Vaccinare i bambini sin dai primi mesi di vita è fondamentale per proteggerli efficacemente da pericolose e gravi patologie infettive che possono determinare gravi complicanze.
I vaccini risultano necessari per limitare (o azzerare) il diffondersi di malattie infettive. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che i vaccini sono farmaci e, per definizione, possono dare luogo a effetti collaterali. Insomma, una febbre dopo il vaccino può essere assolutamente normale!
Vediamo quali sono gli effetti collaterali dei vaccini più comuni.
Quali sono gli effetti collaterali dei vaccini
Un vaccino agisce stimolando il sistema immunitario, rendendolo attivo contro alcune malattie infettive. Più in particolare, un vaccino contiene microrganismi uccisi o attenuati nella loro virulenza, o una parte di essi, capaci di stimolare, a livello dell’organismo umano, la reazione immunitaria di difesa. Tutti i vaccini presentano alcuni elementi caratteristici del virus o del batterio (gli antigeni): nel momento in cui il vaccino viene inoculato, il sistema immunitario sintetizza gli anticorpi diretti contro questi antigeni che impediscono poi a virus e batteri di causare la malattia.
Generalmente i vaccini sono tollerati molto bene e non causano alcun disturbo. Tuttavia possono provocare talvolta reazioni fastidiose ma temporanee quali reazioni locali (arrossamento e gonfiore nel punto di inoculo, difficoltà a muovere l’arto nel quale è stata eseguita l’iniezione) o reazioni sistemi che o generalizzate (febbre, agitazione, sonnolenza, malessere generale, pianto, vomito, diarrea, puntini rossi sulla pelle, linfonodi ingrossati) con una frequenza che può oscillare dal 5% (per il vaccino esavalente) al 20% (per vaccino antimorbillo-parotite-rosolia), a distanza di 24-48 ore (per quasi tutti i vaccini), ma anche di 7-10 giorni (per il vaccino antimorbillo) dal momento della somministrazione della vaccinazione.
I genitori sono informati circa le possibilità che si sviluppino reazioni avverse rispetto al vaccino e vengono date loro indicazioni utili su come affrontare e risolvere le conseguenze derivanti dagli effetti secondari del vaccino.
In linea generale, è bene evitare la somministrazione preventiva di un antipiretico (paracetamolo) ma riservarla al solo caso in cui la febbre, tra gli effetti collaterali del vaccino, superi i 38 gradi centigradi seguendo il dosaggio previsto in funzione del peso del bambino. E ricordiamoci che, le febbre dopo il vaccino non è un effetti collaterale così inusuale o pericoloso.
In alcuni casi, a seguito della vaccinazione, il bambino può risultare irrequieto: questa irrequietezza può essere espressione del dolore nella sede di iniezione e va comunque monitorata. In particolare, se lo stato di irrequietezza permane oltre le 24 ore dalla vaccinazione, è necessario rivolgersi al pediatra.
Inoltre, se il sito dell’iniezione appare gonfio e arrossato, è possibile applicare un panno umido e fresco per disinfiammare la zona ed è poi consigliabile l’applicazione per via topica di gel o creme a base di escina o arnica.
In linea generale, effetti avversi gravi conseguenti alle vaccinazioni quali shock o disturbi neurologici sono molto rari, non prevedibili, spesso evidenziabili dopo che milioni di bambini sono stati sottoposti a quel vaccino e, comunque, molto meno comuni rispetto alle possibili complicanze causate dalle malattie la cui insorgenza viene evitata grazie agli stessi vaccini.
Dunque, se, a seguito di una vaccinazione, un bambino presenta effetti avversi peculiari, gravi e inaspettati, è necessario rivolgersi al pediatra e comunicare l’evento avverso al sistema di sorveglianza nazionale degli eventi avversi ai farmaci.
Vaccino: perché l’autismo non è un effetto collaterale
Quando si parla di effetti avversi dei vaccini, si pensa subito al legame vaccino-autismo: questa correlazione trae origine da un articolo pubblicato nel 1998 dalla rivista scientifica Lancet, dove veniva ipotizzato un legame di causa-effetto tra vaccino e autismo.
Tuttavia, oggi sappiamo che quello studio non era attendibile poiché falsato e che il medico inglese firmatario della ricerca è stato radiato dall’ordine dei medici: ad oggi, nessuno studio ha mai provato l’associazione autismo-vaccino e lo stesso Lancet ha ufficialmente ritirato la pubblicazione di quell’articolo.
Inoltre, è bene ricordare come, prima che un vaccino per una data infezione venga utilizzato su grande scala, vengono eseguiti molti studi sull’efficacia e la sicurezza di quel vaccino.
In altre parole, un vaccino, prima di essere autorizzato, viene sottoposto a studi atti a verificare la sua capacità di stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi protettivi contro la malattia: dopo questa prima fase di sperimentazione, ha luogo una serie di studi che valutano l’efficacia nel prevenire la malattia e la sicurezza. Quindi, niente paura: tutti i vaccini autorizzati possono essere definiti efficaci e sicuri! E un dolore al braccio dopo il vaccino, così come una febbre a 38 gradi, non deve farci assolutamente allarmare.