Oramai tanti cibi esotici sono diventati di moda, sia per le proprietà organolettiche intrinseche sia per la popolarità di numerosi ristoranti etnici a tema. Ma quanti di questi cibi sono effettivamente sicuri da mangiare? Scopriamo insieme la lista nera di Coldiretti sui 10 alimenti più pericolosi contaminati da pesticidi illegali!
Il problema: pesticidi non a norma
Il “Controllo ufficiale sui residui negli alimenti” è un documento ufficiale del Ministero della Salute, redatto insieme all’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Tale documento si concentra sui Residui dei Fitosanitari in Europa per determinare ogni anno quali sono le sostanze chimiche e i pesticidi illegali in Europa (e in Italia, in particolare) utilizzati sui prodotti di importazione.
È plausibile pensare al fatto che alcune nazioni del mondo non abbiano la stessa regolamentazione europea, e italiana, in materia di controlli sulle sostanze usate in agricoltura. Questo porta, quindi, all’uso di composti reputati da Efsa poco sicuri e nocivi per la salute umana in quantità superiori al limite consentito. Tale controllo rappresenta una priorità sanitaria tra le più rilevanti per garantire un alto livello di protezione del consumatore.
Il problema principale risiede nel fatto che molti di questi prodotti sono parte integrante di diete esotiche diventate popolari grazie al diffondersi di ristoranti etnici o correlate anche solo alla curiosità di provare quel determinato cibo.
I cibi esotici più pericolosi: ecco quali sono
In Italia, Coldiretti ha stilato una lista composta da ben 10 alimenti tra i più pericolosi per la salute umana. Questa lista comprendo tutti cibi esotici e di esportazione da Paesi che utilizzano contaminanti. Al primo posto della lista nera troviamo il peperoncino piccante dell’India e della Repubblica Dominicana, considerato il cibo più pericoloso tra quelli arrivati in Italia a causa della presenza di sostanze nocive al 20% (Dicofol, Acephate, Permethrin, Chlorfenapyr e Methamidophos).
Via via troviamo nella Black List, le bacche di Goji della Cina, molto usate in numerose diete per le capacità antiossidanti, ma contenenti ben il 13% di Carbofuran, un pesticida tra i più tossici; poi il riso del Pakistan, i melograni della Turchia molto usati nei frullati, il tè della Cina, l’okra dell’India, l’esotico dragon fruit dell’Indonesia, i fagioli secchi del Brasile e, infine, i peperoni e le olive da tavola dell’Egitto. In linea generale, in Italia tutti i prodotti illegali risultano essere l’1,9% delle importazioni controllate e circa il 5,8% dell’import extraeuropeo.
Questo non deve però indurre al blocco del consumo di prodotti estranei alla nostra dieta, poiché essi contengono comunque importanti proprietà organolettiche. Bisogna, però, porre particolare attenzione a ciò che scegliamo al supermercato, leggendo bene l’etichetta per evitare tutti quei prodotti provenienti da Paesi nella già menzionata lista.