Colesterolo nel sangue: cosa accadrebbe se non lo curassimo?

Roberto Pisani

Ultimo aggiornamento – 09 Maggio, 2017

colesterolo alto: i rischi dell'interruzione della cura

Per riuscire ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue è spesso necessario assumere dei farmaci specifici. Ma una volta che i livelli sono nuovamente tornati entro i valori fisiologici, è davvero necessario continuare ad assumere i farmaci?

I farmaci, ovviamente, da soli non bastano. È importante seguire una dieta sana e praticare una regolare attività fisica, se si vuole abbassare il livello del colesterolo del sangue.

Nonostante lo stile di vita sano, molte persone devono in ogni caso continuare con la cura farmacologica per tenere sotto controllo i livelli di colesterolo e ridurre i rischi di infarto e ictus.

Si calcola che circa il 70% delle persone con ipercolesterolemia abbia una predisposizione genetica verso le malattie cardiovascolari, anche in assenza di altri fattori di rischio. In questi casi, il trattamento farmacologico è l’unica soluzione per tenere a bada il colesterolo.

Colesterolo: perché si sceglie di interrompere la cura? 

In alcuni casi i farmaci possono provocare fastidiosi effetti collaterali, come rush cutaneo e crampi muscolari. Se si presentano questi sintomi, è sempre opportuno contattare il proprio medico per evitare complicanze più gravi. Delle volte, cambiare il tipo di farmaco o il tipo di dosaggio, può aiutare ad abbassare i rischi di effetti collaterali.

Anche le spese da sostenere per l’acquisto dei farmaci possono rappresentare un deterrente. Molto spesso infatti ai farmaci per il colesterolo si aggiungono una serie di altri farmaci per il controllo della pressione arteriosa e del diabete. I costi quindi possono lievitare e diventare insostenibili per molte famiglie.

Negli ultimi anni, inoltre, i pazienti con ipercolesteremia sono spesso curati dai propri medici tramite rimedi naturali, in sostituzione ai più invasivi farmaci tradizionali.

I farmaci contro l’ipercolesterolemia 

Alcune condizioni devono essere necessariamente trattate con farmaci specifici ed è altamente sconsigliabile interrompere il trattamento farmacologico, se non si vuole andare incontro a gravi conseguenze. Anche quando i livelli di colesterolo sono considerati normali, le statine riducono la produzione epatica di colesterolo diminuendo ulteriormente i rischi di infarto o ictus, soprattutto in quei soggetti che presentano fattori di rischio come l’ipertensione o che sono stati già colpiti da un infarto.

Oltre ad abbassare i livelli colesterolo, le statine aiutano a rendere meno rigide le placche arteriosclerotiche. In questo modo diminuiscono le possibilità che le placche si stacchino e vadano a ostruire piccoli vasi del cuore o del cervello, con conseguenze potenzialmente mortali. Le statine sono ben tollerate dalla maggior parte dei pazienti ma, come tutti i farmaci, hanno effetti collaterali, alcuni dei quali possono scomparire una volta che l’organismo si sarà adattato alla presenza del farmaco stesso. Tra i più frequenti effetti collaterali dalle statine, troviamo:

  1. dolori ai muscoli e alle articolazioni (più frequenti);
  2. problemi gastrointestinali (nausea, diarrea, stitichezza, gonfiore);
  3. sangue dal naso e naso congestionato;
  4. mal di gola;
  5. mal di testa;
  6. sensazione di malessere.

Anche le erbe e rimedi naturali possono abbassare i livelli colesterolo, ma non offrono la stessa protezione contro eventuali rischi di infarto o ictus.

Se non si vuole andare incontro a serie conseguenze, è importante continuare a prendere regolarmente i farmaci nelle dosi prescritte dal medico e soprattutto condurre uno stile di vita sano prediligendo una corretta alimentazione e l’esercizio fisico.

Roberto Pisani
Scritto da Roberto Pisani

Sono uno studente di medicina, con la passione verso tutto quello che è legato alla scienza e alla tecnologia. Il mio background medico-scientifico mi ha portato a lavorare come copywriter e copyeditor di articoli scientifici e spero di contribuire alla crescita di questa comunità.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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