Ecco come crescono i tumori al cervello: la grande scoperta di due scienziati italiani

Alessandra Lucivero

Ultimo aggiornamento – 07 Gennaio, 2016

Qual è il meccanismo che provoca la crescita e lo sviluppo di un tumore? Domanda difficile, come la sua risposta che, con orgoglio, è stata fornita da due ricercatori italiani e dal loro team di scienziati della Columbia University di New York .

Antonio Iavarone e Anna Lasorella, questi sono i nomi dei nostri connazionali che, come ahimè accade sin troppe volte, hanno trovato all’estero la possibilità di impegnarsi in studi di grande rilievo.

La scoperta

Parliamo di tumore al cervello, uno dei più aggressivi, il glioblastoma. Su Nature i due ricercatori spiegano “perché le cellule staminali dei tumori sopravvivono alla chemioterapia e sono le responsabili della riformazione del tumore“. Per capire le cause che portano il cancro a sopravvivere alle terapie comuni, è stata presa in analisi una proteina, nota come ID2, capace di attivare una serie di meccanismi che portano allo sviluppo del cancro.

Disattivando la proteina, dunque, si può porre un freno alla malattia. La scoperta è stata possibile osservando altre due proteine, Hif (Hypoxia Inducible Factor) alfa 1 e alfa, utilizzate dal tumore per ossigenarsi e prendere vita. La ID2, a sua volta, blocca l’azione della proteina Vhl (von Hippel-Lindau), nota come soppressore.

Iavarone e Lasorella hanno dunque asserito che che la proteina Id-2 blocca Vhl, “Id2 consente alle cellule più maligne del glioblastoma di adattarsi a condizioni sfavorevoli e continuare a moltiplicarsi”. 

Bloccando la ID2, si darebbe la possibilità alla Vhl di agire e combattere il glioblastoma.

Per saperne di più: il glioblastoma

Il glioblastoma è uno dei tumori più comuni e pericolosi che colpiscono il cervello. Può manifestarsi a qualsiasi età e, purtroppo, sino ad oggi questo cancro è incurabile, con una prospettiva di vita per i pazienti di soli 2 anni.

Per questa ragione, la scoperta segna una grande svolta. “Il nostro studio – afferma Anna Lasorella – ha stabilito che ID2 rimane attiva a causa della ridotta concentrazione di ossigeno nel tumore in espansione. Quando è presente in forma inappropriatamente attiva, ID2 è in grado di bloccare il sistema di distruzione di due proteine chiamate Hypoxia Inducible Factor (Hif) alfa 1 e 2, della cui azione particolarmente le cellule staminali tumorali si servono per sopravvivere in mancanza di livelli adeguati di ossigeno e nutrimento“.

È evidente che la disattivazione di ID2 priverebbe il tumore di un circuito indispensabile al suo mantenimento“.

Nuovi scenari terapeutici

I due ricercatori stanno analizzando composti chimici antitumorali da testare per trovare una soluzione terapeutica efficace. Servirebbe un farmaco in grado di bloccare il legame tra ID2 e VHL. Le indagini sono ora in corso nei laboratori della Columbia University.

 

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Scritto da Alessandra Lucivero

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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