La tiroide, una piccola ghiandola a forma di farfalla collocata sotto il pomo di Adamo, gioca un ruolo molto importante nel nostro organismo: si tratta infatti di un organo deputato alla regolazione e al controllo di svariate funzioni corporee, tra cui il peso, il colesterolo, il battito cardiaco, la vista, la massa muscolare, il ciclo mestruale, lo stato mentale, la cute e i capelli.
Entriamo insieme nei dettagli, per capire quando la nostra tiroide… dovrebbe farci preoccupare!
Disturbi alla tiroide, quando è necessario preoccuparsi?
Il sistema nervoso centrale, tramite l’ipotalamo e l’ipofisi (produttore dell’ormone TRH o tireotropina) regola il trofismo della ghiandola tiroidea e la conseguente sintesi, a livello tiroideo, di due sostanze: la triiodotironina (T3) e la tiroxina (T4). Questi ormoni tiroidei svolgono due importanti funzioni: T3 e T4 sono infatti capaci di aumentare il metabolismo basale, cioè la quantità di energia impiegata in un individuo in condizioni di riposo e di aumentare la velocità di utilizzazione delle sostanze energetiche necessarie, ad esempio, nella stimolazione della crescita del bambino.
Il TSH, invece, è un altro ormone secreto dall’ipofisi deputato alla stimolazione della funzione della tiroide e dell’accrescimento della tiroide: se la tiroide funziona meno del necessario (“ipotiroidismo”) il TSH è elevato; al contrario, se la funzione tiroidea è troppo marcata (“ipertiroidismo”), i livelli del TSH calano.
Se state guadagnando peso per nessun motivo, se vi sentite spesso disidratati e stanchi, se capelli e unghie sono sempre più fragili, la vostra tiroide potrebbe non produrre una quantità sufficiente di ormone tiroideo. Al contrario, perdite di peso inspiegabili, sudorazione incontrollabile e battito cardiaco veloce sono i segnali di una tiroide iperattiva.
Inoltre, una tiroide che presenta un qualunque tipo di disturbo può subire cambiamenti nella forma, nel volume e nel peso, dando luogo ad asintomatici noduli unici o multipli, detti gozzo semplice o multinodulare, espressione di una alterata funzione tiroidea che può essere sia ipotiroidismo che ipertiroidismo. Sono questi i casi in cui è assolutamente necessario contattare il medico di fiducia.
Disturbi alla tiroide, ecco i più frequenti
Sono molteplici i disturbi che possono coinvolgere la nostra tiroide. Vediamoli insieme:
Ipertiroidismo
L’ipertiroidismo è correlato ad una eccessiva produzione di ormoni tiroidei che vanno a stimolare le funzioni dell’organismo sottoposte al proprio controllo in modo sproporzionato. Di conseguenza, l’iperattività della ghiandola tiroidea determina un complesso quadro di sintomi.
In particolare, i principali sintomi dell’ipertiroidismo sono: battito cardiaco accelerato, tremori delle mani, nervosismo ed insonnia, sensazione di caldo e sudorazione, tendenza al dimagrimento e sensazione di astenia.
L’ipertiroidismo può essere scatenato da molteplici cause: dalla presenza di anticorpi e cellule immunitarie che stimolano la tiroide a funzionare eccessivamente (“Morbo di Basedow”), dallo sviluppo di noduli iperfunzionanti all’interno della tiroide (“Gozzo tossico nodulare”) o dalla fuoriuscita massiccia ma temporanea di ormone tiroideo da parte di cellule tiroidee danneggiate per processi infiammatori (“Tiroidite subacuta”).
Il trattamento farmacologico dell’ipertiroidismo è costituito dalla terapia col metimazolo, molecola capace di controllare in modo efficace nel corso di alcune settimane l’ipertiroidismo.
Talune volte, però, l’ipertiroidismo può regredire in modo spontaneo nel corso del tempo ma, generalmente, è necessario far seguire alla terapia farmacologica un intervento terapeutico definitivo.
