Cambio di temperature e freddo: un rischio per la salute dei reni

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 16 Ottobre, 2017

Pielonefrite e infezioni ai reni: come riconoscerle e curarle

L’inverno sta per arrivare e con esso anche maglioni, cioccolate calde, tisane profumate e lunghe serate passate davanti alla televisione con addosso pigiamone e coperte. Uno scenario perfetto per gli amanti delle pantofole, se non fosse per la solita ricorrente influenza invernale. Infatti, proprio quando le temperature calano drasticamente, il corpo è maggiormente esposto alle infezioni batteriche e virali, complice anche il sistema immunitario che fatica a contrastare l’attacco di freddo e agenti patogeni. Un duplice problema quello delle infezioni, che se non trattate adeguatamente possono cronicizzare in malattie più gravi, come ad esempio le infezioni ai reni, tra cui la pielonefrite. Vediamo come riconoscere queste patologie, che molto spesso presentano gli stessi sintomi di un banale malanno stagionale.

Cosa sono le infezioni renali?

Le infezioni renali presentano sintomi come febbre, crisi di brividi associati a disturbi della minzione e un dolore lombare continuo. Inoltre, quando questi disturbi si accentuano, possono causare nausea e vomito.

Per lo più le infezioni renali sono causate da batteri che superano le difese immunitarie, transitano nelle vie urinarie e colpiscono:

  • Uretra, causando uretrite
  • Vescica, causando cistite
  • Reni, causando la pielonefrite

Tuttavia, ci sono casi in cui un’influenza non debitamente debellata provoca un peggioramento dei sintomi e intacca le vie urinarie e i reni.

Cos’è la pielonefrite?

Una di queste infezioni che coinvolge i reni è la pielonefrite, che si origina proprio da un’infezione in corso trascurata o curata male, specie se l’infezione si è generata nelle basse vie urinarie, permettendo ai batteri patogeni di risalire dall’uretra, andando proprio ad intaccare il tessuto renale.

Oltre alle infezioni trascurate o scambiate per un banale malanno stagionale, l’insorgenza della pielonefrite può essere favorita da alcune condizioni:

  • Anomalie dell’apparato urinario, come rene policistico e ureterocele
  • Calcoli ai reni
  • Ostruzione delle vie urinarie

Inoltre, la pielonefrite può interessare maggiormente i soggetti immunodepressi, con HIV, diabete mellito e chi si sottopone a chemioterapia o radioterapia. Anche l’età è un altro fattore di rischio. Infatti, i soggetti più esposti a questa infezione renale sono i bambini e gli anziani sopra i 60 anni.

Anche il genere è determinante. Le donne sono più inclini alle infezioni delle vie urinarie o renali, a causa della conformazione dei genitali, avendo l’uretra molto vicino all’ano. Inoltre, la pielonefrite può manifestarsi durante la gravidanza e in caso di cistite cronica e ricorrente. Anche gli uomini possono soffrire di pielonefrite. Tuttavia la sua insorgenza è legata a diverse anomalie, come per esempio un ingrossamento della prostata o un’alterazione della secrezione prostatica antibatterica.

Come si cura la pielonefrite?

Come per le comuni infezioni batteriche, la pielonefrite deve essere trattata non solo in base alla gravità della situazione, ma anche in base al tipo di colonia batterica che sta causando l’infezione. Infatti, prima di somministrare l’antibiotico, è necessario eseguire un esame colturale, attraverso il quale è possibile comprendere il tipo di agente patogeno e stabilire l’antibiotico mirato.
La pielonefrite è causata principalmente dagli Escherichia coli, tuttavia l’infezione può essere causata da altre colonie batteriche, quali:

  • Klebsiella
  • Enterobacter
  • Pseudomonas

È importante ricordare che la pielonefrite può essere dovuta ad un’infezione non di tipo virale ma micotico. Per esempio, il fungo che causa la candida, quando non debellato, può comportare un acutizzarsi dell’infezione. Dopo aver stabilito l’antibiotico mirato per la colonia batterica, la terapia ha una durata che varia tra 5 e 7 giorni, per evitare il rischio di ricadute. Inoltre, per la pielonefrite cronica, provocata dall’annidamento batterico in seguito all’evento acuto, la terapia antibiotica supera la durata prevista e può essere protratta fino anche a 12 settimane.

Pielonefrite e influenza stagionale non sempre vanno di pari passo, ma è importante evitare le autodiagnosi e le automedicazioni e rivolgersi al proprio medico curante, per evitare che la malattia diventi molto grave.

Inoltre, assumere antibiotici quando non è strettamente necessario indebolisce il sistema immunitario ed espone l’organismo a virus e batteri. Eccesso di zelo e trascuratezza quindi possono comportare gli stessi problemi. Questo inverno, se vi sentite influenzati, spegnete la televisione, toglietevi le ciabatte e andate dal medico, che vi prescriverà i giusti farmaci e tanto riposo!

Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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