Dai broccoli una terapia efficace contro il tumore alla prostata

Vincenzo Russo | Blogger

Ultimo aggiornamento – 06 Febbraio, 2015

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Broccolo è un termine che, se usato nei confronti di una persona, ne indica le scarse qualità e la poca furbizia. In realtà, il vegetale che ne porta il nome è riconosciuto, ormai universalmente, come uno degli alimenti più importanti per la salute del nostro corpo e la prevenzione di diverse malattie.

Capostipite della famiglia delle crucifere, vegetali così chiamati perché il loro fiore ha quattro petali disposti a croce, il broccolo, così come il cavolfiore, i cavoletti di Bruxelles e le rape, è conosciuto per la grande quantità di sostanze antiossidanti di cui è ricco, come i glucosinolati e i sulforafani. Studi approfonditi hanno dimostrato che i germogli di broccoli contengono glucorafanina (sulforafano glucosinato) in quantità 100 volte superiore a quella dei broccoli maturi. Agli antiossidanti sono associate proprietà preventive e terapeutiche rispetto a diverse malattie metaboliche, come il diabete, o dell’apparato cardiocircolatorio e a alcuni tipi di tumori.

Un nuovo studio sui broccoli

Uno studio recentemente pubblicato ed effettuato dal team del dr. Roderick H. Dashwood, ricercatore presso la Texas A & M Health Science Center, ha analizzato il sulforafano come agente terapeutico per la cura del cancro alla prostata.

In un articolo pubblicato sulla rivista Oncogenesis, che ha presentato i risultati della ricerca finanziata dal National Cancer Institute, il dr. Dashwood e i suoi collaboratori della Oregon State University hanno scoperto che un particolare enzima presente nelle cellule tumorali della prostata, e noto come SUV39H1, è influenzato, e la sua azione alterata e inibita, dall’esposizione al sulforafano. “Ci sono già prove significative che le verdure crucifere possono aiutare a prevenire il cancro“, spiega Dashwood. “Questo studio, però, è uno dei primi a dimostrare che alterando l’enzima SUV39H1, il sulforafano potrebbe essere un efficace agente terapeutico anche per i casi di cancro della prostata in stadio avanzato“.

Il cancro alla prostata è uno dei tumori più comunemente diagnosticati, ed è una delle principali cause di morte per tumore in tutto il mondo. Gli attuali trattamenti, come la rimozione chirurgica della prostata, la radioterapia, la terapia ormonale e la chemioterapia, sono inizialmente efficaci nel trattamento del cancro alla prostata, tuttavia spesso non impediscono che il tumore possa diffondersi producendo metastasi. Una volta che questo accade, i tassi di sopravvivenza diminuiscono drasticamente e le opzioni di trattamento sono limitate.

Secondo il dr. Dashwood, è necessario ulteriore lavoro per individuare le diverse varietà di sottogruppi in cui è classificato il tumore della prostata in stadio avanzato, per verificare se tutte, o eventualmente quali, sarebbero suscettibili a essere trattati con sulforafano. Allo stesso modo, saranno necessarie molte ricerche per verificare gli aspetti relativi alla sicurezza del sulforafano, quando impiegato in dosi massicce.

Da questo punto di vista, però, buone notizie arrivano dalla prima sperimentazione clinica è attualmente in corso. La sperimentazione vuole testare l’efficacia di integratori ricchi di sulforafano in soggetti ad alto rischio di cancro alla prostata. Le prime indicazioni non hanno evidenziato la comparsa di effetti collaterali e sembra che il composto si stia dimostrando sicuro. I risultati di questi nuovi studi, ferma restando la necessità di proseguire con le ricerche, possono essere considerate le basi per la definizione di un protocollo terapeutico specifico.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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