Vi siete mai chiesti come fanno le salamandre a rigenerare le parti del corpo che perdono?
In questi anfibi la rigenerazione dei tessuti comincia dal cosiddetto blastema (un gruppo di cellule che rimangono a lungo indifferenziate e, proliferando, danno origine ad abbozzi di organi), che si forma all’inizio dell’arto che è stato perso. Da esso si sviluppano la pelle, i muscoli, le ossa, i vasi sanguigni e i neuroni che poi vanno a formare una parte funzionante, completamente identica a quella che era stata persa.
Ebbene, un gruppo di ricercatori australiani della University of New South Wales sta cercando di studiare come funziona questo processo, dando una speranza in più per la ricostruzione di organi o tessuti danneggiati da una malattia.
Come? Concentrando l’attenzione su un gruppo di cellule staminali che potrebbero essere in grado di “copiare” il sistema di questi animali, permettendo all’uomo di riparare ossa, cartilagini o muscoli.
Cosa sono le cellule staminali?
Le cellule staminali sono delle cellule indifferenziate che possono trasformarsi in cellule di diversi organi o tessuti. La medicina le utilizza sempre di più per curare alcune malattie, come alcuni tumori (tra cui la leucemia) o malattie degenerative (come l’Alzheimer), o ricostruire tessuti. Esse si trovano principalmente nel midollo osseo, ma anche nel cervello, nella pelle, nella polpa dentaria e nel cordone ombelicale.
Le cellule staminali si dividono in tre gruppi:
- Totipotenti: in grado di diventare parte di qualsiasi organo o tessuto
- Pluripotenti: in grado di diventare parte di molti organi o tessuti ma non tutti
- Unipotenti: capaci di trasformarsi in cellule di un solo organo o tessuto
Come funziona questo metodo?
Questi scienziati stanno lavorando per produrre un nuovo tipo di cellule staminali, chiamate cellule staminali multipotenti indotte (iMS), ottenute dalle cellule mature del grasso e delle ossa, capaci appunto di comportarsi come quelle delle salamandre e rigenerare i tessuti vivi.
Il procedimento è questo: le cellule staminali vengono esposte a un composto chiamato Aza e a un fattore di crescita derivato dalle piastrine, ovvero una sostanza che stimola la crescita. Questo processo le modifica rendendole in grado di riprodurre il tessuto mancante. Per il momento, spiega John Pimanda, autore principale dello studio, la sperimentazione si sta conducendo sui topi, per vedere se cellule di grasso umane riprogrammate in cellule iMS sono in grado di riparare tessuti danneggiati in questi animali.
Le cellule iMS hanno una capacità più limitata ma sembrerebbero essere più sicure di quelle sperimentate fino ad ora.
La sperimentazione sull’uomo dovrebbe iniziare nel 2017. La tecnica è innovativa e apre una nuova strada nella medicina rigenerativa.