Eczema e prurito? Finalmente scoperta una nuova terapia per un sollievo immediato (e prolungato)!

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

prurito: come combatterlo con la luce

Quando si avverte il prurito, non grattarsi è davvero difficile. Questa sensazione, infatti, è una delle più fastidiose e delle più difficili da controllare e, ahimè, molte sono le persone costrette a farci i conti – quotidianamente – a causa di disturbi della pelle, come  l’eczema.

Ma bisogna sempre ricordare che grattarsi non è la soluzione. Sebbene farlo possa dare un momentaneo sollievo, quest’azione peggiora la situazione, aggravando l’infiammazione.

Cosa fare, quindi, se il prurito non dà tregua?

Un team di ricercatori dell’EMBL-Roma – The European Molecular Biology Laboratory – grazie al supporto della Fondazione Telethon – ha trovato un modo per fermare il prurito con la luce.

Hanno preso in esame le cellule nervose specializzate nel sentire il prurito, localizzate nella parte superiore della pelle. Linda Nocchi, Paul Heppenstal e i colleghi all’EMBL di Roma “hanno sviluppato una sostanza chimica sensibile alla luce, che si lega specificamente solo a quelle cellule. Iniettando la sostanza nella pelle dei topi e poi illuminandola con luce infrarossa, le cellule che percepiscono il prurito si ritraggono dalla superficie, bloccando la sensazione di prurito e permettendo alla pelle di guarire“.

Quanto dura l’effetto anti-prurito?

Anche per molti mesi! Col passare delle settimane, ovviamente, le terminazioni nervose che generano la sensazione di prurito si rigenerano e, dunque, ripetere il trattamento è necessario.

Quando applicare la “terapia della luce”?

Il metodo ha avuto un ottimo riscontro nei topi con l’eczema (dermatite atopica) e con una malattia rara della pelle chiamata amiloidosi, per la quale al momento non esiste cura. “La parte più emozionante di questo progetto per me è stato vedere il miglioramento di salute degli animali”, spiega Linda Nocchi, autore della pubblicazione e ricercatrice post-doc nel gruppo di ricerca di Heppenstall. “La pelle era più sana dopo il trattamento e si grattavano di meno”.

Ancora, “la nostra speranza è che un giorno questo metodo possa aiutare esseri umani che soffrono di malattie che causano prurito cronico, come l’eczema”, spiega Paul Heppenstall, che ha guidato l’indagine.

Ciò che si sa è che topi ed esseri umani hanno la stessa molecola bersaglio per la terapia del prurito, una proteina chiamata Interleuchina 31 (IL-31). Prossimo step della ricerca? Valutare ’efficacia della terapia con luce infrarossa nell’uomo.

Ma non solo…

Di recente, il team di Heppenstall ha individuato un meccanismo per gestire il dolore cronico con l’impiego della luce. “Crediamo che il meccanismo che abbiamo scoperto possa essere un metodo generale per controllare le sensazioni attraverso la pelle”, spiega Heppenstall. “Il nostro obiettivo ora è portare avanti queste terapie, in collaborazione con partner industriali, e svilupparle per l’uso umano ma anche per la medicina veterinaria, visto che il prurito può essere un problema grave anche per i cani”.


Il progetto dell’EMBL di Roma è stato finanziato dalla Fondazione Telethon, che proprio in questi giorni sta promuovendo #presente, la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi per la ricerca scientifica contro le malattie genetiche rare. Fino al 22 dicembre, inoltre, si terrà la ventottesima edizione della maratona televisiva in collaborazione con la RAI.

Sempre per rispondere “presente” all’appello di Fondazione Telethon, fino al 22 dicembre sarà possibile donare inviando un sms o chiamando il numero solidale 45510.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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