Il nostro stile di vita può far aumentare, o diminuire, il rischio di maturare un tumore.
Prendersi cura di sé stessi è, quindi, il primo passo per evitare la proliferazione di gravi malattie: questo a testimonianza del fatto che esiste un legame molto forte tra quello che mangiamo e il nostro corpo.
A tal proposito, potrebbe esservi utile approfondire l’argomento con una lista dei cibi cancerogeni e di quelli, al contrario, anticancro.
Scopriamoli insieme.
I cibi cancerogeni da evitare
Quello che comunemente viene chiamato cibo spazzatura può creare pessime abitudini alimentari che, in futuro, dovranno essere corrette per evitare il sopraggiungere di svariate malattie metaboliche tra cui:
Proprio a questo proposito, secondo l’American Institute for Cancer Research le cattive abitudini alimentari sono causa di tre tumori su dieci.
Un regime di alimentazione non sano può favorire uno stato di infiammazione permanente che può innalzare il rischio di tumore – come accade spesso nei soggetti obesi.
È, quindi, fondamentale conoscere quali sono i cibi potenzialmente cancerogeni e quelli che, invece, possono proteggere l’organismo.
Vediamoli di seguito.
Grassi idrogenati
I grassi idrogenati sono un pericoloso ingrediente che si trova:
- nei prodotti da forno industriali, come merendine e biscotti;
- nella margarina.
Meglio controllare l’etichetta di ogni alimento prima dell’acquisto ed evitarli se riportano le seguenti scritte:
- Olio di palma o di cuore di palma.
- Oli vegetali non meglio specificati.
- Oli vegetali non idrogenati o margarina.
Anche se l’incarto reca la scritta “privo di grassi idrogenati”, è possibile che siano comunque stati utilizzati altri oli di questo tipo.
Le possibili conseguenze dell’utilizzo dei grassi idrogenati sono:
- diabete;
- cancro;
- colesterolo alto;
- dislipidemie;
Carne (specialmente quella rossa lavorata)
La carne rossa è ormai vista da molti come nemica della salute e possibile fattore di rischio per la comparsa di diversi tipi di tumore (come quello al colon).
Meglio, quindi, limitarne il consumo a 300 grammi per settimana.
Questo per tre motivi principali:
- la cottura ad alte temperature – su griglie o all’interno di oli vegetali – produce sostanze e composto cancerogeni;
- l’intestino è troppo lungo per poter digerire correttamente la carne e la sua eccessiva permanenza all’interno di esso può creare sostanze tossiche;
- l’allevamento intensivo costituisce un’alimentazione non naturale per gli animali, per via di pesticidi, antibiotici e ormoni che vengono utilizzati in massa.
Cibi in scatola
I cibi in scatola non fanno bene per la salute, poiché contengono:
- conservanti;
- sale.
Meglio, se possibile, preferire cibi freschi e di stagione.
Bevande zuccherate
Le bevande zuccherate sono, appunto, ricche di:
Inoltre, queste bevande sono troppo acide e hanno al loro interno un’eccessiva quantità di anidride carbonica.
Patatine fritte
Spesso le patatine fritte sono prodotti surgelati, precotti e ricchi di aromi e additivi artificiali come:
- sostanze coloranti;
- antiossidanti.
Ci sono tre motivi per cui questo alimento può far male alla salute:
- la cottura delle patatine ad alte temperature permette l’attivazione di una sostanza cancerogena contenuta in esse, l’alicramide (che favorisce lo sviluppo del cancro);
- l’utilizzo di oli di frittura cancerogeni (come il già citato olio di palma).
- la cottura veloce distrugge tutte le vitamine e gli enzimi contenuti nel prodotto e altera il loro livello molecolare.
Zucchero
Lo zucchero è una sostanza chimica e non ha nulla di naturale; il suo consumo arreca numerosi danni, perché:
- apporta calorie prive di qualsiasi sostanza nutritiva utile;
- richiede ingenti risorse di enzimi per essere metabolizzato;
- consuma vitamina C, come fumo e alcol;
- danneggia il fegato;
- causa disbiosi intestinale;
- acidifica l’organismo;
- causa diabete;
- causa problemi cardiocircolatori.
Bevande alcoliche
Il frequente consumo di alcool, oltre ad incrementare il rischio di cirrosi epatica e di problemi cardiovascolari, può influire in maniera negativa sulla nascita delle malattie oncologiche.
L’etanolo, infatti, aumenta il rischio di:
- tumore alla bocca;
- tumore alla faringe;
- tumore alla laringe;
- tumore all’esofago.
Il limite consigliato è di due bicchieri di vino al giorno per gli uomini e di uno per le donne.
Come nasce l’elenco delle sostanze cancerogene
L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha stabilito un elenco dettagliato – su base scientifica – dei cibi che possono provocare il cancro.
Le sostanze vengono suddivise in cinque categorie:
- gruppo 1, che comprende i carcinogeni umani certi;
- gruppo 2A, che racchiude le sostanze cancerogene probabili per l’uomo e certe per gli animali;
- gruppo 2B, che contiene i possibili cibi cancerogeni per l’uomo e per gli animali;
- gruppo 3, che riunisce sostanze non classificabili come cancerogene per mancanza di prove scientifiche;
- gruppo 4, quando le prove in esseri umani e altri animali indicano un’assenza di attività cancerogena.
Le liste dello IARC, compilate a partire dal 1971, includono soltanto gli agenti studiati per via di un sospetto.
Cibi non cancerogeni e anticancro
Gran parte dei cibi anticancro e non cancerogeni si possono ritrovare nella dieta mediterranea.
Di conseguenza, a tavola, non possono mancare:
- cinque porzioni di frutta e verdura, imprescindibili per poter garantire l’apporto necessario di fibre e vitamine;
- cereali integrali e legumi, che contribuiscono a proteggere il colon-retto e l’intestino dal rischio di tumore;
- caffè, che pare protegga da carcinoma alla prostata per via della caffeina e dei polifenoli;
- carote, pomodori, peperoni dolci e piccanti, zucca, anguria e albicocche, che contengono alfacarotene e licopene che proteggono i polmoni;
- latte, così come l’aglio, che pare proteggere da tumori al colo-retton;
- soia, che protegge l’organismo dai tumori femminili per via dei flavonoidi in essa contenuti;
- pesce, valida alternativa alla carne per garantire all’organismo il corretto apporto proteico;
- alghe;
- semi di lino;
- spezie e erbe aromatiche;
Per quanto riguarda la soia, il suo consumo in donne con storia di tumore al seno è sempre stato controverso, per via del timore che favorisse una certa recidività.
Gli ultimi studi, contrariamente a quanto appena affermato, hanno smentito questa credenza e, anzi, affermano come i fitoestrogeni proteggano da eventuali recidive.
Infine, è bene ricordare che anche la cottura gioca un ruolo fondamentale: è consigliabile, infatti, preferire vapore, cartoccio o lessatura per preparare piatti sani e sicuri.