La nuova variante Covid Xec, secondo l’ultima rilevazione, ha raddoppiato la propria diffusione nelle ultime tre settimane; questo piccolo, unito alle consuete attività natalizie e all’inizio del Giubileo, potrebbe portare ad un innalzamento drastico dei casi.
Facciamo il punto della situazione.
La situazione
Il Giubileo, che inizierà il 24 dicembre, porterà nella capitale italiana circa trenta milioni di persone: esiste, dunque, la possibilità che questo evento si trasformi in una vera e propria emergenza Covid.
L’ipotesi spaventa virologi e epidemiologi: Francesco Vairo, responsabile Seresmi, afferma che “Ora non siamo in allarme, ma il Piano di attenzione e prevenzione dell’Istituto per le Malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma può aiutare ad essere pronti ad affrontare l’emergenza”.
L'epidemiologo Massimo Ciccozzi, avvisa: “In previsione di un momento critico per la salute di tutti, com’è quello che potrebbe presentarsi con l’arrivo in massa di persone per il Giubileo, l’unica strategia da mettere in atto per difendere se stessi e gli altri dal possibile attacco Covid, è indossare la mascherina in ogni occasione di assembramento”.
La situazione dei contagi da Coronavirus in Italia è stabile, ma continuano a crescere i decessi e i ricoveri – anche se in maniera minore; i primi sono 117 (la scorsa settimana erano 100), mentre l’occupazione dei posti letto in area medica è del 3,8% (2.355 ricoverati), in lieve aumento rispetto alla settimana precedente (3,5%) – cresce anche l’occupazione dei posti letto in Terapia intensiva: 1,0% (86 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (0,8%).
Il maggior numero di nuovi casi si conta in Lombardia (3.498), seguita da Veneto (1.526), Piemonte (1.458) e Lazio (1.046).
L’incidenza di casi Covid diagnosticati e segnalati nel periodo 10/16 ottobre è di 19 per 100.000 abitanti, stabile rispetto alla settimana precedente, quando erano 20.
L’indice di trasmissibilità (Rt), calcolato con dati aggiornati al 16 ottobre scorso e basato sui casi con ricovero ospedaliero, all’8 ottobre, è di 1,06 (1,00-1,13), è in lieve aumento rispetto alla settimana precedente (Rt= 0,93).
Questi dati e l'arrivo imminente dell'inverno mettono in allerta i direttori di alcuni ospedali che, come previsto dall'ultima circolare, possono scegliere di reintrodurre l'obbligo della mascherina per l'ingresso o per alcuni reparti sensibili.
La variante Xec
La nuova sottovariante Xec, oltre a sintomi classici quali febbre, tosse, mal di gola, dolori muscolari e stanchezza, sembra causare una nuova avvisaglia: la perdita di appetito.
Dai primi riscontri, dunque, non sembra che Xec sia un disturbo grave (se non per le fasce più deboli). Nelle recenti rilevazioni, la variante era ancora al 4,8%, ma ha raddoppiato la sua presenza in tre settimane.
Quello che fa preoccupare i virologi è la sua rapida trasmissione. Secondo l'ultimo bollettino pubblicato dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) continua il calo della variante JN.1 (a lungo dominante nei mesi scorsi) e cresce la KP.3.1.1.
L'Oms avverte: “Le tendenze nel numero di nuovi casi e decessi segnalati devono essere interpretate con cautela a causa della diminuzione dei test e del sequenziamento, insieme ai ritardi nelle segnalazioni in molti Paesi".
La situazione potrebbe essere peggiorata dalla stagione influenzale ormai alle porte, il cui picco è previsto intorno a Natale (con la raccomandazione di vaccinarsi già adesso e, preferibilmente, di farlo con la doppia somministrazione in un'unica seduta dei due vaccini, quello contro il nuovo virus stagionale e quello contro il Covid).