Cosa accadrebbe se non si vaccinasse più nessuno? 

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Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Vaccino: Cosa Accadrebbe se non ci vaccinasse più

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Vi siete mai chiesti cosa potrebbe accadere se tutti, da un giorno all’altro, smettessimo di vaccinarci? Assolutamente niente di bello, risponderebbero i più.

Senza creare inutile allarmismo, si può infatti dire con certezza che aumenterebbero le persone sorde e sterili, a causa della parotite. La rosolia, invece, potrebbe causare ogni anno la nascita di bambini con malformazioni permanenti, oltre a un numero indefinito di aborti spontanei. Assieme al morbillo aumenterebbero i pericolosi casi di encefalite acuta e polmonite.

La meningite batterica provocherebbe morte o danni neurologici a decine e decine di nuovi nati. La varicella? Ricoveri e decessi. L’epatite B? Cirrosi, cancro, morti ed epidemie silenziose nei giovani.

Chi sostiene l’inutilità dei vaccini – o ne sottolinea solo ed esclusivamente gli effetti collaterali – può asserire che queste disastrose tesi mancano alla prova dei fatti. Nessuno, infatti, può tornare indietro nel tempo e immaginarsi com’era il mondo, ad esempio, prima della scomparsa del vaiolo. Non possiamo di certo sperimentarlo sulla nostra pelle.

Eppure, non ci si muove nel campo delle opinioni, come in tanti sostengono: la storia, e nemmeno troppo lontana, ci mostra validi esempi dei danni che potrebbe portare l’assenza di un’adeguata copertura vaccinale.

Eccone alcuni, utili per renderci conto dei rischi che correremmo, se tanti di noi decidessero di non vaccinarsi.

Stop ai vaccini: il caso della Russia… e dell’Italia

I più maturi (anagraficamente parlando) ricorderanno molto bene l’epidemia di difterite che colpì, non troppi anni fa, la Russia ai tempi dell’Unione Sovietica.

Partiamo dall’inizio. Fino al 1990, nel Paese, la percentuale di vaccinati contro la difterite era molto, molto alta. I casi di malattia erano piuttosto rari o, almeno, non superiori a quelli degli altri Paesi occidentali.

Dopo la caduta del Muro di Berlino, però, le cose iniziarono a cambiare, e molte nazioni – tra cui la Russia – iniziarono a non curarsi più della pratica obbligatoria delle vaccinazioni.

Il numero dei bambini vaccinati iniziò a calare in modo vertiginoso e, al contempo, iniziarono ad aumentare i casi di difterite. Dopo il 1990, scoppiò un’epidemia che colpì 200.000 persone, con 6.000 decessi. Tra il 1992 e il 1995, ci furono 4.000 morti, tra adulti e bambini.

Quando ripresero le vaccinazioni, i casi di difterite tornarono a calare. Dieci anni dopo, ad esempio, si contarono “solo” 771 casi.

Non bisogna viaggiare troppo nello spazio per fornire un esempio di quanto un calo della copertura vaccinale possa creare danni permanenti, quando non si tratta di decessi. Prendiamo ancora il nuovo caso dell’epidemia di difterite che sta colpendo anche il Venezuela, iniziata nel 2016 e, purtroppo, ancora in corso. La mancanza di una adeguata copertura vaccinale anti-difterica ha facilitato il diffondersi di focolai: sono stati registrati 142 decessi, con un tasso cumulativo di letalità del 14,5%.

Parliamo, ora, dell’Italia. La copertura vaccinale contro il morbillo, come sappiamo, non è assolutamente omogenea nel nostro Paese. Nel 2002, in vaste aree del meridione la copertura vaccinale era intorno al 50%, significativamente minore rispetto al nord d’Italia: proprio in queste zone, in quell’anno si verificò un’epidemia di morbillo, con 40.000 nel solo 2002, oltre a 81 casi di encefalite, 391 polmoniti, 77 episodi convulsivi, 16 trombocitopenie, 235 complicanze respiratorie e 4 decessi.

Quindi sì, abbiamo la possibilità di sapere cosa potrebbe succedere se smettessimo di vaccinarci.

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Copertura vaccinale: perché è importante raggiungerla

Insomma, esaminare nei dettagli i rischi delle vaccinazioni è giusto, coerente e funzionale. Altrettanto importante, però, è analizzare anche i pericoli legati alla mancata protezione contro le malattie per le quali è invece disponibile un vaccino.

Vaccinando si raggiungono due obiettivi, non dimentichiamolo. Da un lato proteggiamo noi, e i nostri figli, da malattie molto gravi, con le relative conseguenze. Dall’altro, con la vaccinazione di un numero sempre più elevato di bambini, si ottiene anche la protezione della popolazione dalle epidemie, con una riduzione dei rischi anche per coloro che, per la presenza di gravi malattie, non sono o non possono essere vaccinati.

Infine, la vaccinazione è l’unico metodo per ottenere l’eradicazione di alcune malattie.

Perché scegliere, quindi, di non vaccinarsi, ostacolando così la scomparsa di alcune malattie?
La vaccinazione è un diritto fondamentale di ogni bambino: è la Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia a stabilirlo.

Fonti

  • World Health Organization 1996. Expanded Programme on Immunization. Update: Diphteria epidemic in the Newly Independent States of the former USSR, January 1995 – March 1996. Weekly Epidem Record 1996; 20: 245-50.
  • Filia A et al. Ricoveri per morbillo in Italia nel 2002: valutazione dell’impatto in termini di salute e di costi- Rapporti ISTISAN 2005 www.iss.it/binary/publ/publi/05-3.1118062061.pdf.
  • Convention on the Rigths of the Child, http://www.unicef.it/doc/599/convenzione-diritti-infanzia-adolescenza.htm.
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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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