Per chi soffre di diabete, si sa, è molto importante controllare la glicemia. I valori normali di glicemia oscillano tra 70 e 100 mg/dl e, per diverse ragioni, sia l’ipoglicemia sia l’iperglicemia sono condizioni (assolutamente) da evitare. Per un paziente diabetico, il riscontro di una glicemia troppo elevata o troppo bassa è indicativo di qualcosa che non funziona.
Ad esempio, può essere necessario adattare la terapia per il diabete oppure non si sta seguendo uno stile di vita adatto alla propria condizione. Ma come misurare la glicemia in alternativa al classico dosaggio su prelievo venoso?
Vediamolo insieme.
Come misurare la glicemia
Il modo più semplice per misurare la glicemia da soli è quello di utilizzare un glucometro, quello strumento che, colloquialmente, viene chiamato “macchinetta per misurare la glicemia”.
Il glucometro è un apparecchio di piccole dimensioni, all’interno del quale si alloggia una striscia reattiva monouso sulla quale versare una gocciolina di sangue capillare, ottenuta grazie a una piccola e indolore puntura effettuata con l’apposito pungidito compreso nel kit.
Quando si acquista questo strumento si riceve infatti un kit iniziale, dove sono comprese le strisce reattive e le lancette (gli aghi) per il pungidito, che vengono poi acquistate separatamente una volta terminate. Per coloro che possiedono un piano terapeutico per il diabete, gli strumenti per la misurazione della glicemia sono forniti dal Sistema Sanitario Nazionale: il glucometro fa parte di quelle che vengono considerate le agevolazioni per i diabetici.
Il glucometro non restituisce risultati con la stessa precisione di quelli di laboratorio, ma sono comunque attendibili e consentono di scoprire il valore della glicemia in pochi secondi, in modo autonomo, così come di poter valutare più volte nell’arco della giornata i livelli di glucosio nel sangue.
Attenzione! Prima di iniziare la misurazione, le mani devono essere lavate. Affinché la misurazione avvenga senza errori, la striscia reattiva deve essere alloggiata nel glucometro prima di effettuare la puntura, facendo attenzione a non toccare la parte reattiva della striscia. Quest’ultima è indicata da una sorta di canale di colore diverso dal resto della striscia e sarà la sua estremità libera una volta montata nello strumento. Talvolta, le due estremità della striscia hanno anche forma diversa, consentendo una più rapida e facile distinzione, utile a posizionare la striscia più comodamente. Una volta punto il dito, dopo averlo massaggiato, la goccia di sangue deve essere rapidamente versata sulla striscia reattiva, controllando che la quantità non sia troppo esigua. Il canale della striscia su cui sale il sangue deve essere ben coperto, insomma.
Alcuni modelli di glucometro registrano i risultati di diverse misurazioni e qualcuno realizza anche dei grafici che rendono più intuitiva la valutazione dell’andamento della glicemia.
Il numero di misurazioni giornaliere da effettuare e il momento della giornata in cui misurare viene indicato dal medico. Di solito, i pazienti con diabete di tipo I e quelli con diabete di tipo II che assumono insulina misurano la glicemia più volte al giorno: una misurazione viene fatta al mattino a digiuno, una prima dei pasti e poi a distanza di 90 e 120 minuti dal pasto. I pazienti con diabete di tipo II non in trattamento con insulina, invece, possono misurare la glicemia con meno frequenza, ad esempio solo qualche settimana durante l’anno. Può essere necessario aumentare il numero di misurazioni in particolari condizioni, come stress, modificazioni della dieta, assunzione di farmaci che influenzano la glicemia e malattie.
Perché misurare la glicemia
Nei pazienti diabetici di tipo I e quelli di tipo II che assumono insulina, la misurazione della glicemia è importante per controllare che i valori di glucosio del sangue rimangano all’interno di un certo intervallo di sicurezza.
Un eccesso di insulina, infatti, riduce grandemente la glicemia, mentre una quantità insufficiente di insulina determina valori di glicemia elevati. Con l’auto-misurazione della glicemia è possibile, ad esempio, farsi un’idea se vi sono errori nella somministrazione dell’insulina o se è necessario un adattamento della terapia. Per chi utilizza altre terapie, oltre a rappresentare un buon modo per monitorare l’efficacia della terapia, l’auto-misurazione della glicemia è utile per imparare a gestire meglio la condizione diabetica, ad esempio rispetto all’alimentazione.
Per poter valutare l’efficacia della terapia e se il paziente segue uno stile di vita e alimentare adeguato ad evitare il peggioramento del diabete, il medico ha bisogno di visionare più misurazioni nel tempo. A tale scopo è utile che il paziente compili un diario della glicemia.
In ogni caso, oltre ai valori di auto-misurazione, il medico richiederà sempre il dosaggio della glicemia su prelievo venoso e la misurazione dell’emoglobina glicosilata (HbA1) e della fruttosamina. Gli ultimi due valori sono indicativi della glicemia media negli ultimi 3 mesi e 15 giorni, rispettivamente.