Brasile, Mauritius, Turchia e Paesi Bassi sono i paesi che hanno deciso di schierarsi a favore della lotta contro il tabacco, adottando le misure proposte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Le misure dell’OMS per la gestione del tabacco
Il recente documento dichiara come il 5,6% della popolazione (71% della popolazione mondiale) è protetto da almeno una misura per il controllo del fumo, in media 5 volte di più rispetto all’anno 2017.
In 15 anni il tasso di fumatori è sceso dal 22,8% del 2007 al 17% del 2021.
Nonostante ciò, ogni anno, circa 8,7 milioni di persone muoiono in tutto il mondo per patologie legate all’utilizzo di tabacco e di queste, 1,3 milioni sono vittime del fumo passivo. Questo ha indotto a redigere alcune politiche di prevenzione da parte dell’OMS, con il programma Mpower del 2008, incentrato in 6 fattori principali:
- proteggere la popolazione dal fumo di tabacco;
- aumentare le tasse;
- monitorare il consumo di tabacco;
- offrire aiuto a chi vuole smettere di fumare;
- mettere in guardia dei pericoli del fumo e rispettarne il divieto di pubblicità.
“Non sono solo numeri. Queste misure hanno letteralmente cambiato le nostre vite”, ha osservato in una conferenza stampa il direttore del dipartimento di promozione della salute dell’OMS, il dott. Ruediger Krech.
Difatti, l’OMS stima che senza le misure adottate da allora dai paesi, oggi nel mondo ci sarebbero 300 milioni di fumatori in più.
La prevenzione del fumo nel mondo
Nonostante il grande impegno dell’OMS nel ridurre la vendita e l’utilizzo di tabacco e del fumo, ancora 44 paesi (2,3 milioni di persone) non sono ancora protette dalle misure proposte e 53 stati non hanno ancora imposto un divieto totale di fumo nelle strutture ospedaliere.
"Anche se i tassi di fumo sono diminuiti il tabacco è ancora la principale causa di morte prevenibile nel mondo, in gran parte a causa delle incessanti campagne di marketing dell'industria. Aiutando più paesi ad attuare politiche intelligenti saremo in grado di salvare milioni di vite in più" ha dichiarato Michael R. Bloomberg, ambasciatore globale dell'Oms per le malattie non trasmissibili.
La vera sfida in questo caso sarebbe quella di ridurre notevolmente l’advertising nei confronti del fumo per sensibilizzare la popolazione ai veri rischi correlati al tabacco e ridurne la compravendita.
Non è facile acquisire la mentalità di cui si parla, ma ognuno di noi può fare qualcosa nel concreto per fermare l’ondata del fumo, percependo quanto di benefici, nell’uso di tabacco, non ce ne siano mai stati.