Rende dolci le nostre giornate. Nel caffè, nel cappuccino, su bomboloni e cornetti caldi, nelle merendine e nella tazza di cioccolata, lo zucchero è una coccola a cui spesso non sappiamo proprio rinunciare, soprattutto nei momenti di stress e solitudine dove tutto ciò che è dolce sembra attenuare depressione e tristezza. Ma chi avrebbe mai immaginato che potrebbe diventare un potenziale nemico?
Pare, infatti, che l’assunzione eccessiva di zucchero sia un fattore di rischio per il cancro. Gli studi sono ancora in corso e, in ogni caso, è bene fare attenzione al fatto che si tratta di un semplice «fattore di rischio». Gli scienziati, infatti, sottolineano che le nuove scoperte non significano che il legame tra zucchero e cancro sia diretto. Vediamo dunque di cosa si tratta.
Il legame tra zucchero e cancro
I ricercatori hanno analizzato la relazione tra zucchero e cancro, rivelando che le modalità con cui le cellule tumorali metabolizzano lo zucchero stimolano la crescita del tumore.
Le cellule neoplastiche tendono infatti a produrre energia in modo diverso dalle cellule normali: esse, infatti, utilizzano un processo che prevede la fermentazione del glucosio in lattato, piuttosto che la normale respirazione cellulare dove le cellule producono acido piruvico.
Ogni cellula del corpo ha infatti bisogno di zucchero per sopravvivere. Tuttavia, quelle tumorali sembrano richiederne molto di più rispetto alle cellule sane. Inoltre, pare che le formazioni cancerose consumino lo zucchero più velocemente: questo meccanismo è noto come effetto Warburg.
Effetto Warburg: zucchero e tumori sono davvero correlati?
Come già detto, tutte le cellule dell’organismo utilizzano gli zuccheri che assumiamo con l’alimentazione, come fonte di energia. Allo stesso modo, anche le cellule cancerose utilizzano zucchero per svolgere le loro funzioni vitali. Tuttavia, quest’ultime assumono una quantità di glucosio molto più alta rispetto alle cellule sane. In questo modo, anche i livelli di fermentazione che convertono il glucosio in acido lattico sono maggiori. Questo processo è noto come effetto Warburg, dal nome del Premio Nobel Otto Warburg.
«Le cellule neoplastiche – ha specificato il dr. Paolo Marchetti, direttore del Reparto di Oncologia Medica del Sant’Andrea di Roma – vanno incontro a glicolisi, un processo grazie al quale utilizzano lo zucchero per produrre energia ma con meccanismi anaerobici, cioè con poco ossigeno. Questo porta alla formazione di acido lattico, come quello che si accumula nei muscoli quando facciamo sport in scarsa ossigenazione, mentre le cellule normali producono piruvato perché utilizzano ossigeno».
Warburg ipotizzò che questo processo potesse essere il meccanismo alla base della trasformazione da cellule sane a cellule neoplastiche. La teoria di Warburg – è bene sottolinearlo – è ancora soggetta a studi di approfondimento: molti ricercatori ritengono infatti che questo effetto sia una conseguenza e non una causa del tumore. Insomma, per molti studiosi, zucchero e tumore non hanno molto a che fare!
I nuovi dati a sostegno della teoria di Warburg
«La nostra ricerca rivela come l’eccessivo consumo di zucchero delle cellule cancerose porti ad un circolo vizioso di continua stimolazione dello sviluppo e della crescita del cancro – ha spiegato il dr. Johan Thevelein, del Belgio VIB-KU Leuven Center for Cancer Biology. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications.
«Siamo in grado di spiegare la correlazione tra la forza dell’effetto Warburg e l’aggressività del tumore – ha continuato Thevelein – il legame tra zucchero e cancro ha conseguenze radicali. I nostri risultati forniranno una base per la ricerca futura in questo settore, che ora può essere eseguita con un focus molto più preciso e pertinente».
Prima d’ora non era chiaro se l’effetto Warburg fosse solo un sintomo di tumore o se potesse influenzare la sua crescita. Questo nuovo studio mostra come l’effetto di Warburg stimoli la crescita neoplastica. Attenzione, però: questa evidenza non significa in alcun modo che lo zucchero sia la causa diretta del cancro.
Per condurre la loro ricerca, gli scienziati del team di Thevelen hanno utilizzato il lievito come organismo modello, che produce energia a partire dallo zucchero attraverso la fermentazione, proprio come le cellule tumorali. Inoltre, il lievito contiene le proteine Ras presenti anche nelle cellule neoplastiche. Uno dei ruoli di queste proteine è il controllo della crescita cellulare. Mutazioni a carico dei geni che controllano le proteine Ras, ne determinano una costante iperattività, e ciò si traduce in una eccessiva e incontrollata proliferazione delle cellule tumorali.
Certo, la migliore conoscenza della relazione tra zuccheri e cancro spalanca le porte a un futuro radioso nel campo della ricerca. Tuttavia, la strada è ancora lunga e tortuosa.
Per ottenere ulteriori conferme, i ricercatori hanno ipotizzato di sottrarre le fonti di zucchero alle cellule neoplastiche, per potere verificare l’eventuale inibizione della loro crescita. Tuttavia, non è stato ancora trovato un metodo per privare solo le cellule tumorali delle fonti di zucchero e lasciare che soltanto le cellule sane possano utilizzarlo.
Insomma, attendiamo nuovi e illuminanti risultati e, nel frattempo, nessun allarmismo. Lo zucchero e il cancro non sono correlati – o, almeno, nessuno lo ha ancora dimostrato.