Se pensate di essere all’avanguardia tecnologica perché avete l’ultimo modello di smartphone e utilizzate i Google Glass dovete ricredervi. In realtà, siete ancora utilizzatori di tecnologie “antiquate”, perché vi rendono dipendenti da una fonte esterna di energia. Quando la batteria si scarica, cosa che succede piuttosto velocemente con gli attuali devices, siete a terra e dovete fermarvi per ricaricare le batterie.
L’annoso problema della mancanza di energia potrebbe, finalmente, aver trovato una soluzione e, poiché non si tratta di trovate di scienziati folli, l’Uovo di Colombo potrebbe aver colpito ancora.
Perché continuare a cercare improbabili fonti di energia esterna, quando noi stessi siamo una fonte di energia potente, inesauribile e sempre disponibile?
Probabilmente, è questa la domanda che si sono posti gli scienziati del MIT di Boston, che hanno utilizzato le più recenti scoperte in biochimica e neuroscienze, e le nanotecnologie in grado di interfacciare il corpo umano con devices tecnologici di uso comune.
Che dire, ad esempio del regolatore di calore personale? Se soffrite il caldo o il freddo quando siete a scuola o in ufficio, o se il vostro partner ha un metabolismo molto diverso dal vostro e rende la casa per voi invivibile, oggi non è più necessario divorziare. Con il nuovissimo termobracciale da polso Wristify avrete risolto tutti i problemi. Si basa sul presupposto che il corpo umano non è del tutto razionale quando si tratta di temperatura. Gli esseri umani reagiscono subito alle variazioni di temperatura, ma si adattano abbastanza bene nel corso del tempo. Così Wristify inganna il corpo: controlla la temperatura interna ed esterna e invia micro esplosioni di calore e di freddo più velocemente di quanto il corpo può percepire, mantenendo sempre attivo il meccanismo di regolazione.
Se siete tra quei telespettatori sempre alla disperata ricerca del telecomando perduto, è in arrivo il dispositivo che risolve il problema. Finalmente potrete accendere la TV o cambiare canale, semplicemente con il pensiero.
Un consorzio di produttori di elettronica e di app-makers hanno presentato una nuova interfaccia, basata su un particolare auricolare, in grado di riconoscere le emozioni interpretando le onde cerebrali , che potrebbe consentire a un utente ci accendere o spegnere la suo TV con il pensiero. Anche se ancora in fase iniziale, i ricercatori hanno dimostrato che un pensiero intenso (una ventata telepatica, è stata definita) può influenzare il mondo fisico. Lampadine, televisori e computer sono tutti possibili obiettivi.
Se pensate che sia solo un gioco, immaginate quanto potrebbe rivelarsi utile per malati di SLA, soggetti tetraplegici, amputati e per chiunque abbia difficoltà nei movimenti. Passando ad applicazioni ancora più interessanti e utili, è stato recentemente presentato un braccio bionico che si ispira al Luke Skywalker di Guerre Stellari.
Tutti ricorderete che nel 5° episodio della saga “Il ritorno dello Jedi”, Luke perde mano e polso combattendo contro Darth Vader e che, dopo essere stato salvato, gliene viene applicata una bionica esteticamente e funzionalmente identica a quella naturale.
Mai, come nel caso di Luke, le tecnologie reali si sono avvicinate a quanto immaginato dalla fantascienza. Il braccio bionico è stato sviluppato da un gruppo di ricerca avanzata del Pentagono e da Dean Kamen – l’inventore del Segway, l’infernale aggeggio a due ruote su cui si viaggia in piedi. Luke, o meglio il DEKA-Arm come si chiama tecnicamente, funziona leggendo i segnali elettrici inviati dal cervello ai muscoli della parte di braccio rimanente. Il computer del DEKA interpreta i segnali e fa muovere di conseguenza l’arto e la mano. I risultati sono eccellenti, anche per chi non possiede le capacità mentali dei cavalieri Jedi: il 90% degli amputati che hanno usato il DEKA-Arm hanno rapidamente imparato a svolgere attività impossibili con le protesi tradizionali, come l’utilizzo di chiavi e la manipolazione di chiusure lampo.
Dalla fantascienza alla preistoria, la tecnologia avanzata incontra i Flintstones e la loro propulsione basata sui piedi. Da alcuni anni gli scienziati studiano il modo di utilizzare l’energia generata dai passi umani. Se quella di un singolo passo è minima, quella generata da una folla è enorme. Lo dimostra un esperimento effettuato a Londra nel 2012, in occasione delle Olimpiadi. In una stazione della metro, molto trafficata in vista dell’evento, è stato istallato un particolare tipo di pavimento basato su piastrelle flottanti, in grado di catturare e trasmettere a un accumulatore l’energia generata dai passi. Con l’energia raccolta in pochi minuti nell’ora di punta, è stata alimentata per 52 ore una lampadina.
Questo esperimento ha dato il via alla produzione di un nuovo tipo di pannelli, detti cinetico-solari, in grado di accumulare l’energia dei passi, particolarmente utile quando non c’è il sole. In un test sperimentale con un prototipo, sempre in una stazione della metropolitana londinese, l’energia raccolta dai passi degli utenti ha permesso di mantenere in esercizio alcune stazioni di ricarica dei cellulari.
Se pensate che non sia abbastanza o siete particolarmente egoisti e volete tenere per voi l’energia sviluppata dai vostri piedi, sarete presto accontentati. Un gruppo di ricercatori della GeorgiaTech ha scoperto un sistema per trasformare il nostro corpo in una pila. Il sistema è già stato testato con successo e si basa su pantaloni-accumulatori. In pratica, un paio di normali pantaloni ai quali viene applicato un dispositivo costituito da dischi rotanti, in grado di catturare l’energia statica prodotta dal movimento e generare energia sufficiente per mantenere carico lo smartphone.