Le ernie sono disturbi piuttosto comuni che colpiscono donne e uomini di ogni età. In particolare, l’ernia ombelicale è un problema che interessa l’area sovrastante o sottostante l’ombelico. Si manifesta con la fuoriuscita del rivestimento addominale o di una parte dell’intestino attraverso l’ombelico, portando alla formazione di una protrusione di dimensioni che variano da 1 a 5 centimetri. Il trattamento spesso consigliato dai medici consiste in un’operazione. La scelta di ricorrere alla chirurgia, però, non è sempre scontata. Vediamo insieme quando operare un’ernia ombelicale.
Ernia ombelicale: non tutte sono uguali
Esistono diversi tipi di ernia ombelicale:
- Ernia embrionale o fetale: è un difetto fisiologico causato dalla chiusura incompleta o difettosa della parete addominale durante la gestazione. Si tratta quindi di un’ernia congenita.
- Ernia neonatale o onfalocele: si manifesta in seguito alla caduta del cordone ombelicale. Le principali cause sono la malnutrizione della madre durante la gravidanza, un ritardo nella cicatrizzazione del cordone ombelicale o un trattamento scorretto della ferita.
- Ernia ombelicale nell’adulto: può presentarsi in seguito ad uno sforzo eccessivo ed è sempre riconducibile alla presenza di uno scarso tono muscolare della parete addominale e all’aumento della pressione intra-addominale che può verificarsi in seguito ad ascite, cirrosi, gravidanze multiple, tumori della cavità addominale e obesità.
Le cause di tale disturbo dipendono quindi dalla tipologia stessa dell’ernia. Negli adulti, ad esempio, potrebbero insorgere per:
- La presenza di liquido nella cavità addominale
- Una precedente chirurgia addominale
- Dialisi peritoneale cronica
I fattori di rischio, invece, includono l’obesità e la gravidanza, soprattutto in caso di gravidanze multiple.
Come individuare un’ernia
Nonostante una piccola ernia ombelicale possa essere asintomatica, è sempre presente un gonfiore di dimensioni variabile nella zona dell’ombelico. Questo rigonfiamento tende ad essere meno visibile in posizione supina, mentre è più evidente in posizione eretta o sotto sforzo.
I sintomi dell’ernia ombelicale comprendono:
- Sensazione di bruciore localizzato
- Dolore che si acutizza in seguito ad un colpo di tosse, ad uno starnuto, al sollevamento di carichi pesanti o a complicanze (come formazione di aderenze o strozzamento dell’ernia)
Nei neonati o nei bambini, l’ernia ombelicale solitamente si ingrossa durante uno sforzo o il pianto.
Qualora fossero presenti questi segnali, è opportuno rivolgersi ad un medico specialista, il quale sarà in grado di effettuare la diagnosi attraverso una visita, osservando e palpando l’addome del paziente. Potrebbe essere chiesto di tossire per verificare se il dolore aumenta durante questa azione.
Per escludere eventuali concomitanze con altre patologie e per accertare la presenza di aderenze o liquidi, potrebbero rivelarsi necessari ulteriori esami strumentali, tra cui:
- Ecografia
- Test di imaging
- Test ad ultrasuoni
Quando e come intervenire
Come già anticipato, il trattamento spesso consigliato consiste in un semplice intervento chirurgico, che prevede:
- Ricollocazione delle viscere
- Ricostruzione dell’orifizio ombelicale
- Saturazione delle fasce addominali
- Rafforzamento della parete addominale attraverso l’utilizzo di reti di materiale biocompatibile permanente (se necessario).
Il rischio dell’operazione è basso, in ogni caso potrebbero presentarsi complicazioni qualora si soffrisse di altre condizioni mediche. Altri rischi rari includono:
- Allergia all’anestesia
- Coaguli sanguigni
- Infezioni
- Lesioni all’intestino tenue
Il post-operatorio dell’ernia ombelicale generalmente è breve. È comunque consigliato evitare sforzi eccessivi nei primi giorni dopo l’intervento. L’attività lavorativa può essere ripresa dopo 10/15 giorni, mentre l’attività sportiva dopo almeno 20 giorni ed in seguito al via libera del medico. Il trattamento farmacologico, invece, è da escludersi per la natura dell’ernia, di tipo meccanico, originata dallo spostamento di parti interne.
Ricorrere alla chirurgia, però, non è sempre necessario. Nei neonati, ad esempio, l’ernia ombelicale non è una condizione allarmante e di norma si risolve spontaneamente nell’arco dei primi 12-18 mesi di vita. L’intervento chirurgico potrebbe comunque essere consigliato qualora l’ernia:
- Fosse ancora presente al compimento dei 3 o 4 anni
- Causasse dolore
- Limitasse il flusso sanguigno.
Anche un’ernia ombelicale in seguito alla gravidanza solitamente rientra spontaneamente. Qualora non rientrasse dopo almeno 10 mesi dal parto, è possibile considerare la chirurgia come ipotesi di trattamento.
Nell’adulto, invece, potrebbe non regredire e talvolta anche aumentare di volume, incrementando il rischio di strozzamento (una condizione in cui l’intestino tende ad attorcigliarsi e ad incastrarsi nella porta erniaria, causando l’interruzione del flusso sanguigno che comporta un’ischemia). In questi casi l’intervento chirurgico è indispensabile.
Come osservato, la cura dell’ernia ombelicale dipende da molti fattori. Risulta quindi doveroso rivolgersi ad uno specialista, in modo da ricorrere al trattamento migliore per il proprio quadro clinico!