso in cui questi sintomi durino al massimo un paio di ore, si parla di attacco ischemico transitorio. Molto più gravi sono i sintomi degli ictus emorragici che vanno da forti mal di testa e difficoltà a controllare la vescica.

Cosa fare per prevenire un ictus?

Per tenere alla larga l’ictus è opportuno mantenere uno stile di vita che sia il più sano possibile. Per i soggetti maggiormente a rischio di ictus, come alle persone che soffrono di problemi di coagulazione, può essere somministrata dell’aspirina.

La pressione alta è uno dei maggiori fattori di rischio che contribuisce al presentarsi di un ictus, che ne va a quadruplicare la possibilità. Uno stile di vita sano permetterà di mantenere la pressione sanguigna nei valori corretti.

Il fumo favorisce il presentarsi dell’ictus quindi un motivo in più per smettere; pensate che il fattore di pericolo si riduce allo stesso livello di quello di un non fumatore dopo soli 5 anni. Anche una dieta equilibrata può essere di aiuto, infatti, chi è sovrappeso viene considerato come un soggetto a rischio; i cibi maggiormente consigliati da consumare sono la frutta e la verdura, il pane e la paste integrale, il pollo (da preferire alle carni rosse), noci, legumi, e latticini a basso contenuto di grassi.

È meglio scegliere l’olio d’oliva ed evitare sale, grassi saturi, zuccheri e grassi trans. Mantenere il livello del colesterolo hdl nella norma è una cosa molto importante per la salute. L’alcool è un altro nemico, che aumenta il rischio di ictus del 90%, se se ne abusa. Un solo bicchiere al giorno per le donne e due per gli uomini è considerata la dose giusta da consumare, che se rispettata riesce persino a tenere alla larga l’ictus.

Riabilitazione dopo l’ictus: come funziona?

In molte occasioni, l’ictus è fatale per chi ne viene colpito, ma nel caso in cui il paziente riesca a sopravvivere la via del recupero è molto lunga. Dopo un ictus è infatti importantissimo seguire degli specifici percorsi di fisioterapia, logopedia e terapia occupazionale.

Una settimana dopo che sono stati colpiti dall’ictus, i pazienti si stabilizzano e alcuni dei deficit che si erano presentati inizieranno a migliorare. A questo punto, entra in gioco la riabilitazione, che ha il compito di rieducare il paziente a quella che sarà la sua nuova vita con i deficit che dovrà imparare a gestire. Per rendere ancora più efficace questo processo è importante che i familiari del paziente collaborino con il fisioterapista, facendo fare al paziente esercizi anche a casa; è infatti importante fare esercizio ogni giorno.

Il rinforzo dei muscoli inizierà infatti usando un supporto, come una stampella, cercando poi di arrivare a riuscire a muoversi senza bisogno di aiuto. I terapisti occupazionali aiuteranno il paziente a fare le cose di tutti i giorni, come vestirsi e andare in bagno, mentre i logopedisti lavoreranno sul corretto uso della parola.

 

 

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Scritto da Simona Fenzi | Blogger

La scrittura mi ha sempre accompagnata durante ogni fase della mia vita, prima per imparare adesso per diffondere un messaggio. Su Pazienti.it cerco di trasmettere come possiamo prenderci cura di noi ogni giorno, seguendo la regola che volersi bene aiuta a vivere meglio.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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