“Il diabete è una malattia cronica ed evolutiva in cui si ha un aumento della glicemia, ovvero dei livelli di zucchero nel sangue, che l’organismo non è in grado di riportare alla normalità” ci dice il Dr Carlo Giorda, presidente dell’Associazione Medici Diabetologi (la società scientifica cui fa capo la rete italiana degli oltre 650 centri di diabetologia e a cui aderiscono oltre 2.100 diabetologi italiani.)
Le principali forme di diabete sono due:
- una detta diabete di tipo 1 insulino-dipendente, giovanile, che si verifica per una carenza totale di insulina (ormone prodotto dal pancreas per utilizzare gli zuccheri)
- una detta diabete di tipo 2 (anche conosciuta come diabete mellito) che insorge in età adulta, dopo i 40 anni e che inizialmente non richiede un trattamento insulinico.
Esiste poi una forma di diabete che si sviluppa durante la gravidanza detta diabete gestazionale.
Per il diabete di tipo 2 si insiste inizialmente molto sullo stile di vita, sulla dieta (soprattutto sulla necessità di ridurre le calorie) e sull’attività fisica. Esiste un gran numero di farmaci (ben 8 classi) che rappresentano l’approccio farmacologico a questa patologia, ma senza che vi sia uno schema di utilizzo o un ordine preciso.
La novità è una proposta dell’AMD (che verrà verificata nei prossimi due o tre anni con una vera e propria sperimentazione) che sui dati del singolo paziente propone una personalizzazione della cura.
I seguenti fattori
- ipertensione
- sovrappeso
- valore della glicemia a digiuno
- valore della glicemia post prandiale
rappresentano una variabile importante per definire un percorso di cura sul singolo caso.
Il diabete è per definizione una patologia evolutiva e di conseguenza anche la terapia del diabete lo sarà: la speranza è che un trattamento personalizzato possa portare più in fretta a raggiungere il cosiddetto “compenso del diabete”, cioè di quei valori (glicemia, ipertensione e altri) che rappresentano dei fattori di rischio per lo sviluppo di altre patologie.
Livelli elevati di glucosio nel sangue infatti, se non corretti con una cura adeguata, possono nel tempo favorire la comparsa delle complicanze croniche della malattia, come
- danni a reni
- danni alla retina
- danni ai nervi periferici
- danni al sistema cardiovascolare (cuore e arterie).
Nascono così i cosiddetti profili diabetici definiti dai medici diabetologi dell’AMD (ovvero il 90% degli specialisti di questa disciplina) che rappresentano un importante punto di partenza.
Vedremo se il futuro della diabetologia (e della medicina) passerà da una ritrovata attenzione al singolo paziente per sfuggire alle generalizzazioni lontane dalla realtà dei casi clinici che non sono mai completamente uguali fra loro.
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Il Dr Carlo Giorda è il Direttore della Struttura Complessa Malattie Metaboliche e Diabetologia, ASL Torino 5 e Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD)