Al via il decreto Lorenzin, entrato in vigore lo scorso 21 gennaio, che definirà un cambiamento radicale nel rapporto tra medico di famiglia (in primis) e paziente.
Cosa prevede il decreto?
D’ora in poi, i medici di famiglia potranno mettere a carico del Servizio Sanitario nazionale alcune prestazioni prescritte, come gli esami radiologici, le analisi di laboratorio, valutando le condizioni del soggetto.
Pro e contro per i pazienti? Di certo, se si era abituati a richiedere esami di routine a carico dello Stato, questo potrà cambiare. Il medico valuterà attentamente età, intervalli di tempo da un esame a un altro, condizioni generali. Al curante basterà riportare il numero-nota nella prescrizione con le lettere che indicano le condizioni di erogabilità.
Ma cosa ne pensano i protagonisti?
I pazienti non nascondono alcune perplessità. Si dovrà dire addio a 203 prestazioni mediche prima gratuite (ticket a parte), determinando “una incertezza che compromette l’attività professionale dei medici e la fiducia dei pazienti nelle loro scelte“, come affermato dalla Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale).
Risultati? Un aumento delle spese private, che porterà i medici stessi a dover fronteggiare situazioni non sempre chiare o piacevoli.
Prosegue ancora la Fimmg: “Si sta determinando un’incertezza che compromette l’attività professionale dei medici e la fiducia dei pazienti nelle loro scelte, inevitabili saranno le contestazioni da parte dei cittadini ai medici prescrittori, lasciati soli nel proprio studio a dover giustificare scelte che non condividono e che non capiscono”.
Cosa accadrà?
Staremo a vedere. Quel che è certo è che questo decreto segna una svolta chiara in una direzione opposta a quella tenuta sino ad ora. Pro e contro non mancheranno, il vero compito spetterà ai medici che dovranno indirizzare sempre più correttamente i loro pazienti, non tralasciando mai l’importanza dei controlli e della prevenzione.