Pensa di non badare al tuo corpo: non lo stai odiando e non lo stai amando: ti trovi in una condizione in cui proprio non ci fai caso. Più realistica rispetto alla body positivity, ma decisamente non tossica come il body shaming, ecco la body neutrality o l’approccio non giudicante più praticabile da adottare verso la nostra immagine corporea.
Si conclude la campagna di sensibilizzazione per contrastare il body shaming, realizzata da Pazienti.it e AIP (Associazione Italiana di Psicologia). In questa puntata di Serotonina, il nostro podcast di salute, parliamo quindi di body neutrality insieme a Giorgia Varallo, psicologa specializzata in disturbi alimentari, e Cristian Di Gesto, psicologo che si occupa di influenze socioculturali sull’immagine corporea. Entrambi gli specialisti, collaboratori del nostro portale, approfondiscono la strategia di gestione dell'immagine corporea.
Body positivity vs body neutrality
“Tutte le donne sono belle, con le loro imperfezioni”: quante volte abbiamo sentito questa frase e quante volte ci è sembrato forse un discorso un po’ forzato. Questo mantra, utilizzato come slogan della body positivity, diffonde senza dubbio di un buon messaggio, ma non risolve il problema di un rapporto travagliato con la propria immagine corporea. Queste affermazioni riportano infatti di nuovo l’attenzione su come il corpo appare, che forme ha, come è fatto. E, quindi, per la body positivity, siamo ancora prima di tutto un corpo e poi una persona, mentre per la body neutrality siamo prima una persona e poi un corpo. Abbracciare la prospettiva di body neutrality allenta quindi quella pressione che deriva dal dover sempre mantenere uno sguardo positivo ed entusiastico sul proprio aspetto.
“Amare sempre e comunque il proprio corpo: oltre a non essere realistico è anche poco utile” afferma il dottor Digesto. “Dobbiamo infatti fare i conti con le influenze sociali e culturali alle quali siamo esposti e agli effetti psicologici che queste hanno su di noi: pensiamo, ad esempio, all’interiorizzazione dei canoni estetici di ultramagrezza. Se questi standard estetici diventano dei principi personali, arrivano a guidare i nostri comportamenti o inducono il confronto sociale, per poter acquisire una opinione più chiara e certa su di noi. Questo confronto ha però quasi sempre un esito negativo, perché questi modelli sono fortemente irrealistici. Dunque l’idea di ammirare e celebrare tutti i corpi, comunque essi appaiano, si scontra con tutti questi processi e risulta quindi un po’ scollegata dalla realtà”.
Chi pratica la body positivity, infatti, dice “Amo il mio corpo” oppure “Sono felice dell’aspetto del mio corpo”, mentre adotta una prospettiva di body neutrality dice “Grazie al mio corpo posso sentire la freschezza delle onde del mare” o “Il mio corpo mi permette di abbracciare e accarezzare le persone a cui voglio bene” oppure ancora “Il mio corpo mi conduce in una bellissima passeggiata in montagna”. Per cui chi ama la natura anziché chiedersi “ma come mi cadono i pantaloni da montagna” o “se faccio una passeggiata a settimana in montagna, quanto peso perderò in un mese?” può concentrarsi su quanto sia bello che il proprio corpo possa condurlo in cima a una montagna.
Cos’è la body neutrality
“La body neutrality è un approccio di pensiero e relazione al proprio corpo in cui esso viene considerato per le sue funzioni: si prova quindi a liberarsi completamente da considerazioni di tipo estetico che sia la forma, la taglia, la tipologia di pelle. La body neutrality quindi suggerisce l’idea che forse la strategia per avere una relazione più positiva con il proprio corpo non sia comunque amarlo e accettarlo sempre e comunque ma forse, addirittura, smettere di pensarci” spiega la dottoressa Varallo.
In questa puntata approfondiamo quindi tutti i benefici della body neutrality, suggerendo anche degli esercizi per far sì che questa mentalità diventi una pratica quotidiana. Va da sé, però, che imparare l’approccio della body neutrality è un percorso lento e in divenire. Come ogni rapporto umano, non è realistico aspettarsi che anche quello con noi stessi sia sempre positivo e amorevole. Teniamo a mente dunque che alcuni giorni è perfettamente normale detestare il nostro corpo, come in altri è normale apprezzarlo moltissimo. Cerchiamo però di rispettare sempre il nostro e quello degli altri, non sottoponendoli a scrutinio, non insultandoli ma, soprattutto, non dandogli tutta questa importanza. Come? Un buon inizio è partire dalla puntata.
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