Nel corso di un nuovo studio, condotto presso l’Università di Toronto, i ricercatori canadesi hanno portato a termine la mappatura di oltre 1500 geni ritenuti essenziali per la proliferazione delle cellule tumorali e hanno inoltre individuato “famiglie” di geni coinvolti nell’insorgenza di particolari forme di cancro.
Già da tempo, la ricerca scientifica si sta focalizzando sullo sviluppo di farmaci capaci di agire sui geni coinvolti nell’eziologia delle neoplasie. Oggi, questa nuova indagine, pubblicata sulla rivista Cell, suggerisce come solo circa il 10% dei nostri geni siano essenziali per la sopravvivenza delle cellule malate.
Ma come è possibile uno studio così particolareggiato a livello dei singoli geni?
Tutto ciò è possibile grazie a un’innovativa metodologia di chirurgia molecolare, detta Crispr, una tecnica di gene-editing che sfrutta un meccanismo scoperto nei batteri e che permette di manipolare, in modo mirato, i genomi di piante, animali e colture cellulari.
Lo studio
Nel corso dello studio, è stato messo a punto un sistema per comprendere quale linea cellulare abbia bisogno di quali geni. In altre parole, sfruttando queste “librerie” genetiche, in futuro si potranno probabilmente sintetizzare e sperimentare nuove molecole capaci di colpire in modo mirato un unico set di geni, specifici per le diverse linee cellulari, e quindi capaci di “aggredire” solo le cellule neoplastiche, senza danneggiare i tessuti sani.
“Ora possiamo interrogare il nostro genoma con un livello di dettaglio senza precedenti nelle cellule umane che coltiviamo in laboratorio, con incredibile velocità e precisione”, ha affermato il prof. Jason Moffat, autore dello studio e docente presso il Donnelly Center della University of Toronto. “In breve tempo, questo porterà a una mappa funzionale per i tessuti tumorali che metterà in collegamento i diversi target farmacologici a specifiche varianti del dna”.
In particolare, i risultati mostrano come ogni forma di tumore è “legata” a un unico gruppo di geni, che potrebbero diventare il bersaglio di farmaci antineoplastici “intelligenti”. Secondo il prof. Moffat, la ricerca potrebbe rappresentare un primo passo verso terapie assolutamente personalizzate con farmaci che colpiscono solo le cellule tumorali senza danneggiare le cellule sane.
Il team di Moffat ha già identificato alcuni farmaci che potrebbero potenzialmente agire su particolari gruppi di geni ritenuti essenziali per la sopravvivenza delle cellule di alcune forme di tumore.
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