Nuovi casi di Ebola in Liberia, Stato dell'Africa Occidentale, hanno mosso negli ultimi giorni la preoccupazione di tutti. Il timore è che la grave e pericolosa epidemia possa allargarsi ancora, causando molte vittime.
Il caso
Ad essere colpiti ancora una volta dal virus, il medico americano Kent Brantly, 33 anni, ricoverato subito in un ospedale di Monrovia, e impegnato in prima linea nella cura dei pazienti affetti da Ebola, e una donna madre di due figli, Nancy Writebol, coordinatrice di un’organizzazione umanitaria in Liberia.
Non appena i due hanno avvertito i primi sintomi, sostengono le autorità, sono stati subito posti in isolamento e sono state garantite loro le prime cure necessarie.
I numeri dell'epidemia
I funzionari della sanità parlano di un'epidemia di portata storica e più letale che mai che sta piegando l'Africa occidentale. I numeri non sono certi e i casi tendono purtroppo ad aumentare. Si teme che da luglio, 1.093 persone in Guinea, Sierra Leone e Liberia siano state infettate dal virus. Il risultato dei test non è confortante e si confermano cifre davvero preoccupanti: dei 1.093 confermati, casi probabili e sospetti, 660 persone sono morte. Questi risultati non possono far a meno che suscitare il timore che il virus possa diffondersi a macchia d'olio, arrivando in Nigeria, uno tra gli Stati più popolosi dell'Africa. La settimana scorsa, infatti, un uomo liberiano è stato ricoverato in ospedale con Ebola a Lagos, la città più grande della Nigeria con una popolazione di oltre 20 milioni. L'uomo non ce l'ha fatta.
Per tentare di bloccare il contagio, la principale compagnia aerea della Nigeria ha sospeso i voli da Liberia e Sierra Leone. La presidente liberiana Johnson Sirleaf ha, inoltre, ordinato la chiusura delle frontiere e la messa in quarantena delle comunità più colpite.
Ma cosa sappiamo di questa pericolosa malattia?
L'Ebola è un'infezione rara ma letale che provoca sanguinamento all'interno e all'esterno del corpo. I sintomi del virus Ebola si manifestano dopo 2-21 giorni dal contagio. Poiché il virus si diffonde attraverso le cellule del corpo, danneggia il sistema immunitario e gli organi. In definitiva, l'Ebola provoca gravi emorragie, danneggiando le piastrine. Molti dei primi sintomi del virus appaiono simili a quelli di una semplice influenza e possono includere:
- febbre
- mal di testa
- dolori muscolari
- mal di gola
- debolezza
- diarrea
Non appena la malattia peggiora, le persone che sono infette possono sviluppare:
- sanguinamento all'interno e all'esterno del corpo
- eruzione cutanea
- problemi di respirazione
Come si contagia?
Di solito il focolaio inizia quando qualcuno entra in contatto con i fluidi corporei o rifiuti di animali infetti, come scimmie, scimpanzé, o pipistrelli. Una volta che una persona è infetta, può diffondere il virus ad altri. Mangiare carne di animali infetti, o essere punti da un insetto, possono essere cause di contagio.
Contagio interumano
Il virus si trasmette per contagio interumano attraverso il contatto con sangue e altri fluidi infetti. La trasmissione può avvenire anche per via sessuale e può verificarsi anche dopo 7 settimane dalla guarigione. Il contagio è più frequente tra familiari e conviventi, in quanto aumentano i contatti. In Africa, inoltre, le cerimonie di sepoltura e il diretto contatto con il cadavere dei defunti possono essere causa ulteriore di trasmissione della malattia.
Per questa ragione è importante la prevenzione. Purtroppo, non esiste un vaccino per prevenire l'Ebola. Le persone possono evitare di contrarre la malattia, soprattutto evitando di viaggiare in aree in cui è presente il virus. Gli operatori sanitari possono prevenire l'infezione indossando maschere, guanti e occhiali ogni volta che entrano in contatto con persone malate.
Esiste una cura per l'Ebola?
In questo momento non esiste un vero trattamento per l'Ebola. I medici cercano di curare i sintomi delle persone dando loro:
- fluidi ed elettroliti attraverso una vena
- nutrizione
- ossigeno
Purtroppo, il tasso di mortalità varia dal 50% all'89%. Una campagna di sensibilizzazione e di prevenzione attiva può essere la migliore arma per limitare il contagio e combattere questa tremenda epidemia.