Chemioterapia e capelli che cadono. Uno dei segni del cancro con cui migliaia di persone convivono e che incide maggiormente sulla psiche dei pazienti.
Oggi, finalmente, pare esserci la possibilità che ciò non avvenga, grazie a un innovativo casco che, indossato durante il trattamento, salva i capelli, limitando i estetici, oltre che fisici e psicologici.
Una grande novità
L’innovazione tecnologica va a braccetto con la salute. Allo Ieo, gli specialisti sono ben consapevoli di questo e lo stesso Veronesi, oncologo fondatore della struttura, sottolinea che “i trattamenti non devono più guarire la malattia dimenticando la persona“.
L’obiettivo, ambizioso quanto umano, è quello di conservare la forza del singolo paziente e accompagnarlo nel percorso di guarigione, senza violarne l’identità, il carattere, l’aspetto.
Dietro ogni paziente, infatti, ci sono un uomo o una donna che si trovano a combattere su due fronti: quello della malattia e quello più silenzioso e nascosto dell’interiorità, che cambia e si ridefinisce con nuovi valori e priorità. Per questa ragione, compito del medico è far alleggerire la battaglia su quest’ultimo fronte, rendendo il paziente meno malato possibile.
E da qui l’idea del caschetto salva capelli. Paolo Veronesi, dirigente del reparto di chirurgia senologica allo Ieo, afferma che “nel nostro istituto il casco è stato utilizzato da 30 pazienti, con buoni risultati“.
Come funziona questa nuova tecnologia?
Dignicap è il nome del casco che ha un’azione refrigerante, in grado di proteggere le cellule dei bulbi piliferi del cuoio capelluto, riducendo notevolmente la caduta dei capelli.
Il freddo, personalizzato a seconda del caso attraverso 3 sensori, arriva a una temperatura di 3-5 gradi. I risultati sono incoraggianti. Negli Stati Uniti, dove si attende l’approvazione della Fda, i pazienti ne stanno traendo un notevole beneficio.
Un grande passo avanti nella lotta contro il tumore.