Tante le voci dei protagonisti del prossimo TEDMED a Milano e forte è il desiderio di discutere su temi caldi che riguardano il nuovo modo di intendere il mondo della salute.
Abbiamo rivolto alcune domande a Federico Capeci di Duepuntozero Research, uno dei protagonisti che affronterà durante il workshop il tema della diagnosi collaborativa sul web.
Si presenti in poche righe.
Papà di due figli, nonché marito ed esperto di ricerche di mercato digitali. Forse la parola che mette insieme queste tre mie passioni è proprio futuro: sono interessato ad ogni cosa che attenga alle possibili evoluzioni della nostra società, sperando siano sempre cambiamenti in positivo, e per questo da oltre 10 anni mi occupo di web e di come questo stia cambiando il nostro modo di relazionarci gli uni con gli altri, siamo noi consumatori, pazienti, cittadini… persone insomma. Sono autore di un recente libro edito da Franco Angeli dal titolo “#Generazione 2.0”, che consiglio a quanti vogliono comprendere il nuovo modo di pensare e agire dei giovani, per capirli veramente e quindi valorizzarli.
Cosa si intende quando si parla di diagnosi collaborativa sul web? Quali sono i vantaggi e quali i possibili svantaggi?
Parliamo dell’attitudine oggi naturale dei pazienti, o dei loro cari, di cercare informazioni in rete rispetto alla propria malattia, ma non solo. Oggi chiunque sia connesso a internet ha cercato almeno una volta informazioni riguardanti una propria patologia, uno stato di salute, un medicinale: il 93% degli italiani on line dichiara di averlo fatto anche solo una volta, per sé stessi solo il 25% mentre il resto lo ha fatto per sé e per altri; i medici riportano che il 15% dei pazienti si confronta con loro su informazioni reperite online. La relazione tra il paziente e il medico, ma anche tra il paziente e la sua stessa malattia, è cambiata profondamente. Con effetti, per lo più positivi, ma anche con qualche criticità. Il paziente è informato e arriva al medico con più consapevolezza, dopo aver raccolto informazioni e aver potuto confrontare la propria situazione (da diversi punti di vista, anche quelli più emotivi) con altri. Questo è un enorme valore che il web porta a tutti noi: non siamo mai soli in rete, non ci sentiamo più gli unici sfortunati colpiti da quella grave o lieve malattia. Gli altri ci informano, ci supportano, ci fanno sentire parte di un gruppo che proprio insieme trova la forza. Vi sono tuttavia degli aspetti critici, quali la veridicità delle informazioni in rete e il rischio di giungere a conclusioni e diagnosi senza averne le competenze. È qui che i medici, le aziende farmaceutiche e le istituzioni devono intervenire, supportando il paziente in questo nuovo scenario che oramai è ineludibile.
Cosa si aspetta dalla sua partecipazione all’evento di TEDMED?
Mi aspetto tanto futuro, appunto. Mi aspetto di essere immerso in ragionamenti e stimoli che riguardano la cosa più importanti per tutti noi: la salute. Mi aspetto di vedere lontano, insomma, fino a quel momento in cui la tecnologia e il buon pensiero degli umani saranno in grado di rendere la vita più serena e vivibile, anche in presenza di brutte malattie.
Un punto di vista interessante che troverà modo di interagire con gli altri partecipanti all’evento del 12 settembre. Le iscrizioni sono aperte ed è possibile partecipare compilando un format disponibile on line.