Nei giorni scorsi una ragazza inglese di 16 anni, in buona salute, è stata colpita da una forma acuta di epatite. La giovane aveva comprato online un tè, che doveva aiutarla a dimagrire. Dopo aver assunto tre tazze ogni giorno, per un periodo di tre mesi, sono iniziati a sorgere i primi problemi.
Si è infatti presentato l’ittero, segno di problemi epatici. Il caso è stato portato alle cronache il 23 settembre dalla rivista BMJ case reports.
La storia
La ragazza ha raccontato che, dopo aver perso qualche chilo, aveva iniziato ad avvertire forti dolori articolari e si sentiva stordita. Dopo il ricovero ospedaliero era stata sottoposta a varie analisi, ma non si riusciva a capire cosa le stesse capitando. La giovane aveva detto che non assumeva farmaci e l’unico prodotto di cui faceva uso costante era il tè verde (camellia sinensis).
I dottori le hanno consigliato di smettere di berlo, anche perché alcuni componenti erano scritti in cinese e quindi non era chiaro fino in fondo quali fossero gli ingredienti. Per migliorare la situazione le sono stati somministrati liquidi per via endovenosa e il N-acetilcisteina, usato per la cura dei disturbi epatici, tra cui anche le intossicazioni da prodotti tossici. I dottori hanno notato come l’epatite migliorasse a seguito dell’interruzione dell’assunzione del tè, fino a regredire totalmente due mesi dopo. La situazione si è risolta nel modo migliore, ma deve metterci in guardia su cosa realmente compriamo dal web.
Il tè incriminato
Anche se non è stato comprovato da analisi di laboratorio sul tè incriminato, è molto probabile che sia stata quella l’origine di tutti i mali della giovane inglese. Un caso, avvenuto in Francia nel 2005, incriminerebbe di nuovo questo prodotto; si tratterebbe di una persona che, volendo perdere peso, aveva iniziato ad assumere un prodotto chiamato Exolise, un estratto di tè verde contenente caffeina, ed alla fine si era trovata costretta a sottoporsi ad un trapianto di fegato.
Un altro caso di epatite acuta, dovuta all’assunzione di estratti concentrati di tè verde, riguarda una donna di 63 anni. Ma i legami tra i rimedi naturali a base di questo prodotto e i problemi al fegato sono veramente molti. Uno studio spagnolo del 2008 parla di 13 casi sospetti.
Ma i bevitori abituali di tè verde devono temere qualcosa?
I ricercatori affermano che sono i prodotti secondari o terziari trasformati quelli che possono portare a reazioni pericolose, e non l’uso delle foglie.
Come dice il dottor Bernstein, il fegato normalmente scompone le sostanze tossiche e le converte in metaboliti innocui, ma se questi sono tossici iniziano i problemi.