Disturbi dello Spettro Autistico e simmetria cerebrale

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 12 Dicembre, 2016

autismo e cervello simmetrico

Secondo recenti studi condotti dalla San Diego State University, il cervello di un soggetto affetto da autismo è più simmetrico rispetto agli altri, ma in questo caso, la simmetria è un po’ diversa da ciò che ci si potrebbe aspettare e comporta delle anomalie strettamente connesse ai disturbi dello spettro autistico. Vediamo cosa comporta questo genere di disturbo e cosa significa avere un cervello più “simmetrico”.

Cosa ha evidenziato lo studio sul cervello autistico?

Uno studio, pubblicato sulla rivista Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, ha rivelato che i bambini e gli adolescenti affetti da disturbo dello spettro autistico presentano una minore asimmetria cerebrale, rispetto ai coetanei non autistici. Ciò potrebbe suggerire che i due emisferi del cervello presentano una divisione dei compiti diversa dal solito.

Lo studio, condotto dai neuropsicologi della San Diego State University, definisce la differenziazione dei compiti dei due emisferi: “diverse modalità di elaborazione“, secondo la quale l’emisfero sinistro è più specializzato, mentre il destro più integrativo.

Generalmente, la divisione del lavoro crea asimmetria nel cervello, mentre per le persone affette da disturbo dello spettro autistico questa caratteristica è fortemente ridotta.

Cos’è il disturbo dello spettro autistico?

Il disturbo dello spettro autistico, noto anche con l’abbreviazione ASD, che deriva dall’inglese Autism Spectrum Disorders, comprende una serie di disturbi dello sviluppo, che causano in particolar modo difficoltà nella comunicazione e nell’interazione con le altre persone.

Questo disturbo può essere diagnosticato nei primi tre anni di vita del bambino, e nei casi più gravi anche nei primi 18 mesi. I bambini affetti da ASD presentano diversi livelli di deficit nelle aree di:

  • integrazione sociale
  • comunicazione verbale e non verbale
  • comportamenti e interessi ripetitivi

Secondo l’Istituto Superiore della Sanità, i sintomi di tale disturbo comprendono:

  • turbamento dato da un cambiamento nella routine quotidiana
  • mancanza di contatto visivo
  • difficoltà di conversazione
  • incapacità di comprendere la prospettiva e le azioni delle persone
  • rapportarsi con le emozioni o le parole degli altri in modo inusuale o incoerente

Le persone affette da autismo possono inoltre presentare interessi molto circoscritti e comportamenti ripetitivi. I sintomi possono variare da lievi e leggermente visibili, definiti come sindrome di Asperger, a più gravi e fortemente invalidanti, che prendono appunto il nome di Disturbo Autistico.

Perché i due emisferi cerebrali sono diversi?

I ricercatori hanno spiegato che il tipico sviluppo cerebrale prevede la separazione dei compiti tra i due emisferi: “L’emisfero sinistro, per esempio, è coinvolto nell’analisi dei dettagli specifici di una determinata situazione, mentre l’emisfero destro è implicato nell’integrazione dei vari flussi di informazioni che confluiscono nel cervello“.

Inoltre, di norma l’emisfero destro presenta delle connessioni distribuite in modo più denso, secondo quanto riscontrato dalle immagini acquisite durante lo studio. Per contro, il cervello di una persona autistica presenta una distribuzione delle connessioni uniforme in entrambi gli emisferi.

Perché è importante lo studio?

La differenza tra lo sviluppo tipico e lo sviluppo di un cervello affetto da autismo potrebbe spiegare in che modo il disturbo è connesso con le difficoltà cognitive che presentano queste persone. L’Università ha inoltre dichiarato, facendo riferimento al detto “guardare gli alberi, ma non vedere la foresta”: “Molte persone affette dal disturbo dello spettro autistico presentano un’abilità predominante nel percepire i dettagli, ma hanno difficoltà a metterli insieme in un contesto ben articolato“.

Tuttavia, resta da verificare se una maggiore distribuzione delle connessioni tra i due emisferi sia la causa dei disturbi cognitivi o il contrario e cioè che sia piuttosto il disturbo cognitivo a creare una distribuzione uniforme e maggiormente densa delle connessioni.

 

Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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