Si sente sempre parlare di anoressia e bulimia, che ormai sono tristemente famose, ma conosciamo veramente tutti i diversi tipi di disturbi alimentari?
“Quando avevo 13 anni, sono stato assente da scuola per un mese per curare un disturbo alimentare. Non ero preoccupata con il mio peso, il mio problema era che ero terrorizzata dal vomito. Soffrivo di una condizione chiamata emetofobia e il mio mangiare limitato era un sottoprodotto di quella paura. Lasciando il mio stomaco vuoto non avrei avuto niente da vomitare. Tecnicamente, ho sofferto del disturbo restrittivo dell’ingestione di cibo, ma per un occhio inesperto, cioè i miei genitori o i compagni di classe, semplicemente ho sofferto di anoressia”.
Questa è una delle storie raccontate da chi ha sofferto di uno dei disturbi dell’alimentazione che sono sconosciuti ai più, ma che colpiscono molte persone.
Nella quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (noto anche come DSM – Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders – è uno dei sistemi nosografici per i disturbi mentali o psicopatologici più utilizzati da medici, psichiatri e psicologi di tutto il mondo), i disturbi alimentari ufficialmente riconosciuti sono solo tre:
- la crisi di alimentazione incontrollata (CAI)
- l’anoressia nervosa
- la bulimia nervosa
Tutti gli altri tipi di disturbi sono classificati semplicemente come “altri disturbi specifici di alimentazione“. Quel termine così generalista si riferisce a qualsiasi tipo di disturbo alimentare che provoca disagio o menomazione, ma che non rientra nei criteri dei disturbi alimentari riconosciuti. In questo modo, vengono escluse alcune patologie e questo spiega perché molti non conoscono molte delle patologie legate all’alimentazione.
Ortoressia nervosa
La sana alimentazione sta diventando un tema sempre più seguito e importante, ma c’è una differenza tra seguire una sana alimentazione ed esserne ossessionati. L’anoressia e la bulimia riguardando la quantità di cibo che una persona assume, mentre l’ortoressia riguarda la qualità del cibo che una persona consuma.
Il Journal of Human Sport & Exercise definisce gli ortoressici come coloro che “ossessivamente evitano cibi che possono contenere coloranti artificiali, aromi, agenti conservanti, residui di pesticidi o ingredienti geneticamente modificati, grassi sani e gli alimenti che contengono troppo sale o troppo zucchero“. Chi ne soffre inizia a porsi regole precise e rigide sul cibo e spesso si isola anche socialmente.
L’anoressia atletica
Questo tipo di anoressia si presenta soprattutto negli atleti ed è diventata diffusa grazie al pensiero “forte è il nuovo magro”. Mentre le anoressiche limitano il loro mangiare e le bulimiche vomitano dopo i pasti, chi soffre di anoressia atletica svolge compulsivamente l’esercizio fisico per mantenersi nel peso forma e presta particolare attenzione al numero di calorie bruciate. La compulsione per l’esercizio può essere anche alimentata dai sentimenti negativi di non essere in grado di fare esercizio fisico. I ricercatori hanno scoperto che, già dopo appena 24 ore senza esercizio fisico, chi soffre di anoressia atletica sperimenta un senso di colpa, ansia, depressione e irritabilità.
Diabulimia
Secondo una ricerca nel Journal of Diabetes Science and Technology, le donne con il diabete di tipo 1 hanno 2,4 volte più probabilità di sviluppare un disturbo alimentare rispetto a quelle senza il diabete. Chi soffre di questo disturbo pratica la restrizione dell’insulina: riduce le dosi necessarie di insulina o addirittura decide di saltarle del tutto.
In questo modo, gli zuccheri e le calorie si riversano direttamente nelle urine e sono quindi espulse, con conseguente perdita di peso. Ma, in realtà, questa situazione porta a un rischio elevato di sviluppo di infezioni e di chetoacidosi diabetica, che può portare al coma diabetico.
Pica
La maggior parte delle persone pensa che sia un qualche tic strano, ma la pica, che consiste nel mangiare materiali non alimentari come sporcizia, vernice o carta, è in realtà un disturbo abbastanza comune. Soprattutto si presenta nei bambini di età compresa da 1 a 6 anni, dove circa il 30% ha manifestato episodi di pica. La condizione è comune anche nelle donne in gravidanza e in coloro che sono carenti di ferro, perché in alcuni casi della malattia, il desiderio deriva da carenze nutrizionali (come il ferro). Chi soffre di pica è però anche a rischio di avvelenamento da piombo e di ostruzioni intestinali dal consumo di elementi indigeribili.
Sindrome da alimentazione notturna
La sindrome da alimentazione notturna (NES) è caratterizzata da un eccessivo mangiare di notte, anche se non necessariamente sotto forma di abbuffate. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of American Medical Association, i pazienti affetti da NES consumano solo circa un terzo delle calorie totali giornaliere fino alle 6 del pomeriggio, rispetto alle persone normali che di solito nello stesso tempo assume circa i tre quarti delle calorie giornaliere. I ricercatori hanno scoperto che la sindrome da alimentazione notturna è strettamente legata alla depressione e poichè la merenda notturna prevede normalmente alimenti ricchi di carboidrati, questa sindrome potrebbe essere una forma di automedicazione.
Attenzione, dunque, al modo in cui ci si rapporta al cibo. Certe condizioni, sebbene non siano note ai più, non vanno comunque trascurate!