La felicità può manifestarsi in modi diversi e può essere influenzata da vari fattori. Può essere temporanea o duratura, dipendendo dalle circostanze e dagli atteggiamenti individuali.
Alcune persone possono trovare la felicità nel momento presente, mentre altre possono perseguirla come uno scopo di vita a lungo termine.
Si tratta di una sensazione soggettiva di pienezza e contentezza che può derivare da vari momenti, come il raggiungimento di obiettivi personali, relazioni interpersonali soddisfacenti, esperienze positive, gratificazione professionale, salute fisica e mentale.
Il 20 marzo di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale della Felicità, un momento pensato per riflettere su quanto siamo felici sia dal punto di vista nazionale che globale.
La nascita della ricorrenza
Il Bhutan, un piccolo regno himalayano, è noto per aver introdotto il concetto di "Felicità Interna Lorda" (FIL) come un indicatore di sviluppo più significativo del tradizionale “Prodotto Interno Lordo” (PIL).
La FIL si concentra sul benessere psicologico, sociale ed economico dei cittadini piuttosto che sulla sola crescita economica.
Questo approccio è stato attuato nel 1972 quando il re Jigme Singye Wangchuck del Bhutan ha affermato che "la felicità nazionale è più importante del prodotto nazionale lordo".
Successivamente l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto il diritto fondamentale alla felicità e ha deciso di promuovere politiche pubbliche volte a migliorare il benessere delle persone in tutto il mondo.
Il 20 marzo di ogni anno, dunque, ricorre la Giornata Internazionale della Felicità, un'occasione per celebrare il significato e l'importanza della felicità nelle vite delle persone e per promuovere azioni volte a migliorare il benessere individuale e collettivo.
Come si misura la felicità?
L'indagine annuale condotta dall'Osservatorio BenEssere Felicità valuta il benessere e la felicità dei lavoratori, sia a livello aziendale che individuale e sociale.
I dati emersi forniscono indicazioni utili per sviluppare progetti strategici inclusivi e sostenibili.
Inizialmente in Italia si utilizzava come riferimento solo il World Happiness Report, il quale si propone di misurare scientificamente la felicità in oltre 150 paesi.
Da marzo 2021, invece, è stato presentato per la prima volta in Italia il rapporto dell'Associazione "Ricerca Felicità".
L’idea di istituire un Osservatorio permanente per studiare approfonditamente lo stato attuale di felicità e benessere nel nostro Paese dal professor è stata di Sandro Formica, Ph.D. della Florida International University, e delle due fondatrici di ELEhub, una società benefit dedicata alla promozione e alla trasformazione positiva, Elga Corricelli ed Elisabetta Dallavalle.
Il primo report condotto ha coinvolto oltre 1300 individui rappresentativi della popolazione attiva italiana e anche quest’anno l’Osservatorio BenEssere Felicità ribadisce l'importanza del lavoro nel determinare la felicità individuale.
Rispondendo alla domanda "Quanto influisce il tuo lavoro sulla tua felicità complessiva?", il 51% degli intervistati ha indicato un peso molto o estremamente significativo, mentre solo il 15% ritiene che non abbia alcun impatto, con il restante 34% che attribuisce un peso relativo.
Riguardo alla domanda "Quanto sei felice del tuo lavoro?", solo il 10% ha dichiarato di esserlo pienamente.
Secondo l'Osservatorio, visti i dati raccolti, una contromisura all'infelicità sarebbe rappresentata da salari più consistenti, seguiti da maggiore flessibilità e tempo libero, oltre a un miglior equilibrio tra vita privata e professionale.
Altri dati mondiali e italiani sulla felicità
Ipsos, una società specializzata nella ricerca di mercato e nell'analisi dei dati, ha presentato un report relativo all'anno scorso, che valuta la felicità in 32 paesi del mondo, mostrando che quasi tre persone su quattro (73%) si dichiarano felici.
In particolare, è presente la tendenza a sentirsi più soddisfatti per i rapporti con amici e familiari, mentre ci sono molte preoccupazioni per la situazione economica e politica del proprio paese.
Gli elementi più significativi che contribuiscono alla felicità individuale sono: percepire che la propria vita ha un significato e avere il controllo sugli eventi, godere di buona salute (sia fisica che mentale) e avere una vita sociale attiva.
Le popolazioni più felici si trovano in Cina (con il 91% di persone felici) e nei Paesi Bassi (85%), mentre le più tristi risiedono in Polonia (58%), Corea del Sud (57%) e Ungheria (50%).
L'Italia non figura tra i primi 32 paesi più felici, posizionandosi al 25° posto; tuttavia, il 68% degli italiani ha affermato di sentirsi felice.
Per quanto riguarda la situazione economica, i livelli di soddisfazione diminuiscono: il 54% si dichiara soddisfatto delle condizioni economiche della propria famiglia, il 48% per la situazione nella propria zona e soltanto il 28% per la situazione economica nazionale.
Per gli italiani gli elementi essenziali per sentirsi felici comprendono una buona salute sia fisica che mentale (indicata dal 44%), il benessere della famiglia (38%) e l'assenza di preoccupazioni economiche (35%).
L'autentica felicità è classificata piuttosto in basso, rappresentando solo il 4%. Il 57% degli italiani, però, valuta il proprio livello di felicità come almeno sufficiente e solamente il 16% si considera gravemente infelice.
Si riscontra, dunque, una moderata serenità, ma che non è uniformemente distribuita: gli uomini mostrano mediamente, infatti, una maggiore felicità, soprattutto in termini di speranza, ottimismo e serenità, mentre le donne tendono ad essere più preoccupate e stanche.
Dal punto di vista generazionale, emerge che i giovani della GenZ si mostrano più felici, definendosi più determinati e spensierati rispetto alla media. I Boomers, invece, risultano mediamente più speranzosi.
Tuttavia, la Generazione X e soprattutto i Millennials si rivelano decisamente meno felici: tra i primi si riscontra rabbia e apatia, mentre tra i secondi dominano stanchezza, frustrazione e malinconia.