Hai disturbi digestivi? Potresti avere l’Helicobacter pylori

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 07 Aprile, 2021

Helicobacter pylori: come si cura

L’infezione da Helicobacter Pylori si verifica quando un tipo di batterio chiamato, appunto, elicobatterio (H. pylori), infetta lo stomaco. L’infezione da H. pylori è causa di ulcere peptiche in più della metà delle persone nel mondo.

Helicobacter pylori: cosa è

È un batterio elicoidale (da qui il nome “elicobatterio”) provvisto di flagello, appartenente ai batteri gram negativi, che vive in condizioni di acidità, motivo per il quale lo stomaco è l’ambiente ideale per la sua crescita.

Le sostanze tossiche prodotte dal metabolismo dell’elicobatterio possono provocare seri danni alla mucosa gastrica.

Perché viene detto “pylori”

L’apparato digerente è costituito da un canale che inizia con la bocca e termina con l’ano.

Il cibo masticato e triturato, a livello della bocca, giunge all’esofago e, da qui, allo stomaco per poi passare al duodeno che è la prima parte dell’intestino. Nel tragitto appena descritto, per impedire che il contenuto gastrico torni indietro, troviamo due valvole, la prima (detta Cardias) si trova tra esofago e stomaco, la seconda (detta Piloro) si trova tra stomaco e duodeno.

Proprio dal nome di questa valvola deriva il nome “Pylori”, probabilmente per il fatto che, nella maggior parte dei casi, il batterio venne riscontrato in questa sede dello stomaco.

Helicobacter pylori: sintomi 

L’infezione da HP è spesso asintomatica, altre volte, invece, è causa di particolari disturbi che possono includere:

  • Dolore o bruciore allo stomaco
  • Dolore addominale soprattutto a stomaco è vuoto
  • Nausea
  • Perdita di appetito
  • Eruttazione frequente
  • Gonfiore addominale
  • Perdita di peso involontaria
  • Vomito
  • Spossatezza
  • Dispepsia
  • Malessere generale durante i pasti
  • Alterazione dello svuotamento gastrico (con sintomi simili a quelli della Sindrome di Dumping)

Come si contagia

Alcuni individui sono portatori senza manifestarne i sintomi. Le modalità di contagio non sono ancora del tutto note, certo è che questi batteri sono trasmissibili, da persona a persona, attraverso il contatto diretto con la saliva, vomito, materia fecale, cibo o acqua contaminati.

Helicobacter pylori: i fattori di rischio 

L’infezione da H. pylori è, spesso, contratta durante l’infanzia. I fattori di rischio sono legati a condizioni, stile di vita, eventuali patologie. Alcuni fattori di rischio sono:

  • Vivere in condizioni di sovraffollamento. Si è sottoposti a un maggior rischio di infezione da H. pylori, se si vive in una casa con molte persone.
  • Vivere senza un approvvigionamento affidabile di acqua pulita e potabile.
  • Vivere in un paese in cui le condizioni di vita sono insalubri.
  • Vivere con qualcuno che ha una infezione da H. pylori.
  • Patologie o terapie che determinano deficit immunitario, espongono un individuo a maggior rischio di infezioni.

Quali sono le complicanze associate all’infezione da H. pylori?

  • Ulcera. L’H. pylori può, infatti, danneggiare il rivestimento protettivo dello stomaco e dell’intestino tenue, ciò può comportare acidità di stomaco che, a lungo andare, potrebbe creare una ferita aperta (ulcera).
  • Gastrite. L’H. pylori può irritare il rivestimento dello stomaco provocandone infiammazione (gastrite).
  • Cancro allo stomaco. L’infezione da H. pylori determina un forte fattore di rischio per alcuni tipi di cancro allo stomaco.

Come viene posta la diagnosi?

La diagnosi può essere fatta utilizzando diverse tecniche.

  • Esofagogastroduodenoscopia (nota come gastroscopia), è la metodica che garantisce un risultato certo su una eventuale infezione in atto, nell’ambito della quale vengono fatte delle biopsie gastriche. L’esame istologico dei campioni prelevati rivelerà la presenza o meno del batterio in questione.
  • Ricerca anticorpi tramite un prelievo di sangue.
  • Urea breath test (esame del respiro).
  • Esame delle feci.

Quali sono i trattamenti per l’eradicazione dell’H. pylori?

La cura è risolutiva e va fatta utilizzando precisi schemi terapeutici, la così detta “triplice terapia” che va effettuata per una settimana ed è costituita da un inibitore della secrezione acida e due antibiotici in associazione tra di loro, un esempio di terapia è il seguente:

  • Pantoprazolo (inibitore di pompa protonica)
  • Amoxicillina
  • Claritromicina

Nel caso di soggetti allergici agli antibiotici, sono disponibili schemi terapeutici con antibiotici sostitutivi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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