La maggior parte degli alimenti di origine animale contengono colesterolo, un lipide della classe degli steroidi che – come sappiamo – può essere suddiviso in due categorie: quello buono e quello cattivo.
Il colesterolo, sebbene conosciuto principalmente per le sue qualità negative, svolge un ruolo importantissimo nel nostro organismo e, come suggerito dagli esperti, se ne dovrebbero consumare almeno 300 mg al giorno.
Eppure, i più salutisti sono soliti rabbrividire quando si parla di condimenti a base di burro e affini. Ma perché? Il burro fa male? Non è proprio così, anzi.
Ecco perché il burro fa bene
Il nome “burro” deriva dal greco βουτυρος che, letteralmente, possiamo tradurre con “formaggio bovino” dunque realizzato con latte vaccino. Nel tempo, sono molte le accuse toccate a questo condimento: ingrassa, favorisce problemi cardiocircolatori e fa impennare il colesterolo cattivo.
Infatti, sono molte le persone che sostituiscono il burro con la margarina, l’olio d’oliva o altri grassi vegetali pensando di optare per una scelta più sana. Forse, però, non sanno che il burro ha meno calorie dell’olio di oliva ed è più digeribile delle sue alternative se consumato crudo.
Tra gli altri, tra i benefici del burro abbiamo:
- Non favorisce l’obesità
- Non è tra le principali cause di patologie cardiovascolari
- È un alimento ricco di vitamine importanti (A, E, K)
- È uno dei pochi alimenti a contenere la vitamina D
Infine, non aumenta il colesterolo cattivo nel sangue. Una porzione di burro di 10 grammi contiene solo 24 mg di colesterolo, pari all’8% della dose giornaliera consigliata. Il burro può essere dunque assunto da chiunque ed è davvero ottimo anche per chi pratica sport, essendo parte integrante dell’alimentazione mediterranea.
Come per tutti gli alimenti, anche il burro, se consumato in quantità elevate, è dannoso per la salute del nostro organismo. Ecco perché, quando si parla di alimentazione, bisogna seguire il consiglio di Aristotele “in medio stat virtus”. Insomma, cercate sempre di prediligere la moderazione e l’equilibrio.
Eppure, c’è chi dice che il burro è dannoso
Il burro o meglio i grassi saturi contenuti in questo alimento sono stati da anni al centro di una diatriba: fanno bene o fanno male? Fino a poco tempo fa, si pensava che i grassi saturi aumentassero il colesterolo cattivo nel sangue che, a sua volta, può determinare ictus e attacchi di cuore. Quindi, ridurre l’apporto di grassi saturi sembrava la mossa ideale per prevenire tali problemi di salute.
Infatti, molte persone credono che mangiare molto cibo ricco di colesterolo aumenti direttamente il livello di colesterolo nel sangue. Il colesterolo è un lipide della classe degli steroidi, importantissimo per l’organismo nel quale svolge diverse funzioni. Esso infatti è un componente fondamentale delle membrane cellulari, rientra nella composizione della guaina mielinica, importante per la trasmissione nervosa ed è utilizzato dal nostro organismo per la sintesi di molti altri composti, tra i quali la vitamina D, gli ormoni sessuali maschili e femminili e gli ormoni corticosurrenali. Infine, è un componente della bile.
Per arrivare ai diversi distretti nei quali è utilizzato, il colesterolo deve essere trasportato nel sangue. Questo avviene attraverso il suo legame con le lipoproteine. A seconda del tipo di lipoproteina alla quale si lega, il colesterolo viene definito c-HDL, c-LDL o c-VLDL. Le lipoproteine a bassa densità (LDL) sono chiamate colesterolo cattivo. Le lipoproteine ad alta densità (HDL) sono chiamate invece colesterolo buono.
Il burro, nonostante le convinzioni passate che lo incriminano come il peggior nemico della salute, ha in realtà molte qualità positive ed è per questo motivo che, se assunto in moderazione, può essere tranquillamente gustato sulle nostre tavole.