Fibroma uterino: i 6 segnali d'allarme

Redazione

Ultimo aggiornamento – 05 Maggio, 2022

Dolori Mestruali e Al Basso Ventre in una Donna che Soffre di Mioma Uterino

In Italia, come riportato sul sito del Ministero della Salute, le donne dai 20 anni in poi presentano un graduale rischio di sviluppare fibromi uterini, che aumenta gradualmente e raggiunge il picco tra i 40 e 50 anni.

I fibromi uterini, o leiomiomi, sono crescite uterine non cancerose, e quasi sempre benigne, dotate di una consistenza dura e fibrosa rispetto al normale muscolo uterino. 

Questo accade perché la matrice extracellulare, che tiene insieme le cellule uterine, si sviluppa in maniera anomala, tanto che i fibromi (che variano in grandezza) possono avere delle dimensioni molto piccole (come un pisello), o molto grandi (come una palla da calcio), in alcuni casi.

Non tutte, però, si rendono conto dei significativi sintomi del leiomioma che devono mettere in allarme. Tra i fattori di rischio si ricordano anzitutto l'ereditarietà e l'aver avuto il primo ciclo (menarca) in età giovane.

I sintomi del fibroma uterino

Ecco, quindi, qui di seguito i segnali di fibroma uterino a cui prestare attenzione. 

Soffrire di anemia

Stanchezza persistente, fiato corto, vertigini, insonnia: sono tutti segnali abbastanza allarmanti di anemia, una malattia del sangue che comporta avere pochi globuli rossi per trasportare l’ossigeno dai polmoni al resto del corpo. 

L’anemia è quindi una condizione di rischio per lo sviluppo di fibromi uterini, da far indagare quanto prima al proprio medico di base.

Costipazione e bisogno frequente di urinare

A seconda delle dimensioni, della forma e di dove stia crescendo un fibroma uterino, c'è la possibilità che questo provochi pressione contro la vescica o le viscere, causando impellente bisogno di recarsi al bagno o, al contrario, rendendo più difficoltosa la defecazione

Purtroppo, si tratta di problemi molto frequenti, dunque è difficile che una donna colleghi queste situazioni a un problema che richiede un accertamento ginecologico.

Dolori durante i rapporti sessuali

Provare dolore durante un rapporto sessuale penetrativo può dipendere da molti fattori, e non sono da escludere quelli di natura psicologica. 

Tuttavia, se si prova profondo disagio durante la penetrazione, ciò potrebbe dipendere dalla presenza di fibromi uterini che, premendo su intestino e vescica, arrivano così a causare dolore.

Dolori mestruali 

Uno degli indicatori più comuni di fibromi uterini è un ciclo abbondante, cioè che porta a cambiare assorbenti e tamponi dopo meno di due ore, e prolungato, ossia che dura più di sette giorni.

I fibromi, infatti, sono in grado di aumentare il flusso di sangue verso l’utero, nonché modificare la stessa dimensione uterina. 

Di conseguenza, il sangue mestruale è più abbondante. Molte donne però non si rendono conto che cicli abbondanti ed eccessivamente duraturi sono spia di un problema. 

Tenere a mente che un ciclo doloroso, iperabbondante e che dura una settimana non è mai normale, e richiede una indagine più approfondita per capire la causa sottostante.

Difficoltà a restare incinta

In generale, i fibromi non interferiscono con la fertilità e la gravidanza, ma in alcune donne però possono arrivare a creare complicanze riproduttive

I fibromi submucosi, per esempio, possono causare aborti spontanei e infertilità, se interferiscono con l’embrione e la sua capacità di impiantarsi nella parete uterina. 

In casi di gravidanza tardiva, i fibromi possono causare parto pretermine e placenta previa, che si verifica quando il feto copre parzialmente o totalmente la cervice uterina, provocandone sanguinamento.

Pesantezza di stomaco

A seconda delle dimensioni di un fibroma e di dove sta crescendo, le donne possono infine sperimentare dolore allo stomaco, che può andare dalla pressione occasionale e crampi fino a una sensazione di disagio quasi costante. 

Non è poi sempre vero che più grandi sono i fibromi e maggiore è il dolore; anche quelli della dimensione di una nocciola possono causare dolore significativo. 

Inoltre, i fibromi possono sia crescere che regredire in poco tempo, il che significa che possono andare e venire con frequente intermittenza.

Cosa fare in presenza di un fibroma uterino?

Se si soffre di uno o più dei sintomi di cui sopra, è una buona idea fissare un appuntamento con il medico di base o il ginecologo

Per molte donne, i fibromi possono infatti essere rintracciati durante un esame addominale o pelvico, se presenti sulla parte esterna dell'utero. 

I fibromi che crescono all'interno dell'utero sono invece più difficili da rilevare e richiedono un'ecografia o una risonanza magnetica per una diagnosi definitiva.

Tenere poi a mente che la cura dei fibromi uterini è disponibile in più opzioni di trattamento. Specie se in caso di sintomi ingenti, può essere prescritto un farmaco per aiutare a regolare il ciclo e trattare i sintomi come sanguinamento abbondante e dolore pelvico. 

Talvolta, si ricorre all'embolizzazione dell'arteria uterina, ossia un trattamento poco invasivo che consiste nell'inserimento di sottile tubo flessibile per iniettare particelle nelle arterie uterine che apportano sangue all'utero e ai fibromi. L'obiettivo è quindi quello di bloccare i vasi piccoli che conducono ai fibromi, denutrire i fibromi e farli morire.

Infine, i fibromi possono anche essere rimossi con laparoscopia, o trattati con terapia a ultrasuoni ad alta intensità. Un'ultima opzione resta l'isterectomia.

Redazione
Scritto da Redazione

La redazione di P. by pazienti.it crea contenuti volti a intercettare e approfondire tutte le tematiche riguardanti la salute e il benessere psificofisico umano e animale, con il supporto di studi scientifici e fonti autorevoli. Realizza news e articoli di attualità, interviste agli esperti, suggerimenti e spunti accuratamente redatti e raccolti all'interno di categorie specifiche, per chi vuole ricercare e prendersi cura del proprio benessere.

a cura di Redazione Pazienti
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Redazione
Redazione
in Salute

1808 articoli pubblicati

a cura di Redazione Pazienti
Contenuti correlati