In particolare, il trattamento medico-nucleare, praticato mediante una dose terapeutica di radioiodio assunta per via orale, è efficace e privo di inconvenienti. In altri casi, tuttavia, è necessario l’intervento chirurgico a causa del notevole volume del gozzo iperfunzionante.
È però il morbo di Graves la più comune causa di ipertiroidismo. Si tratta di una patologia autoimmune in cui il sistema immunitario aggredisce in modo erroneo la tiroide: la ghiandola tiroidea diventa iperattiva e produce l’ormone responsabile della regolazione del metabolismo in quantità eccessive.
Il morbo di Graves è una patologia ereditaria che si sviluppa più comunemente nelle donne giovani. Oltre alla familiarità, altri fattori di rischi correlati al morbo di Graves sono rappresentati da stress, gravidanza e fumo.
I principali sintomi di questo tipo di disturbo sono gli stessi delle altre forme di ipertiroidismo: ansia, irritabilità, fatica, tremori alle mani, irregolarità del battito cardiaco, eccessiva sudorazione, diarrea, disturbi del sonno, gozzo (ingrossamento della ghiandola tiroidea legato alla carenza di iodio nella diet), anomalie nel ciclo mestruale, occhi sporgenti e problemi alla vista.
Nodulo tiroideo
Il nodulo tiroideo è costituito da un ingrossamento circoscritto e delimitato di una porzione più o meno piccola della tiroide. Si tratta di un disturbo molto diffuso e, nella maggior parte dei casi, i noduli tiroidei sono benigni anche se, nel 5-7% dei casi, si ha la presenza di noduli maligni.
Spesso i noduli tiroidei sono asintomatici e la diagnosi viene effettuata per caso nel corso di una visita medica di controllo o di uno studio ecografico o radiologico.
Laddove si scopra di avere un nodulo alla tiroide, anche se asintomatico, risulta necessario rivolgersi ad uno specialista benché spesso la presenza del nodulo non richieda alcun trattamento.
Ovviamente, se il nodulo aumenta progressivamente di dimensioni o determina sintomi e disturbi quali difficoltà ad inghiottire, a respirare, a parlare, è necessario contattare immediatamente il medico di fiducia.
La visita, l’esame ecografico e il profilo ormonale consentono al medico di giudicare il rischio di malignità dei noduli. Tuttavia, per determinare in modo quasi certo (90-95%) se il nodulo è benigno è spesso necessario eseguire un agoaspirato tiroideo con ago sottile.
Le cause per cui si sviluppa il nodulo non sono sempre chiare ma possono includere la carenza di iodio e la malattia di Hashimoto. Alcuni noduli sintetizzano in modo autonomo ormoni tiroidei e possono determinare l’insorgenza di sintomi simili a quelli dell’ipertiroidismo. Al contrario, i sintomi saranno simili a quelli presenti in caso di ipotiroidismo se i noduli risultano associati con la malattia di Hashimoto.
Ipotiroidismo
Si parla di ipotiroidismo se la tiroide funziona meno di quanto dovrebbe e ciò può avvenire per molte cause: processi infiammatori cronici (“Tiroidite cronica autoimmune o di Hashimoto”), precedenti trattamenti chirurgici o medico-nucleari o errori congeniti della sintesi degli ormoni tiroidei.
In particolare, la tiroidite cronica autoimmune, che rappresenta la principale causa di ipotiroidismo spontaneo, si sviluppa in modo lento e asintomatico con sintomi che si instaurano pian piano.
I principali sintomi di ipotiroidismo sono rappresentati da: astenia, intolleranza al freddo, ridotta capacità di concentrazione, torpore, incremento di peso e senso di gonfiore.
La diagnosi viene effettuata sulla base di analisi ematiche che riportano elevati valori di TSH e la terapia consiste nell’assunzione quotidiana di levotiroxina per compensare la carenza di produzione ormonale da parte della ghiandola tiroidea.
Nella maggior parte dei casi, in poco tempo, i sintomi tipici dell’ipotiroidismo scompaiono. Dopo aver completato gli accertamenti con l’esecuzione delle indagini necessarie per stabilire la causa dell’ipotiroidismo, sono necessari controlli periodici degli ormoni tiroidei e dell’ecografia alla tiroide.